Consiglio regionale: niente soppressione della riserva del Borsacchio

6 marzo 2012 | 21:19
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Consiglio regionale: niente soppressione della riserva del Borsacchio

L’Aquila, 6 mar 2012 – Consiglio regionale animato quello di oggi all’Emiciclo, dove è tornato a riunirsi dopo la pausa invernale a Pescara. Nella seduta di oggi il consiglio regionale ha approvato all’unanimità una risoluzione a firma dei Consiglieri del Pd Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca e sottoscritta anche dal capogruppo del Pdl Lanfranco Venturoni, che impegna il presidente della Regione, Gianni Chiodi a ottenere da parte dl Cipe, per ottenere i finanziamenti necessari a risarcire i danni provocati dall’alluvione che nel 2011 ha colpito il Teramano. 

I fondi dovranno essere recuperati nell’ambito della ridistribuzione dei Fas 2000-2006. Chiodi ha definito «utile» la risoluzione in questione, con la quale è stato chiesto a Chiodi di farsi portavoce presso il governo per ottenere la proroga dello stato di emergenza fino al 2013. «La Regione è stata vittima della normativa che stabiliva la tassa sulla disgrazia», ha detto Chiodi, «norma sbagliata e contestata e infine annullata dalla Corte costituzionale. Le Marche hanno aumentato le accise sulla benzina, al confine molti marchigiani vengono a fare rifornimento in Abruzzo, ma non ha ricevuto la quota parte dallo Stato, che è stato inadempiente nei suoi confronti. Noi siamo stati più attenti e non abbiamo messo le accise. Il Cipe dovrebbe deliberare la somma relativa ai fondi Fas 2000-2006. È la strada che già dall’inizio avevamo scelto di seguire per non tassare i cittadini». Ha concluso il presidente della Regione.

Via libera, poi, al rendiconto 2011 del consiglio regionale e alle modifiche alla Finanziaria 2012, che rinviano al 30 aprile e al 30 giugno prossimi le nuove norme sulla Via (Valutazione di impatto ambientale). Rinviata al prossimo Consiglio regionale la legge sul riordino dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo e la sostituzione di un componente del collegio regionale per le garanzie statutarie.

FONDI PER LA NON AUTOSUFFICIENZA:

Il consigliere regionale del Pd Marinella Sclocco è intervenuta con un’interrogazione all’assessore alle Riforme istituzionali, Carlo Masci sui fondi destinati alla non autosufficienza. «Vorrei avere risposte certe su tempi e modalità di erogazione delle somme destinate al capitolo della non autosufficienza», ha detto la Sclocco, che per il Pd in Regione si occupa di Sociale. «Il trasferimento statale di 4,5 milioni di euro doveva essere destinato a finanziare esclusivamente progetti realizzati dagli ambiti territoriali a favore di categorie in difficoltà e non in grado di vivere in maniera autosufficiente, anziani e disabili. È gravissimo aver dovuto ascoltare una non risposta, anzi una rilettura integrale del mio question time. In sintesi non si è chiarito come, se e quando gli ambiti, impegnati direttamente dalla regione a inviare progetti da finanziare per la non autosufficienza, avranno la possibilità di fruire delle somme destinate direttamente dallo Stato».

METANODOTTO SNAM:

Il capogruppo in Regione di Alleanza per l’Italia, Gino Milano, ha presentato un’interpellanza sul problema del gasdotto “Rete Adriatica”, progettato dalla Snam Rete Gas, e sulla centrale di compressione prevista a Sulmona. «Chi beneficerà dell’opera? Quali saranno gli impatti ambientali? Può il gasdotto attraversare la dorsale appenninica che è ad alto rischio ambientale, idrogeologico e simico?» Queste sono le domande poste dal capogruppo. «Tutto ciò nonostante sia stata approvata anche una risoluzione dallo stesso consiglio regionale che impegna il presidente della Regione a negare l’intesa con lo Stato sull’attuale progetto della Snam, a fermare ogni procedura in corso e a richiedere subito l’istituzione di un tavolo nazionale per individuare di una soluzione alternativa alla dorsale appenninica. Il capogruppo di Api ha chiesto alla giunta di assumersi le proprie responsabilità in particolare sulla centrale di compressione, che dovrebbe ricomprimere il gas per essere poi dirottato verso Nord, con un potenziamento della produzione attuale di 7 volte».

MENSA DI BAZZANO:

Animata discussione, poi, sull’interpellanza presentata da Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, riguardo alla mensa universitaria dell’Università di Lettere e filosofia, a Bazzano. Nei giorni scorsi è stata, infatti, chiusa la mensa gestita dall’Adsu, «privando gli studenti di un importante servizio», ha detto Acerbo. La mensa sarebbe stata tolta, in base alla ricostruzione fatta dall’assessore Paolo Gatti, perché il servizio non veniva utilizzato dagli studenti. «Il presidente dell’Adsu ha detto che c’è stata scarsa affluenza degli utenti, inferiore a 20-30 persone al giorno, complessivamente circa 2mila pasti nel periodo che va da gennaio a settembre 2011», ha spiegato l’assessore. «C’è stata scarsa utilizzazione da parte degli studenti iscritti alla facoltà di Bazzano: 926 pasti nel periodo, quindi una media di 26 al giorno. Dopo un’intesa con il commissario Francesco D’Ascanio, dal novembre 2011 la struttura è tornata nelle mani della proprietà. D’Ascanio ha stabilito che il servizio sarebbe stato messo a disposizione (con almeno 30 pasti al giorno) con la distribuzione di pasti caldi da parte di una ditta del posto. Ma l’azienda ha specificato che se si dovesse scendere sotto i 30 pasti, non sarebbe per essa conveniente sostenere costi di trasporto e personale». Dura la risposta di Acerbo: «Il servizio di mensa è stato sospeso dopo che studenti e preside sono stati messi di fronte a un aut-aut. Ora gli studenti sono costretti a consumare i loro pasti dentro alle stanze dell’università, nello specifico nella sala studio. Una soluzione non dignitosa. E poi immagino che trasportato questo cibo non sia di grande qualità e quindi gli studenti vanno a mangiare altrove. L’università aquilana dovrebbe essere un gioiello per far ripartire la città e la regione, anche da un punto di vista dei servizi,e non può essere l’ultima ruota del carro. Per mesi non c’è stato il servizio mensa e oggi si fa nella sala studio dell’università con servizio di cibi trasportati. Invece di preoccuparsi dello zoo profilattico, l’assessore Gatti si occupi dell’università dell’Aquila, questa è la sua delega».

AMIANTO A ORICOLA:

Il consigliere dei Verdi Walter Caporale ha presentato un’interpellanza sulla pericolosità dell’ex fornace Corvaia di Golfarolo, nel Comune di Oricola. Dismesso da anni, il sito rappresenta una minaccia alla salute degli abitanti del posto. «C’è una massiccia presenza di amianto nelle strutture fatiscenti fornace», ha detto Caporale, «che versa in stato di grave abbandono e di pessimo stato di conservazione. La copertura è precaria e se la struttura crolla si potrebbero disperdere fibre d’amianto creando danni alla salute. Anche la Asl ha fatto un sopralluogo dal quale ne è uscita una pesante relazione, in quanto il manufatto è stato realizzato nei pressi di una zona residenziale. L’Arta aveva già evidenziato quanto fosse severa l’esposizione di amianto nella zona di Oricola, il Comune ha recintato l’ex fornace, ma le particelle di eternit si diffondono lo stesso. Nessuna delle azioni preliminari suggerite dall’Arta è stata messa in atto. Sono 20’anni di esposizione. So che il problema è la mancanza di fondi per bonificare l’amianto, ma la bonifica è importantissima anche se costosa». Ad Acerbo ha risposto l’assessore Mauro Di Dalmazio. «Il servizio di gestioni dei rifiuti ha chiesto la bonifica del sito. Il sito si trova in una zona industriale privata, c’è una vicenda penale in corso, perché la proprietà non fa la bonifica. Per il Comune la priorità ha riguardato le discariche dismesse, non avendo fondi a disposizione per fare il resto, dato cha anche su quel fronte rischiava sanzioni e conseguenze sulla salute dei cittadini».

RISERVA DEL BORSACCHIO:

Nulla di fatto, infine, sulla riserva naturale del Borsacchio, sul confine tra Giulianova e Roseto. I due progetti di legge regionale presentati dall’ex assessore Lanfr
anco Venturoni e
dal consigliere del Pdl Berardo Rabbuffo non sono state discusse: l’una rinviata al prossimo consiglio regionale, l’altra torna invece in Commissione. Si tratta di progetti per la riperimetrazione e abrogazione della riserva naturale del Borsacchio. La proposta dell’ex assessore Venturoni intende abrogare l’articolo che istituì con legge regionale del 2005 la riserva del Borsacchio, che verrebbe così soppressa. La proposta di legge di Rabbuffo vuole riperimetrare la riserva. Entrambe intendono modificare la riserva ritenuta «nutile». In aula anche una delegazione di ambientalisti, che hanno così sostenuto il consigliere dell’Idv, Cesare D’Alessandro, disposto a «difendere in ogni modo il Borsacchio». Il giovane consigliere Pdl del Comune di Giulianova, Gianluca Antelli, ha spiegato perché per il suo Comune il Borsacchio non ha ragione di esistere: «Il Borsacchio sta bloccando un progetto di teleriscaldamento finanziato dal ministero delle Infrastrutture, perché l’impianto andrebbe a finire all’interno dei confini della riserva, e anche il progetto di costruzione di una struttura residenziale». Il consigliere ha ricordato che il consiglio comunale di Giulianova si è espresso all’unanimità per fare uscire il territorio dalla porzione di riserva che lo riguarda.

RENDICONTO DEL CONSIGLIO:

Ammonta a oltre 30 milioni di euro la spesa per il 2011 del consiglio regionale dell’Abruzzo, come emerge dal rendiconto finanziario approvato dall’assemblea dell’Emiciclo. Il consuntivo è stato approvato all’unanimità dai presenti in aula. Nel bilancio di previsione, lo stanziamento iniziale era stato fissato a 31,4 milioni. La differenza di circa un milione di euro verrà impiegata, unitamente ai residui passivi insussistenti riferiti al periodo 2009-2010, per costituire l’avanzo di amministrazione necessario alla copertura delle spese previste per l’annualità 2012. Per l’anno in corso, infatti, il bilancio regionale ha previsto uno stanziamento di 27,5 milioni di euro, cifra che, secondo il servizio bilancio del consiglio, è "sottostimata rispetto alle reali esigenze" per il funzionamento del consiglio.

M. Gianf.