
L’Aquila, 5 mar 2012 – E’ stato sicuramente un buon risveglio quello del primo cittadino aquilano Massimo Cialente dopo i risultati delle primarie. Trionfante con il 70% delle preferenze sullo sfidante outsider Vittorio Festuccia, il sindaco in carica scherza: «Ho superato l’esame con il voto di 30 e lode».
Un risultato importante in una “competizione” voluta fortemente da Cialente perché «ritengo importante che un sindaco uscente non si sottragga al giudizio. Tutto ciò serviva dopo questa sindacatura difficile, viste anche le critiche che si erano sollevate sulla mia presunta incapacità sulle questioni legate alla struttura tecnica di missione e commissariamenti. In campagna elettorale non ho mai parlato di Sel ma di quello che ho fatto per la città e quello che intendo fare».
Gli elettori di centrosinistra, dunque, hanno promosso a pieni voti Cialente che ha annunciato anche l’intenzione di avere un incontro con la maggioranza e con l’Api. Sulle elezioni amministrative, Cialente non ha dubbi: «Vincere al primo turno perché la città non si può permettere di perdere altri 15 giorni per i ballottaggi». L’auspicio per il sindaco dell’Aquila è «che le persone si esprimano decisamente per me perché devo lavorare, avere le idee chiare. Il centro sinistra ha scelto un aquilano, il centro destra – ha concluso – vede il candidato Giorgio De Matteis scelto dal presidente Chiodi che è di Teramo e Properzi, da Filippo Piccone, ovvero Celano. Il centro destra non c’è e non ha alcuna idea».
Al voto hanno partecipato 5.007 persone: Cialente ha ottenuto 3.520 preferenze contro le 1.465 di Festuccia. Vista l’affluenza significa che «la città è viva – ha commentato il parlamentare del Pd Giovanni Lolli -. Vorre che uno stessa partecipazione di elettori vada a votare il 18 marzo anche per le primarie del centrodestra. Sarebbe un nuovo segnale di vitalità.
Cialente, che nelle primarie ha sempre visto un passaggio necessario «per sottoporre l’operato all’esame dei cittadini», ora sarà impegnato a stilare un programma congiunto con lo stesso Festuccia.
Il 70% incassato dal sindaco uscente nelle primarie di ieri «sono il frutto di un lavoro di squadra, di una rete di amministratori, dirigenti di partito, esponenti della società civile e cittadini che, coordinati dal Sindaco, in questi anni hanno sostenuto l’azione di governo del centro sinistra e con abnegazione si sono spesi in questa prima fase di campagna elettorale», commenta il segretario del Pd dell’Aquila Francesco Iritale. «Oggi sostenere Cialente – prosegue – significa difendere gli interessi della città contro un centro destra diviso, rissoso e guidato da politici di altri territori dell’Abruzzo».
A fargli eco il Segretario Provinciale del partito dei Comunisti italiani dell’Aquila, Angelo Ludovici: «Questo risultato fa chiarezza sulle reali intenzioni di una popolazione». «La riconferma di Cialente – prosegue Ludovici calcando la mano – va letta da diversi punti di vista: il rigetto di una campagna della SEL tutta imperniata sulla delegittimazione del Sindaco uscente; la necessità di una continuità politica-amministratica; il progetto di un rilancio economico, culturale e sociale; la difesa della Città da attacchi esterni e il superamento del Commissariamento».
PAOLUCCI (PD): «LA VITTORIA CIALENTE E’ LA SPERANZA DEGLI AQUILANI» – «La vittoria schiacciante di Massimo Cialente alle primarie dell’Aquila è la vittoria dei cittadini del nostro capoluogo, che credono che una ricostruzione economica e sociale della città è possibile con l’affidabilità, la testardaggine, il coraggio del sindaco uscente che ha saputo dare voce ai cittadini nei mesi dell’emergenza. È una vittoria di ampio respiro, popolare e partecipata, che deve spingere tutti, ora, a lavorare insieme per la vittoria alle elezioni. Forte di questo solido mandato popolare, Cialente ora potrà concentrarsi sulla partita decisiva, contando anche sulla mobilitazione di Festuccia e dei suoi sostenitori che vanno ringraziati. La vittoria di Massimo Cialente all’Aquila, per la sua portata simbolica e numerica, assume anche una valenza nazionale per il Partito Democratico, che vince le primarie con un distacco consistente in una delle città italiane più importanti fra quelle chiamate al voto in primavera. Di questo occorre dare merito al carisma di Cialente, ai dirigenti ed alla base del Pd aquilano. Ora occorre lavorare per concretizzare il risultato nelle elezioni».
MANTINI (UDC): COMPLIMENTI A CIALENTE, A L’AQUILA FORMULA MONTI – «Rallegramenti a Massimo Cialente per il successo nelle primarie ed un consiglio: ora non sia divisivo, meno di quattromila voti non bastano per governare la sfida storica della ricostruzione. A L’Aquila occorre creare le stesse condizioni che sostengono il governo Monti, più cultura tecnica e una vasta alleanza tra moderati e riformisti. In questo senso giudico la proposta civica e centrista di Giorgio De Matteis e le necessita degli aquilani che vogliono ritrovare speranza e futuro. Sarebbe invece inconcepibile un ritorno alla vecchia politica, destra contro sinistra, conflittualità e piccoli interessi. Stiamo lavorando con il governo Monti ad una nuova filosofia della ricostruzione e la campagna elettorale che si apre deve essere in sintonia con questo impegno perché L’Aquila è una grande questione nazionale».
CARDUCCI (MOVIMENTO PER L’AQUILA): CIALENTE 30 E LODE OVVERO LA VITTORIA DI PIRRO – «In tutte le città italiane dove si sono svolte le primarie del centro sinistra i votanti sono aumentati: solo all’Aquila sono diminuiti, quasi della metà. Eppure la “macchina della propaganda” del PD ha fatto passare il messaggio di una straordinaria affermazione di Cialente. Non è utile, per i seguaci del cialentismo, chiedersi che fine abbia fatto la metà dei circa 9 mila elettori delle primarie del 2007; del perché non siano andati a votare nonostante l’inderogabile necessità di rinascita della Città; del perché, rispetto alle precedenti consultazioni, il cartello di appoggio del candidato Sindaco del centro sinistra si sia vistosamente ridotto. L’IdV salta le primarie del “Cialente 30 e lode” e si presenta da solo al primo turno con Angelo Mancini, e molti degli scontenti della giunta Cialente si sono ritrovati nel progetto “Appello per L’Aquila” con Ettore Di Cesare. Cialente ha perso per strada pure i movimenti civici ed i moderati che nel 2007 lo avevano sostenuto, oggi alla ricerca di una “casa comune” e di una seria alternativa alla sua cronica incapacità di governare ed alla sua esasperata litigiosità. In altri momenti, a ridosso delle consultazioni comunali, i sindaci uscenti facevano asfaltare le strade ed aggiustare le fontane. Oggi Cialente, nel peggior stile da Prima Repubblica, a un mese dalle elezioni, presenta piani di ricostruzione inesistenti, piani della mobilità vuoti, annuncia improbabili piani regolatori… Ma in questi cinque anni, si chiede l’aquilano normale, cosa ha concluso? Ha lavorato solo in previsione delle elezioni 2012? Le primarie in tono minore sono servite in verità solo a legittimare la candidatura di Cialente, mal digerita dal PD (che non dimentichiamo per buona parte voleva Lolli) e dalla stessa coalizione di centro sinistra. Cialente si gloria della vittoria di Pirro, ovvero di una vittoria che viene celebrata sulle macerie politiche della sua ex maggioranza e sulle macerie vere della città diruta, dove la ricostruzione non parte soprattutto per la litigiosità e le responsabilità politiche del sindaco uscente. E basti pensare alla incredibile vicenda del Piano di Ricostruzione, altro che “Cialente 30 e lode”».
RIFONDAZIONE: PRIMARIE
TRA LUCI E OMBRE – «L’affermazione di Cialente nelle primarie di una parte del centrosinistra è un risultato prevedibile vista la sproporzione delle forze in campo. Vittorio Festuccia, indipendente, era infatti ufficialmente sostenuto solo da SeL con l’appoggio esterno di Rifondazione Comunista, che non ha sottoscritto il patto di coalizione per le primarie. In tal senso il 30% riportato da Festuccia va molto al di là della forza esprimibile da SeL e Rifondazione». Dichiarazioni di Marco Fars e Francesco Marola, segretari regionale e provonciale di Rifondazione Comunista. «L’affermazione di Cialente appare netta solo senza considerare alcuni aspetti che meritano un giudizio più articolato su queste primarie.
Il primo è che queste primarie non risolvono i problemi in merito ai programmi e alla composizione dell’eventuale coalizione di centrosinistra. L’Italia dei Valori è al momento fuori dalla coalizione, Rifondazione Comunista sul merito dei programmi ha sollevato questioni su cui Cialente non ha dato ancora risposta. Il nostro appoggio esterno a Festuccia è stato infatti motivato dalla disponibilità dello stesso a portare dentro il dibattito i contenuti da noi proposti. Con soli due candidati, le primarie non hanno saputo coinvolgere movimenti e comitati che potevano arricchire il confronto; una critica che fin dall’inizio Rifondazione Comunista ha posto e a cui il Pd ha risposto blindandosi attorno alla candidatura di Massimo Cialente, favorendo una sterile collocazione antipartitica di alcune liste civiche. Riguardo la partecipazione al voto, Cialente ha ottenuto circa 600 voti in più rispetto ai 2.900 che lo avevano visto vincitore 5 anni prima, quando era il candidato dei soli Ds. La sensazione è quella di primarie un po’ asfittiche e concentrate più sulla figura del sindaco in carica che sulla partecipazione ai programmi, quindi una personalizzazione che occulta i problemi. Ci auguriamo che dopo queste primarie si possa finalmente discutere del merito dei programmi, rintracciando in essi l’unica strada che possa unire il centrosinistra per battere una destra, che nello specifico aquilano ha dimostrato tutta la sua subalternità al modello predatorio e spettacolare berlusconiano».