Mense scolastiche: arriva la controquerela alla Pezzopane

12 marzo 2012 | 17:42
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Mense scolastiche: arriva la controquerela alla Pezzopane

L’Aquila, 12 mar 2012 – Una controquerela a quella presentata dall’assessore comunale Stefania Pezzopane. È la nuova puntata dell’infinita diatriba tra Comune e società escluse dal bando di affidamento del servizio di mensa scolastica. Oggi l’avvocato Fausto Corti, che difende le due società escluse dall’ultimo bando per l’aggiudicazione del servizio – il Consorzio orgoglio aquilano, di cui è responsabile l’imprenditore Paolo Pecilli, e la Essebi srl – ha reso noto il prossimo passo: «La Pezzopane sarà querelata», ha detto l’avvocato. La decisione è arrivata dopo l’annuncio di una querela contro le «dichiarazioni mendaci» contenute nell’esposto, annunciata dalla stessa Pezzopane.

«In un comunicato l’assessore ha scritto che le nostre dichiarazioni nell’esposto erano mendaci; stupisce che l’assessore, invece di indagare sulla nostra segnalazione di irregolarità, se la prenda con chi quelle irregolarità le segnala, cercando di zittire voci fuori dal coro, invece di capire cosa c’è che non funziona».

Corti ha ricostruito la vicenda. «Nel 2008 è stata data l’aggiudicazione alla Vivenda con un bando; nel settembre 2010 è stato affidato di nuovo alla società, con la conferma degli stessi costi dei servizi. Il colpo di scena arriva nell’ottobre 2010, quando c’è stato l’aumento del servizio con una semplice delibera di giunta da parte del Comune.

Con una delle due società escluse dall’ultimo bando, il Corsorzio Orgoglio aquila, di cui è responsabile l’imprenditore Paolo Pecilli, ho fatto l’esposto al Tar, esposto che riguarda la gara d’appalto del 2011, mai aggiudicata. Per cui l’aggiudicazione è stata prorogata alla Vivenda. Abbiamo fatto un ricorso di accesso agli atti sull’aggiudicazione del 2011 e sono emerse irregolarità enormi che abbiamo rappresentato alla procura della Repubblica».

Oltre a querelare l’assessore Pezzopane, Corti informa che «sarà fatta richiesta di risarcimento danni, cercando di dimostrare che tutto quello che è stato scritto nell’esposto è vero, carte alla mano».

Nell’esposto presentato dalle due società escluse dall’aggiudicazione, si legge che «il Comune ha operato in modo da assicurare alla Vivenda una serie cospicua di vantaggi economici che non paiono dovuti alla luce della disciplina che regolava i reciproci rapporti. Ha riconosciuto alla Vivenda un prezzo superiore per l’attivazione del servizio multiporzione nonostante, in occasione della gara del 2008 la stessa Vivenda avesse convenuto che tale modalità di erogazione del servizio comportasse una riduzione dei costi (e quindi del prezzo)».

Nella ricostruzione del pasticcio Comune-mense scolastiche, l’avvocato Corti ha ricordato anche che «il Comune ha acquistato beni, pagandoli più di quanto necessario e di quanto indicato nel bando, mentre altri beni sono stati acquistati pur essendo già nella disponibilità della Vivenda. In particolare», aggiunge, «la Vivenda mette 330mila di euro a disposizione del Comune per l’acquisto di beni e si era impegnata a fornire alcuni strumenti, come, ad esempio, il carrello termico, che poi è stato acquistato dal Comune, anzi sono decine i carrelli comprati dall’amministrazione, dal costo di mille euro ciascuno. Quindi l’amministrazione comuinale ha comprato beni che la Vivenda metteva già a disposizione.

La Vivenda avrebbe dovuto fornire, inoltre, anche i secchi porta rifiuti, che invece ha acquistato il Comune, e i fax anche questi comprati dal Comune con una spesa di 31mila euro. Tutti beni che la società si era impegnata a offrire, oppure che dovevano essere acquistati in base a un prezzo stabilito per contratto e che invece in molti casi il Comune ha comprato a un prezzo superiore». Sconcertante, secondo l’avvocato, ad esempio il prezzo d’acquisto del “gazebo flos medium” (pagato 6,4 mila euro, mentre l’offerta della Vivenda era di circa 3mila euro) e quello di una zanzariera, che doveva costare 30 euro e il Comune ha pagato mille euro».

M.Gianf.