L’Aquila, Provincia: Paciotti, per Democratici necessario riassegnare subito deleghe

L’Aquila, 1 mar 2012 – «Apprendiamo dalla stampa delle dimissioni rassegnate dall’assessore provinciale al Lavoro Francesco Paciotti e delle motivazioni addotte dallo stesso nel rinunciare ad un incarico così importante e delicato». I Gruppi consiliari Democrat tramite i capogruppi Enio Mastrangioli, Amedeo Fusco e Pierpaolo Pietrucci esprimono «stupore, incredulità e profondo rammarico per l’abbandono di un ruolo di prestigio e di responsabilità da parte di una persona mite, gentile, mai arrogante con i suoi avversari politici e amministrativi: merce rara in questi tempi di cattiva politica, di improvvisazioni, arroganza e presunzioni».
«Se le motivazioni poste a base delle dimissioni – proseguono i consiglieri – sono personali e legate alle prossime scelte politiche che Paciotti intende compiere nella sua Città – cosa che lo contraddistingue ulteriormente dai molti incapaci di risolvere conflitti di ruoli e responsabilità – non possiamo non rilevare che in meno di due anni sono cinque gli assessori della Giunta Del Corvo che hanno lasciato o sono stati cacciati: Srour, Retico, Romanelli e Patrizi. Un ottimo record non c’è che dire. Segno evidente di un assetto di Giunta costruito su basi politicamente e strategicamente fragili, più sul rispetto di vecchie e sorpassate logiche di bilanciamento e spartizioni tra componenti partitiche motivate esclusivamente da ambizioni e prospettive politiche individuali, che sulla comune condivisione dei problemi occupazionali territoriali e della grave e complessa emergenza che vive il territorio provinciale».
«Una crisi che richiederebbe continuità nell’azione amministrativa, anche attraverso il mantenimento nel tempo di ruoli di responsabilità, invece sono già due gli assessori al Lavoro che si sono succeduti in questi due anni con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Per queste ragioni chiediamo al Presidente Del Corvo di risolvere con celerità l’assegnazione della delega, considerata l’aggravarsi della situazione occupazionale nel nostro territorio per le molteplici crisi aziendali aperte e anche per la presenza di tantissimi e storici lavoratori precari interni, oggi rimasti senza lavoro e ai quali non viene ancora offerta una prospettiva dignitosa e certa».