Ocse, L’Aquila: senso frammentazione esacerbato

17 marzo 2012 | 12:23
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Ocse, L’Aquila: senso frammentazione esacerbato

L’Aquila, 17 mar 2012 – «Il senso di frammentazione sociale, già in parte evidente all’interno della comunità prima del terremoto, è stato esacerbato sia dagli spostamenti verso altre zone che dalla mancanza percepita di progresso nella ricostruzione. Tra la comunità locale, vi è una percezione diffusa che gli attori dell’amministrazione sia nazionale che locale non abbiano una consapevolezza sufficiente delle difficoltà e delle avversità che gli aquilani hanno dovuto sopportare; vi è, in particolare, la percezione che le problematiche sociali non siano pienamente comprese dai responsabili dell’arena decisionale e vi e’ un sentimento diffuso di impotenza e di paralisi da parte della gente del posto, nonché una sensazione ampiamente condivisa che il tempo per la ricostruzione della regione stia scadendo, in particolare in un momento in cui l’Italia si trova ad affrontare ostacoli di governance sistemici». E’ l’analisi degli studiosi dell’Ocse sul post-terremoto in Abruzzo fatta ai Laboratori del Gran Sasso in occasione del forum Ocse università di Groningen (Olanda).

«La gente del posto – proseguono gli studiosi – interpreta la paralisi istituzionale come una mancanza di leadership, locale e regionale, necessaria per mantenere le esigenze dei cittadini in cima all’agenda nazionale. Nondimeno, sebbene il ritardo nel mettere a punto un piano globale di ricostruzione e una strategia di sviluppo socio-economico per la città e la provincia dell’Aquila sia stato una causa fondamentale di inerzia, tale ritardo è altresì diventato parte del ‘meccanismo di scarico delle responsabilità’ tra istituzioni e gruppi vari e riflette anche chiaramente come, dopo il soccorso immediato al disastro, sia subentrata una sensazione diffusa che tutte le misure post-emergenza siano ostacolate dalla burocrazia».

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto mostrare la propria vicinanza  agli aquilani affidando alla voce del ministro Fabrizio  Barca la lettura di un messaggio alla cittadinanza durante i lavori del forum sull’indagine Ocse che si è tenuto all’Infn. «É di vitale importanza per la cittadinanza  così duramente provata dal terremoto del 2009  – ha scritto il presidente – poter ricevere indicazioni sulla possibile strategia di sviluppo della città e dell’area circostante  che meritano di essere rilanciate attraverso una conseguente valorizzazione del patrimonio storico  e delle risorse che fanno dell’Aquila un luogo così caro per gli Italiani». 

L’obiettivo dell’indagine dell’Ocse è quello di contrastare gli effetti del terremoto  attraverso la costruzione di una nuova identità per la città dell’Aquila che guadagnerà il brand di città intelligente (smart). Di qui la necessitò ribadita anche ieri nel forum da titolo Abruzzo verso il 2030 sulle ali dell’Aquila, di creare un nuovo modello di ricostruzione, non solo fisica, ma soprattutto sociale puntando sul turismo sostenibile. «L’aquila e la Regione Abruzzo hanno l’opportunità – si legge nel documento dell’Ocse – di diventare un prototipo e un modello come moderno luogo di vita del XXI secolo. L’Aquila può diventare un laboratorio vivente che illustri come una collettività».

La città intelligente è il nuovo brand non solo dell’Aquila ma anche dell’intera regione. La città dovrà essere secondo l’Ocse un territorio che celebri la scienza, la sostenibilità la propria storia e la propria bellezza. Un obiettivo che si realizza anche attraverso innovazioni intelligenti in materia energetica edilizia e tecnologico. L’Ocse lancia poi l’allarme sul pericolo dell’abbandono del centro storico della città superando tuttavia il luogo comune del dov’era com’era attraverso la necessità di promuovere un concorso di architettura. Step successivo è la candidatura dell’Aquila come capitale della cultura nel 2019. Al concorso di architettura dovrebbero partecipare architetti di livello internazionale. Proprio il concetto di città intelligente e la vetrina del concorso di architettura saranno le basi per la candidatura dell’aquila a capitale della cultura. In questo contesto si colloca anche la nascita del Gran Sasso Institute nell’ambito dell’Infn. Si tratta di un centro sperimentale che permetterà alla regione di disporre di un polo di eccellenza di esprimere nuove potenzialità del territorio. Sarà una scuola di dottorato di profilo internazionale. Si occuperà anche della formazione dei dirigenti. Al forum che si è tenuto ieri all’Infn coordinato dal ministro Fabrizio Barca hanno partecipato esperti di fama internazionale come Joaquim Oliveira, Martins capo della divisione per le politiche dello Sviluppo regionale Ocse: «Stiamo offrendo una base di esperienze provenienti da diversi paesi».  Questo studio è un punto di partenza.  Paul Daziel ha portato invece l’esperienza della nova Zelanda colpita dal terremoto e il suo modello di ricostruzione. Nel pomeriggio stessa cosa faranno i delegati di Turchia e Giappone.

RICOSTRUZIONE: CHIODI, GOVERNO PUNTA SU RINASCITA L’AQUILA – «Il lavoro che sta svolgendo il governo Monti, con in prima linea il ministro Fabrizio Barca, evidenzia in modo chiaro la necessità che in questa fase della ricostruzione si tirino le conclusioni di un proficuo e celere dibattito su cosa e come si vuole ricostruire e quali possano essere gli strumenti per il rilancio economico e sociale. Dopo le straordinarie azioniriconducibili alla prima fase della emergenza, il Governo, insieme con il Commissario, può fornire spunti e indirizzi sulla ricostruzione dei centri storici che si sta per avviare. Pertanto coloro i quali hanno la responsabilità politica di disegnare il futuro dei propri borghi e della propria città, ossia i Sindaci e le parti sociali e produttive, ora devono accelerare per definire concretamente nei piani di ricostruzione i contenuti delle loro idee. È arrivato il momento di lasciarsi alle spalle inutili diatribe sul senso dei piani e prendere atto della loro utilità e necessità per rendere ai cittadini il senso di come si vorranno le città tra dieci, quindici anni».