Cronaca

Concerto Pausini: morto operaio della ditta di Castelvecchio Subequo

L’Aquila, 5 mar 2012 – E’ rimasto schiacciato sotto la struttura collassata del palco che stava montando per ospitare il concerto di Laura Pausini a Reggio calabria, Matteo Armellini, l’operaio di 32 anni di Roma, dipendente della cooperativa Insieme di Castelvecchio Subequo, in provincia de L’Aquila.

La ditta, secondo quanto si è appreso, forniva il personale addetto al montaggio delle luci per i concerti del tour di Laura Pausini che a Reggio Calabria si sarebbe esibita lunedì sera al palasprot Palacalafiore. La tragedia è avvenuta nella notte, intorno alle 2. Armellini, al momento del crollo, si trovava in alto sulla struttura che, cadendo, lo ha schiacciato, altri 2 operai sono rimasti feriti in modo non grave.

La causa del crollo sarebbe un cedimento strutturale che ha fatto «scivolare» la struttura metallica sovrastante il palco, che poi si è abbattuta sulle gradinate e su alcuni operai intenti a fissare le illuminazioni aeree della scenografia. La struttura ha colpito in pieno uno degli operai, che è morto sul colpo. Quello della tappa reggina era il palco medio, dei tre (piccolo-medio-grande) a disposizione della cantautrice e pare sia crollato improvvisamente e repentinamente di lato, accasciandosi su una gradinata.

Questa nuova tragedia porta alla mente Francesco Pinna, il giovane operaio travolto e ucciso a dicembre dal crollo del palco in allestimento a Trieste per il concerto di Jovanotti. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta e ha disposto il sequestro di tutta la struttura. Sul posto sono all’opera i vigili del fuoco, che dopo la fase del soccorso hanno iniziato i rilievi per stabilire la dinamica e le cause dell’incidente. A lavoro anche gli uomini della polizia scientifica. Si tratta di capire se la colpa del crollo sia imputabile al parquet del Palacalafiore, che non avrebbe retto il peso, o se si sia trattato di un errore di progettazione del palco, o ancora invece di un errore di esecuzione del montaggio.

Il palco era largo 30 metri e profondo 36, con un’altezza di 20 metri. Tra l’altro, rispetto ai concerti fatti a Milano, Roma ed Ancona, la struttura era più piccola, tanto che sono stati necessari otto tir in meno per trasportarla. In ogni caso, per il trasporto della struttura sono stati comunque necessari 15 tir.

LA DITTA, PER NOI EVENTO INSPIEGABILE. MATTEO ERA CON NOI DAL 2009 – «Sappiamo quanto voi, siamo in attesa di capire cos’è successo, non è possibile morire così». Sono le parole di Patrizia Di Meglio, presidente della società cooperativa per azioni "Insieme", con sede legale e amministrativa a Castelvecchio Subequo, la ditta per cui lavorava Matteo Armellini. La ditta, che dal 2003 fornisce tecnici audio e luci, operatori e servizi per lo spettacolo e si occupa di produzione di eventi e concerti, vanta nel suo curriculum collaborazioni con i principali artisti italiani. Ha ottanta dipendenti, «tutti tecnici scelti, professionisti con anni di esperienza – spiega Di Meglio -. Matteo, tecnico delle luci, lavorava con noi dal 2009, quando è arrivato aveva già un curriculum importante». Quanto all’incidente, «per noi è inspiegabile. Sicuramente il problema è stato il pavimento. Prima di ogni concerto depositiamo tutta la documentazione, altrimenti l’evento non parte. Ci tengo a sottolineare che tutti coloro che lavorano in questo settore sono professionisti di un certo livello». Intanto, alla famiglia di Matteo Armellini vanno le condoglianze del sindaco di Castelvecchio Subequo, Pietro Salutari, che esprime anche il «cordoglio per una tragedia che colpisce tutta la nostra comunità».

ORGANIZZATORE: STRUTTURA DI ULTIMA GENERAZIONE ADEGUATA A NORMATIVE – «Stava andando tutto bene, poi, all’improvviso, la catastrofe. Non riesco a capire il perché». Lo ha detto l’organizzatore locale del concerto di Laura Pausini, Maurizio Senese della Esse emme musica di Catanzaro. «Laura non l’ho sentita ma non credo che oggi ci sentiremo. Oggi è il momento della riflessione e nient’altro. Avevamo iniziato a montare il palco sabato e siamo andati avanti ininterrottamente fino alla notte scorsa. Tra l’altro, dopo l’incidente di Trieste al palco di Jovanotti, quella di Reggio era una copertura di ultima generazione, adeguata alle normative di sicurezza. Era la prima volta che si montava e per stare ulteriormente tranquilli, i miei ingegneri avevano previsto un peso di 8 volte inferiore alla normativa. Non so darmi una spiegazione posso solo ipotizzare che essendo una struttura molto rigida, la presenza degli operai che installavano le luci possa avere fatto ondeggiare la struttura facendola piegare su un lato. Ma si tratta solo di un mera ipotesi». 

TRA IPOTESI CEDIMENTO PER PESO ATTREZZI – Un cedimento della struttura reticolare circolare al palco, forse per il peso delle attrezzature e degli stessi operai che vi stavano lavorando. E’ questa, secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti per risalire alle cause del crollo della struttura del palco del concerto di Laura Pausini che ha provocato la morte di un operaio ed il ferimento di altri due. Altri quattro operai che si trovavano in cima alla struttura, a 15 metri di altezza, sono rimasti illesi. Fondamentali, per individuare le cause esatte dell’incidente, saranno comunque le perizie tecniche che il sostituto procuratore della Repubblica Rosario Ferracane dovrebbe affidare già nelle prossime ore. Allo stato la squadra mobile di Reggio Calabria sta ancora sentendo i tecnici e gli operai che si trovavano nelle vicinanze del palco al momento del crollo per ricostruire quanto accaduto. La vittima, Matteo Armellini, di 32 anni, secondo i primi accertamenti, stava salendo sulla struttura quando è stato travolto dal crollo ed è stato colpito alla testa rimanendo ucciso sul colpo. Non è escluso che l’autopsia sul corpo di Armellini possa essere fatta domani.

DITTA, MATTEO SUPER PROFESSIONISTA LAVORAVA DA ANNI NEL SETTORE, CONOSCEVA PERICOLO  – «I nostri tecnici, che sono dei professionisti, non montano la struttura ma intervengono per montare le luci, quando la rete di tubi innocenti che sovrasta il palco è già ultimata. C’é stato questo cedimento, addirittura del pavimento, la struttura è venuta giù e purtroppo Matteo è rimasto sotto». Così Patrizia Di Meglio, commercialista di Castelvecchio Subequo e presidente della cooperativa per la quale lavorava Matteo Armellini, il tecnico morto durante il crollo del palco allestito per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria. «Lui non era un tecnico qualunque – aggiunge la presidente della cooperativa di Castelvecchio Subequo – era un vero professionista che da anni lavorava nel settore dello spettacolo e per grandi artisti. Non era uno che non riusciva a capire le situazioni di pericolo. Per cui anche noi vogliamo sapere di più».

COMUNE REGGIO AVVIA NOMINA COMMISSIONE ESPERTI: «NON HA CEDUTO IL PALASPORT» – L’Amministrazione comunale di Reggio Calabria, in una nota, nell’esprimere il «profondo cordoglio ai familiari di Matteo Armellini e augurando una pronta e piena guarigione ai due lavoratori feriti, manifesta lo sconcerto per l’ennesimo incidente mortale che si è verificato nel Paese su un luogo di lavoro, nonostante siano in vigore da molti anni delle normative molto specifiche finalizzate alla sicurezza dei lavoratori nei cantieri, che individuano con estrema chiarezza e precisione i soggetti preposti, le competenze e le responsabilità nell’intero ambito della sicurezza».

«In conseguenza di quanto accaduto, pur se fiduciosi degli accertamenti che saranno condotti dalle Istituzioni preposte – prosegue la nota – l’Amministrazione ha ritenuto di avviare la nomina di una commissione di esperti per l’accertamento delle cause che hanno determinato l’incidente mortale e per valutare l’opportunità di tutelare non solo il Comune, ma, soprattutto e più in generale, per richiamar
e l’attenzione sull’importanza che siano sempre osservate le leggi che tutelano la sicurezza sui luoghi di lavoro. In conseguenza degli esiti degli accertamenti da espletare l’Amministrazione valuterà quindi se e come costituirsi con le forme e nelle sedi più idonee».

«Si sottolinea inoltre – conclude la nota – che da quanto è stato possibile fin’ora accertare non emerge alcuna responsabilità in capo all’Amministrazione comunale e che le strutture che sono state oggetto del cedimento sono riconducibili alle strutture ‘provvisorie’ che erano in fase di montaggio, e non certamente quelle del Palasport, un’opera tra le più apprezzate nel nostro Paese, che ha ospitato, fin dalla sua realizzazione, molteplici eventi di carattere non solo sportivo».

LE REAZIONI

OSSERVATORIO SUI DIRITTI DEI MINORI: BASTA CONCERTI IN PALAZZETTI – «E’ inconcepibile che in luoghi chiusi e adibiti a manifestazioni sportive di contenuto afflusso di massa si debbano montare strutture la cui imponenza sovrasta di gran lunga le reali possibilità di contenimento. Le immagini del crollo bastano e avanzano a rendere intelligibile come le pretese di spettacolarizzazione dell’evento forzano la natura di un luogo destinato a contenere ben altro genere di performance. Al di là della tragedia odierna, avvenuta in fase di montaggio del palco, il prevedibilmente elevato afflusso di massa, il sovraccarico di strumentazioni e i decibel trasformano un palazzetto dello sport in autentica bolgia dove le probabilità di rischio diventano davvero incalcolabili e ciò non dovrebbe essere consentito». Marziale chiude rispondendo a Jovanotti, che su Twitter si chiede cosa debba cambiare: «I luoghi devono cambiare. Si facciano concerti in aree aperte o in teatri dove il palco esiste già, senza forzature di sorta».

ARZARELLO PDCI: CI VUOLE TESTO UNICO SUL LAVORO – «La morte di Matteo è l’ennesimo dramma di una morte bianca sul lavoro. L’ultimo di una lunga serie nel nostro Paese, il secondo nel giro di pochi mesi che lavorava alla preparazione di un concerto. Le condoglianze sincere non bastano. Tutto questo non deve mai più accadere: il testo unico sulla sicurezza sul lavoro, che era stato approvato durante il governo Prodi, deve essere subito ripristinato. Lancio un appello a tutti gli artisti, a partire da Laura Pausini e Jovanotti affinché si facciano promotori di una campagna in tal senso».

CODACONS: QUALCOSA NON QUADRA – «Un crollo può essere una tragica fatalità, ma due crolli sono l’ indizio di qualcosa che non quadra. Ad esempio ci si interroga su come vengono esaminate le domande di agibilità per i pubblici spettacoli. L’autorità di pubblica sicurezza, infatti, dovrebbe far verificare da una commissione tecnica la solidità e la sicurezza della struttura. Se, quindi, si tratta del tour di un cantante, l’agibilità del palco ha superato decine di esami a seconda della città in cui è avvenuto il concerto. Se, invece il crollo è dipeso dal palazzetto che non ha retto il peso del palco allora ci si interroga se queste strutture, sempre più grandi e spettacolari, siano adatte ad un tour, viste le carenze strutturali endemiche degli stadi e dei palazzetti italiani che solitamente ospitano questi concerti. Se, infine, è dipeso da un errore umano, allora ci si interroga se le procedure di montaggio, per rispettare i tempi stetti esistenti tra una esibizione e l’altra, garantiscano effettivamente la sicurezza dei lavoratori».

TRAMONTI(CISL), PIU’ MISURE DI SICUREZZA – «Il grave episodio nel quale un giovane lavoratore ha perso la vita a Reggio Calabria conferma l’impellente necessità di intensificare le misure in materia di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro». E’ quanto afferma, in una dichiarazione, Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl calabrese. «Avvenimenti così drammatici – prosegue Tramonti – impongono ad ognuno di agire, di fare la propria parte assumendosi in pieno le responsabilità. Proprio per questo la Cisl sollecita ancora una volta l’intervento deciso e determinato di tutti i soggetti istituzionalmente preposti affinché si intensifichino capillarmente i controlli sulle condizioni di sicurezza in ogni luogo di lavoro. Per queste ragioni la Cisl, nell’esprimere vicinanza e profonda solidarietà ai familiari del lavoratore vittima dell’incidente a Reggio Calabria, propone la sottoscrizione di un vero e proprio patto sociale in modo da rilanciare una cooperazione sempre più stretta tra tutti i soggetti, istituzionali, sociali e imprenditoriali, allo scopo di contrastare sempre più efficacemente i fenomeni che spesso sono all’origine di tali drammatici eventi, lavoro irregolare, nero e sommerso in primo luogo».

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