Auditorium Renzo Piano: mobilitazione cittadina e appello alla partecipazione

11 marzo 2012 | 20:53
Share0
Auditorium Renzo Piano: mobilitazione cittadina e appello alla partecipazione

L’Aquila, 11 mar 2012 – Nessuno mette in discussione il bel progetto di Renzo Piano. Tutti i presenti al sit-in di questo pomeriggio si sono chiesti tuttavia perchè realizzare l’auditorium proprio nel parco del castello. E ancora perché non coinvolgere i cittadini sull’opera magari proprio attraverso il regolamento della partecipazione nuovo di zecca invidiato da tutta Italia.

Insomma i cittadini non hanno metabolizzato l’avvio del cantiere fatto quasi di sorpresa, passato sotto silenzio e così hanno voluto portare in piazza il proprio disappunto. Indice puntato, dunque su ubicazione e iter. E’ già pronto dunque il tutt’altro che inatteso esposto alla Procura della Repubblica sottoscritto da un gruppo di cittadini aquilani fra cui associazioni e comitati. Una denuncia che, come spiegato da Roberta Gargano (Città di persone),  mette in evidenza presunte illegittimità sull’iter seguito dal Comune per la realizzazione del manufatto. L’atto giudiziario fa il paio con il ricorso al Tar di Italia Nostra. Si è appena conclusa invece l’odissea giudiziaria delle ditte trentine escluse dal bando.

«Per l’auditorium – spiega Franco Salvati, ex Legambiente – hanno utilizzato la delibera 58, la stessa con cui è stato dato il via libera alle casette». «È assurdo che l’amministrazione comunale faccia il regolamento per la partecipazione – ha spiegato Mauro Zaffiri a nome di Appello per L’Aquila – e non si pensi invece a convocare una udienza pubblica su un’opera come questa».

Fra i Promotori del movimento anti-auditorium nel parco c’è Eugenio Carlomagno, che ieri esponeva un cartello con vignetta: “Renzo, piano Eh?”.  «Cosa se ne fa una città con un auditorium da 200 posti e poi in questo posto? – ha spiegato  – Avrebbe avuto un senso nel 2009. Allora dirottiamo la donazione di 6 milioni di euro per la costruzione di un auditorium più grande in piazza D’Armi, magari. Eppoi il progetto esecutivo costerà 750 mila euro».

Dello stesso avviso Antonio Gasbarrini: «E’ una nota stonata nel contesto del castello – ha detto –  Dobbiamo chiedere a Renzo Piano di preparare un altro pogetto per un auditorium più capiente  da realizzare in un altro posto». «Mi sono dimesso da Legambiente – ha spiegato Franco Salvati – perché gli esponenti regionali e nazionali dell’associazione erano d’accordo sull’opera. Io ritengo invece che siamo davanti ad una violazione delle norme del Prg».

«Il nostro timore – ha aggiunto Anna Lucia Bonanni – è che si spacci per provvisorio ciò che non lo è. Perché non hanno fatto passare al delibera in consiglio comunale? Questa è una operazione non una donazione. A lavorare ci sono ditte trentine».

Anche  Maria Teresa, Giovanna, Luigi e i cittadini comuni presenti, non ci stanno ad essere “colonizzati”. «É come se ti regalassero un diamante per conficcartelo in fronte», dicono. Una questione delicata dunque quella dell’auditorium che rischia la solita strumentalizzazione da campagna elettorale. A.Cal.

STEFANO FREZZA, PORTAVOCE REGIONALE SINISTRA CRITICA – «L’avvio del cantiere nel Parco del Castello per la realizzazione dell’Auditorium progettato da Renzo Piano riporta alla luce un dibattito che ha attraversato la città per lungo tempo. La decisione di partire con i lavori a meno di due mesi dalle elezioni comunali dice tutto sull’uso strumentale che l’amministrazione uscente ha deciso di adottare su questo delicato argomento. Abbiamo sempre sostenuto le idee migliori per consentire al capoluogo abruzzese di poter seguire la sua naturale vocazione culturale e da sempre invochiamo la necessità di "liberare la cultura" dalla caserma della Guardia di Finanza. E abbiamo sempre sostenuto la necessità che i cittadini possano partecipare alle scelte strategiche che riguardano il proprio territorio. Ecco perché giudichiamo gravissimo che questa amministrazione decida la cantierizzazione dell’Auditorium senza aver consultato chicchessia. Ha ragione chi invoca un referendum sull’argomento ma Rifondazione, che è parte integrante dell’attuale maggioranza che ha da poco approvato un regolamento sulla partecipazione, non avrebbe dovuto aspettare l’inizio dei lavori ma semplicemente mettere in pratica quel regolamento. Andiamo pertanto incontro all’ennesimo sopruso perpetrato da questa amministrazione completamente sorda ai pareri dei suoi cittadini e sempre pronta ad utilizzare idee e progetti per esclusivo interesse personale».