
L’Aquila, 10 mar 2012 – Ha provocato una bufera all’interno dell’Università dell’Aquila il fatto che il rettore uscente, Ferdinando Di Orio, e l’ex direttore amministrativo ed ex fedelissimo del Magnifico, Filippo Del Vecchio, ora direttore generale dell’università D’Annunzio Chieti-Pescara sono indagati per truffa ed abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila sui mega affitti contratti dopo il terremoto del 6 aprile 2009 per ricollocare le sedi delle facoltà distrutte dal sisma. Il rettore, senza voce, ha spiegato di non essere in grado di parlare, annunciando una conferenza stampa per la giornata di lunedì «così avrete il quadro completo sul caso degli affitti».
Del Vecchio ha spiegato di non sapere nulla dell’inchiesta coordinata dal pm David Mancini. Il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, nel difendere l’operato del rettore «il quale ha solo rispettato la direttiva del senato accademico nella riunione del 6 maggio 2009, un mese dopo il tragico terremoto, di ripristinare nel più breve tempo possibile le proprie strutture danneggiate dal sisma», a proposito dei prezzi degli affitti troppo alti e la valutazione dell’Ute arrivatra un anno e mezzo dopo, provocatoriamente, si è autodenunciata «perché il 15 aprile 2009, ho pagato 20 euro un panino con la porchetta, perché oggi ho pagato un chilo di pomodori il doppio di quello che avrei pagato a distanza di 50 Km da qui, perché pago un litro di benzina molto di più di quanto non la pagherei al di là del Gran Sasso, perché.chissà quanto ci sto guadagnando!».
Intanto, il professor Sergio Tiberti, il docente che guida l’opposizione interna a Di Orio, ha reso noto che alcuni componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo sono pronti a costituirsi parte civile «qualora le indagini culminassero in un processo». «Vediamo cosa accadrà, ma una cosa la possiamo già dire: non è vero che dopo il sisma c’era penuria di capannoni e locali da poter adibire a facoltà universitarie – ha spiegato Tiberti – tanto da portare a un pagamento di fitti alle stelle. Anzi, volendo ci sarebbe stata la possibilità di trovarli addirittura gratis, se ci si fosse impegnati sul serio». Tiberti e altri componenti del Cda tra cui Pierluigi Zobel e Brunello Oliva, denunciarono la questione affitti già nel gennaio dello scorso anno. In serata i due docenti, in una nota, hanno sottolineato di apprendere con preoccupazione la notizia della conferenza stampa di lunedì convocata dal rettore «nel rispetto della Magistratura, dovuto da ogni cittadino e a maggior ragione da ogni pubblico ufficiale, sarebbe necessario da parte degli indagati attenersi a quanto prescritto dalla procedura ed astenersi dal rilasciare dichiarazioni alla stampa su un’inchiesta in atto».
PRESIDE PSICOLOGIA– La Preside della Facoltà di Psicologia ha espresso, attraverso una nota, «profonda amarezza e rammarico nel constatare che tutti gli sforzi profusi dal Magnifico Rettore in quel drammatico periodo dell’immediato post sisma grazie ai quali l’Ateneo Aquilano, miracolosamente e, al di sopra di ogni più favorevole aspettativa, è vivo ed in ottima salute, debbano essere macchiati da accuse assolutamente ingiuste ed infondate». «E’ noto a tutti – ha aggiunto – la difficoltà estrema di quel periodo nel reperire locali degni di tale nome, e ricordo molto bene l’ansia e l’angoscia che tutti noi avevamo nel cercare in tutti i modi soluzioni che ci consentissero di collocare tutti i nostri studenti in strutture adeguate e “sicure”, per poter realizzare l’unico obiettivo di quel momento: far partire il nuovo anno accademico ed impedire lo smembramento della nostra cara ed amata Università da sempre fiore all’occhiello di questa città». «La soluzione, insperata, dell’ex Optimes come sede idonea per due grandi Facoltà, Ingegneria e Scienze Motorie, – ha continuato – rese possibile la realizzazione di questo sogno e tutti noi senatori all’epoca esultammo ed unanimi acconsentimmo a questa scelta. Il prezzo di locazione era eccessivo? Ma ci si ricorda dei parametri di allora? Tra le rovine e le macerie di cui eravamo, ed, in buona parte, siamo ancora circondati, non c’erano situazioni tra cui scegliere e tutto ciò che veniva offerto, a partire dai generi di prima necessità, era fuori da qualsiasi logica di mercato. Ma perché non si tiene conto di questo? Perché la memoria è così breve da dimenticare la drammatica realtà di nemmeno tre anni fa? Magnifico Rettore, io non dimentico, io sono molto consapevole del ruolo fondamentale che tu hai avuto per la sopravvivenza dell’Università degli Studi dell’Aquila e di questo ti sarò sempre grata».
PRESIDE INGEGNERIA – «Come più volte, e in più occasioni, ribadito, la sede provvisoria della Facoltà di Ingegneria in via Campo di Pile ha consentito il tempestivo inizio delle attività didattiche nel mese di Ottobre 2009, dopo che il 6 Aprile Ingegneria aveva perso per intero la propria sede istituzionale e nell’intervallo Aprile-Ottobre 2009 aveva continuato la propria attività amministrativa in un container, e didattica in varie localizzazioni, grazie all’ospitalità di enti diversi». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il preside Facoltà di Ingegneria dell’Aquila. «Stante l’obiettivo fissato dalle autorità comunali, regionali e nazionali di non allontanare dall’Aquila il sistema della formazione scolastica e universitaria – aggiunge il preside – considerato inalienabile per la ripresa della vita stessa della città, era apparso subito chiaro che non sarebbe stato facile trovare una sede adeguata per la Facoltà di Ingegneria, forte di 150 docenti e 5000 studenti iscritti (tanti sono attualmente; erano 6000 prima del sisma), e l’argomento fu materia di incontri, purtroppo non risolutivi, tra il Prefetto, il Sindaco, il Presidente della Regione e della Provincia, le autorità accademiche. Queste ultime (tra le quali era presente anche il Preside della Facoltà di Ingegneria) arrivarono a chiedere la requisizione di locali idonei, ma da parte delle autorità competenti non si ritenne che ricorressero le condizioni per operare in questa direzione. La soluzione che fu trovata, a seguito di numerose e approfondite ricerche, apparve all’epoca l’unica praticabile dal punto di vista temporale (inizio anno accademico ad Ottobre 2009) e logistico (superficie dei locali, collocazione nel tessuto cittadino, sicurezza statica e dinamica degli edifici, disponibilità di aree di parcheggio, etc.), e tale si rivela ancora oggi, a 3 anni dal sisma, con la assoluta mancanza di soluzioni alternative confrontabili nel perimetro della città dell’Aquila. Si esprime pertanto l’auspicio che le esigenze e i vincoli di natura temporale e logistica brevemente richiamati in questa nota siano sempre tenuti in debito conto, e che le gravi difficoltà del terremoto e le conseguenze oggettive che ancora patiamo siano adeguatamente considerate nelle vicende in corso».
PRESIDE SCIENZE MOTORIE – «In relazione alle notizie di stampa odierne (10 marzo 2012) relative ad indagini sulle condizioni di locazione dell’immobile ex Optimes, in qualità di Preside della Facoltà di Scienze Motorie, Facoltà che proprio in quella sede ha trovato una dignitosa localizzazione e ha ripreso completamente le attività didattiche dall’ottobre 2009, desidero ringraziare il Magnifico Rettore prof. Ferdinando di Orio per averci consentito ormai quasi tre anni accademici di attività piena e regolare, assicurando agli studenti e al corpo docente spazi adeguati e confortevoli». Lo sottolinea, attraverso una nota la Preside Facoltà di Scienze Motorie.
«All’epoca – prosegue la nota – non avevo le responsabilità di oggi ma ben ricordo il Consiglio di Facoltà in tenda nel quale l’allora Preside prof.ssa Cardigno ci presentò la soluzione locativa dell’ex Optimes. Con quale sollievo e soddisfazione fu da lei presentata e da
tutti accolta. Se questa soluzione sia stata eccessivamente onerosa va forse chiesto a chi ha speculato, per noi è stata preziosa. È per me incredibile che si trascuri lo stato di necessità dell’intero Ateneo e non si valorizzi il risultato ottenuto. Quanto valgono, in termini di beneficio per la collettività, per i nostri 1000 studenti di Scienze Motorie, per i 5300 di Ingegneria, per l’economia marginale di questa città, tre anni di attività didattica? Bene, li si sottragga all’importo pagato e si vedrà se è stata vantaggiosa la decisione di sottostare alle richieste della proprietà. Pertanto ritengo doveroso difendere l’operato del Magnifico Rettore che si è assunto responsabilità e ha affrontato condizioni eccezionali, determinando l’attuale successo del nostro Ateneo e della Facoltà che dal 2010 presiedo e che proprio in questi anni ha avuto un costante incremento di immatricolati».
PRESIDE ECONOMIA– «Il nostro Rettore è non da oggi oggetto di un massacrante ed infamante attacco mediatico ma sono sotto gli occhi di tutti i risultati che l’Ateneo aquilano ha raggiunto grazie al lavoro del rettore e di quanti, anziché attardarsi in conferenze stampa, hanno quotidianamente lavorato per la “ripartenza” dell’Università. Oltre a manifestare la mia piena solidarietà a Ferdinando di Orio, di cui posso testimoniare il pieno senso delle istituzioni, l’assoluta onestà e l’infaticabile laboriosità a vantaggio esclusivo dell’Ateneo, intendo evidenziare la correttezza dell’operato dell’Università dell’Aquila anche con riguardo all’affitto dell’ex-Optimes. Tale operazione infatti ha consentito alla nostra maggiore facoltà (oltre 160 docenti di ruolo, seimila studenti, ecc.) di avere una sistemazione più che idonea (nella quale è stata allocata anche la facoltà di scienze motorie) e il cui affitto è corrispondente ai valori di mercato correnti in L’Aquila in quel frangente temporale. E questi dati saranno facilmente dimostrati nelle dovute sedi. Infine, se il momento non fosse drammatico, avrei molto da commentare sul singolare “monito” di alcuni membri del consiglio di amministrazione che, a fronte di un loro “iperattivismo” in comunicati stampa e in conferenze stampa di dura critica nei confronti del rettore, intendono impedire a quest’ultimo di replicare negandone addirittura l’esercizio della (costituzionalmente garantita) libertà di espressione. A Ferdinando Di Orio va dunque la mia piena solidarietà per l’attacco infamante, con la certezza che Egli saprà mostrare nei tempi dovuti e nelle sedi competenti l’assoluta estraneità a quanto addebitatogli».
CGIL E CISL UNIVERSITÀ DELL’AQUILA – La Cgil e la Cisl Università attraverso una nota hanno sottolineato che «nonostante le difficilissime condizioni generali in cui versava, dopo il terremoto, tutto il funzionamento e l’apparato organizzativo dell’Ateneo, gli organismi accademici hanno svolto il più trasparente dibattito e l’approfondimento necessario per giungere alle deliberazioni che sono state assunte in merito. La discussione che è stata fatta nell’addivenire a questa decisione ovviamente ha tenuto conto dei riflessi che il sisma aveva prodotto sul mercato immobiliare. La considerazione prevalente sulla quale il Sindacato torna ad insistere è che la responsabilità è stata assunta dall’Ateneo attraverso i suoi organi, cioè attraverso i suoi lavoratori, il personale docente e tecnico-amministrativo componente degli organi stessi, che si è fatto carico di una scelta (oggi oggetto dell’inchiesta della procura) con l’esclusivo e prioritario obiettivo della ripresa delle attività didattiche delle facoltà di ingegneria e di scienze motorie. La necessità di riaprire un luogo chiamato università e di poter accogliere gli studenti in un edificio dignitoso e idoneo per lo svolgimento delle attività didattiche è stato il principio guida di tutte le decisioni che sono state assunte nei difficilissimi giorni successivi al terremoto, in cui il disastro era enorme, la confusione tanta e la sopravvivenza dell’università dell’aquila a forte rischio. Non è superfluo ricordare che la facoltà di ingegneria era ed è la più grande per numero di studenti e di docenti. In questo senso il Sindacato di Ateneo, nel più alto rispetto per le attività di inchiesta, è vicino all’istituzione universitaria ed agli organi che la rappresentano a tutti i livelli».
COSTANTINI (IDV): UNIVERSITA’ VERA SPERANZA PER L’AQUILA – «Legittima l’attenzione rivolta ai canoni di locazione pagati dall’Università per garantire la prosecuzione delle attività, subito dopo il terremoto; canoni che secondo alcune stime, peraltro totalmente "decontestualizzate", sarebbero superiori di circa il 40% rispetto ai valori di mercato».Lo dichiara Carlo Costantini che aggiunge che è «legittima, a patto che una identica attenzione venga rivolta a tutte le procedure di spesa adottate a L’Aquila nel dopo terremoto, a partire da quelle adottate dal Comune, dalla Protezione civile e dallo stesso Commissario Chiodi, che in molti casi e con ragioni di urgenza molto più deboli di quelle che si e’ trovata ad affrontare l’Università, hanno speso fino al 300% in più dei prezzi di mercato. Esempi concreti non servono, perche’ tutto quello che hanno fatto e’ costato mediamente il doppio di quanto sarebbe costato in condizioni di normalità. Per tutti possono valere gli alloggi del Progetto C.A.S.E.: ne facciano stimare il valore di mercato e scopriranno che valgono circa 900 euro/mq e sono costati quasi 3.000 euro/mq. Oppure vadano a vedere i ponteggi, che alla fine costeranno chissà quante volte in più di quanto sarebbero costati normalmente; i bagni chimici; o la gestione delle mense, per scoprire che ancora pochi mesi fa sono state affidate senza gara di appalto, con un costo di gran lunga superiore non solo a quello di mercato, ma anche a quello che si pagava prima di questo avvicendamento. In molti, non il solo Di Iorio, si sarebbero letteralmente "svenati", pur di assicurare la prosecuzione delle attività universitarie; i fatti gli hanno dato ragione, se e’ vero, come e’ vero, che con i suoi 24.000 studenti e’ stata la prima e forse unica istituzione pubblica aquilana a tornare alla normalità. Una normalità, quella dell’Università, che oggi rappresenta la speranza alla quale e’ aggrappata una intera comunità, delusa e mortificata da come e’ stato gestito tutto il resto. Bene, quindi, le verifiche, le ispezioni, le indagini e tutti i controlli del caso, sulle spese dell’emergenza dell’Università, così come sulle spese di tutti gli altri enti pubblici che si sono trovati ad operare a L’Aquila e giusto che tutti quelli che risulteranno aver sbagliato paghino le conseguenze, senza eccezioni di sorta. Male, ancora una volta, la stragrande maggioranza di politici aquilani che, con il loro silenzio, fingono di ignorare due verità incontestabili. La prima: 24.000 studenti e tutta l’economia del valore di decine di milioni di euro l’anno che ruota attorno a loro fanno gola, molto più di quanto possa fare gola una sede distaccata della Corte d’Appello o di qualche ufficio regionale. La seconda: Nel rapporto costo/benefici, tra quello che e’ stato speso ed i risultati prodotti, l’Università de L’Aquila e’ l’unica ad essersi meritata la promozione piena. E forse e’ proprio per questo che, in una Città nella quale la politica si e’ divorato tutto, sembra quasi che solo l’Università debba essere chiamata a rispondere di qualcosa».
DE SANTIS (IDV) ATTACCO A DI ORIO E’ ATTACCO A UNIVERSITA’ – «E’ veramente incredibile che gli scontri ed i personalismi sviluppatisi dentro l’Università, che si avvia al rinnovo democratico del Rettorato, possano sfociare in una guerra a colpi di carta bollata sugli affitti delle sedi, indispensabili al mantenimento dei corsi ed alla tenuta della stessa Università, con il rischio reale di danneggiare l’immagine ed il futuro ste
sso dell’Ateneo aquilano». E’ sempre l?idv che interviene ma con il segretario comunale, Lelio De Santis. «Al di là dell’accertamento di eventuali responsabilità da parte della Magistratura, mi preme rimarcare come l’Università di L’Aquila abbia fronteggiato meglio di altre Istituzioni i disagi e le difficoltà derivanti dal terremoto e come sia sta capace di mantenere intatta la popolazione studentesca, che non era un fatto scontato. Questa città non può prescindere dalla sua Università e se può ancora avere una prospettiva di sviluppo lo deve innanzitutto alla solidità della stessa ed all’impegno di Chi si è assunto le responsabilità con coraggio, non piegando mai la schiena di fronte alla cruda emergenza ed in presenza della scarsa attenzione dimostrata dagli altri livelli istituzionali, regionali e locali. L’Università vive con l’impegno del suo mondo accademico ed amministrativo ed ha bisogno di Istituzioni territoriali, in sintonia con il valore del suo ruolo, che operino in sinergia invece di parlare solo ed in ogni luogo di Università. Un impegno diretto nella politica cittadina da parte di personalità di questo mondo universitario potrebbe essere una garanzia necessaria per riaffermare con le azioni amministrative la centralità dell’Università, come elemento essenziale nella ricostruzione dell’Aquila, città d’arte e di cultura».
TIBERTI – «In merito alla conferenza stampa tenuta dal professor Di Orio – dichiara il professor Sergio Tiberti – non rispondo alle deliranti affermazioni e alle volgari insinuazioni sulla mia persona. Tengo a precisare che il Di Orio ha riferito di un rinvio a g iudizio nei miei confronti, non so per che cosa, nel mese di giugno, notizia clamorosamente falsa. Tutto il resto lo lascio alla commiserazione dei più e alla adulazione manifestata dai pochi presenti a questa celebrazione della fine di un’epoca».