L’Aquila, tasse sospese terremoto: Equitalia, «pagare tutto, anzi no»

L’Aquila, 9 mar 2012 – Dopo il sisma del 6 aprile 2009 i residenti nei comuni del cratere hanno “beneficiato”, sino al 30 dicembre 2011, della sospensione del pagamento delle tasse e delle cartelle esattoriali. La legge di stabilità – n. 183/11 – ha previsto il relativo pagamento nella misura massima del 40% dilazionata in 10 anni.
Con tale norma lo Stato ha dato un aiuto ai cittadini danneggiati dal terremoto ed ha voluto contribuire alle spese che ogni singolo abitante deve sostenere per la ricostruzione. Intendiamoci: tale “agevolazione” è stata introdotta per la prima volta nel lontano 1968 in occasione del terremoto del Belice ed è stata ripresa nel 1976 (Friuli), nel 1980 (Irpinia), nel 1997 (Marche ed Umbria) e nel 2002 (Molise e Puglia) sino al sisma del 2009 a L’Aquila; come si può verificare dal sito della Camera dei Deputati. Pertanto non si tratta di una gentile “concessione” per l’Abruzzo ma di un provvedimento rinnovato in occasione di ogni terremoto avvenuto nella Penisola.
Dopo tante battaglie sembrava che il problema fosse stato risolto; invece, a fine dicembre, Equitalia ha notificato tutte le cartelle rimaste sospese sino a quella data (circa 10.000 secondo Il Sole 24 Ore) inserendo, però, un foglio con il quale si ricorda che il pagamento deve avvenire in misura ridotta e dilazionato nel tempo. Conclude la nota allegata ad ogni singola cartella «La invitiamo a non effettuare, al momento, alcun pagamento delle somme nella stessa indicate. Ella sarà contattata nuovamente e Le saranno fornite tutte le indicazioni necessarie».
La stragrande maggioranza dei cittadini ha aspettato una nuova comunicazione che, al momento, non è arrivata. Altri, invece, nell’imminenza dei termini di scadenza, hanno impugnato le cartelle presso la commissione tributaria provinciale di L’Aquila chiedendone la sospensiva. L’Agenzia delle Entrate, però, si è opposta alla sospensiva che, comunque, è stata concessa. Secondo Il Sole 24 Ore le cartelle, se non impugnate dopo 60 giorni dalla notifica, diventano definitive ed esecutive. In parole semplici bisogna pagare tutto (tasse, sanzioni, interessi ed aggio dell’esattoria) e subito.
La conclusione, dunque, sarebbe che i cittadini abruzzesi non solo sono terremotati di serie ” b ” rispetto a quelli del resto dell’Italia ma che lo Stato, su di loro, ha addirittura guadagnato (interessi, sanzioni ed aggio). Urge una spiegazione.
(red)