Droga, cocaina dal Sud America: 58 arresti in tutta Italia

L’Aquila, 5 mar 2012 – Una maxi operazione denominata Barrik che ha portato a dimostrare, in oltre 12 mesi di indagine, il trasferimento di 50 chili di cocaina dal Sud America (del valore di oltre due milioni e mezzo di euro), parte dei quali erano stati sequestrati all’aeroporto di Falconara (Ancona) e alla stazione di Giulianova (Teramo), è stata condotta dalla direzione distrettuale antimafia dell’Aquila e ha portato a 58 arresti in tutta Italia.
La cellula originaria dell’organizzazione era nel teramano: da lì era cresciuta fino a attirare l’attenzione dei Servizi di informazione Interni che avevano segnalato al comando provinciale carabinieri l’esistenza di un traffico tra la provincia di Teramo e il Sudamerica, gestito da dominicani e colombiani sul territorio teramano. Diverse le rotte utilizzate dall’organizzazione, cambiate a seconda dell’intensificazione dei controlli agli scali: da Santo Domingo via Madrid a Milano o Ancona, dalla Colombia – Calì o Bogotà – direttamente o via Francoforte a Roma. Cinque i sequestri di circa 6 chilogrammi di cocaina compiuti tra l’ottobre 2010 e l’agosto scorso, negli aeroporti di Falconara (Ancona) e Bogotà (Colombia), alla stazione ferroviaria e in un parcheggio a Giulianova (Teramo). La procura distrettuale ha chiesto diverse rogatorie internazionali attraverso il ministero dell’Interno.
Sono state interessate le unita’ militari, cinofile ed elicotteri di Teramo, Pescara, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Pistoia e Vercelli. A Teramo il blitz e’ stato condotto dagli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri diretti dal capitano Nazario Giuliani.
Sono quattro le persone residenti nella provincia di Teramo finite agli arresti: Vincenzo Fala’ di Teramo, Melissa Gaspari di Tortoreto, Cinzia Massetti di Martinsicuro e Gianni Tassoni di Colonnella. La base operativa era sulla costa teramana. L’indagine e’ partita a novembre 2010 e ha permesso di scoprire come la droga da Colombia, Santo Domingo, Costa Rica arrivasse prima in Europa e poi in Italia. I servizi informativi Aisi erano riusciti a scoprire la rotta della droga che giungeva in Italia grazie alla complicita’ di impavidi corrieri: qualcuno la ingeriva (al massimo venivano inghiottiti ovuli del peso massimo di 12 grammi a corriere), altri la nascondevano nei pannolini, mentre alcuni involucri termosigillati venivano rivestiti di cere aromatizzate al caffe’, cioccolata o rum per ingannare il fiuto dei cani antidroga. A volte la cocaina era liquida e veniva contenuta in barattoli di schiuma da barba o deodoranti.
I corrieri, persone distinte e insospettabili, venivano ricompensati con somme che sfioravano anche i 4mila euro. L organizzazione malavitosa trasferiva i narcotrafficanti in Sud America facendoli passare per una fittizia agenzia di viaggio che prenotava lussuosi alberghi. A capo dell organizzazione c’erano tre persone; Joel Dinato Burgos Nunez, Yeudi De Leon Feliz (in carcere ad Ancona) e Mauricio Abelardo Rubio Azuero domiciliato ad Alba Adriatica.
SAVIANO: ABRUZZO CENTRALE PER STOCCAGGIO COCAINA – «L’Abruzzo è diventato centrale come area di ‘stoccaggio’ della cocaina perche’ considerato territorio sicuro, isolato e insospettabile». E’ quanto dichiara lo scrittore Roberto Saviano tramite i suoi profili personali di Facebook e Twitter, in riferimento all’operazione ‘Barrik’ condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila che ha portato all’esecuzione di 58 misure cautelari in tutta Italia. «L’operazione – aggiunge Saviano – ha fermato un’organizzazione colombiana e italiana di narcos che ha importato 50 chili di coca in Abruzzo».