
L’Aquila, 19 mar 2012 – É mancato il numero legale sull’attesa delibera sulle aree bianche che è divenuta comunque un “caso”. L’atto tornerà in seconda convocazione in Aula, tuttavia non sarà una variante al Prg ma un mero atto di indirizzo Insomma, «una presa in giro per gli aquilani; una manovra elettorale», hanno detto le opposizioni.
La mancanza del numero «è un atto gravissimo – ha commentato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente – Tutta colpa del gruppo del’Mpa che fa capo a Giorgio De Matteis». Molti consiglieri hanno sottolineato nel dibattito che l’atto tuttavia non bloccherà i commissariamenti in atto e non produrrà alcuna efficacia urbanistica. «Un provvedimento che arriva ai tempi supplementari – ha commentato Enrico Verini – Avete deciso di non scegliere con questa delibera. Lei, Riga è un assessore pessimo». Emanuele Imprudente (Mpa) ha sottolineato che il piano «non può bloccare i commissariamenti in corso. Si tratta di una presa in giro totale nei confronti dei cittadini aquilani. É uno scempio amministrativo».
Contrario anche il consigliere Francesco Valentini che ha definito la delibera come un tentativo disperato per porre riparo alla inerzia dell’amministrazione. «Questa delibera non modifica alcunché – ha detto – se è un atto di indirizzo non costituisce variante e non blocca i commissariamenti». La maggioranza invece è stata stranamente poco loquace. Insomma chi verrà dopo questa amministrazione dovrà riportare in aula una vera delibera contenente una variante al piano. «Ci troviamo esposti a una class action – ha esordito il sindaco Massimo Cialente – Non è un atto pre- elettorale. Lo 0,08 non fa contenti tutti. Questo è il miglior atto possibile che si potesse fare».
«Non potevamo fare altro – ha replicato l’assessore Roberto Riga – perché la Regione non ha ancora definito la microzonazione per L’Aquila che è propedeutica a tutte le varianti urbanistiche. Solo dopo le micro aree potremo adottare la variante». L’atto di indirizzo arriva dopo 40 commissariamenti, 300 diffide scaturite dall’inerzia delle giunte comunali che si sono susseguite dalla scadenza dei vincoli (1985) in poi. L’indice attribuito per i terreni che hanno la classificazione con gli articoli, 27 (viabilità e parcheggi); 29 (zona a verde pubblico e attrezzato) e 30 (Zona a servizi pubblici) che saranno resi edificabili, è pari allo 0,08 per cento per un totale di 7 milioni e mezzo di metri quadrati, 730 ettari. Si tratta di un indice che risulta quasi dimezzato rispetto a quelli attribuiti dai commissari nominati dal Tar negli ultimi anni.
«Gli interventi – ha spiegato Riga – potranno essere fatti dai privati che hanno un terreno isolato, ma dovranno essere fatti in comparti di 10 mila mq, un ettaro, per quanto riguarda terreni contigui, con un piano attuativo». Un esempio: Il singolo cittadino che ha un terreno di mille metri quadrati potrà edificare 80 metri e dovrà cedere il 70% de sito al comune dell’Aquila che acquisirà così molte aree. «Mi sarei aspettato una cartografia – ha aggiunto Corrado Sciomenta – é esagerata la percentuale del 70% al Comune. L’indice è troppo basso».
A.Cal.