L’Aquila, Ex Isef: addio alla Sge, forse arriva il Comune

19 marzo 2012 | 14:24
Share0
L’Aquila, Ex Isef: addio alla Sge, forse arriva il Comune

L’Aquila, 19 mar 2012 – E’ stato il manifesto della “ricostruzionein tempi brevi e in sicurezza” del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna il palazzo ex Isef di viale Crispi ma dal 26 ottobre 2011, quando le sue porte si aprirono alla stampa, tutto è restato immutato.

I lavori, chiusi con oltre 2 mesi di anticipo, dovevano portare all’inaugurazione ben 15 giorni prima della consegna dei lavori, prevista per contratto il 31 dicembre 2011, ma, tra lungaggini burocratiche della ricostruzione e qualche qui pro quo giudiziario del provveditore Giancarlo Santariga, la questione è scivolata in secondo piano.

Il palazzo avrebbe dovuto accogliere gli uffici della Struttura per la gestione dell’emergenza, quelli del vice Commissario delegato alla ricostruzione Antonio Cicchetti e, probabilmente, anche lo staff di Luciano Marchetti, vice commissario alla ricostruzione dei beni artistici,secondo quanto stabilito dalla delibera della giunta della Regione Abruzzo del 28 febbraio 2011. A 2 giorni dalla visita del ministro per la Coesione territoriale e la governance della ricostruzione post – sisma Fabrizio Barca, però, sembra tutto da rifare.

«Saranno sfoltite le strutture commissariali: dalla prossima settimana andranno a casa i due vice commissari, e verrà soppressa anche la Sge», le parole di Barca. Dunque il “contenitore” da mesi pronto e luccicante, per la ristrutturazione sono stati spesi 2 milioni e 700 mila, ma per il contenuto si aprono nuovi scenari.

«Ho chiesto che passino al Comune (almeno si correrà un po’ di più), proverò a chiedere a Chiodi di portare lì almeno il settore assistenza alla popolazione. Tra l’altro il salone potrebbe divenire, almeno per un po’ la sede delll’Urban Centre. Aiutatemi a chiederlo!», scrive il sindaco Massimo Cialente su Facebook sollecitato da alcuni cittadini.

Lo stabile, se passasse al Comune, potrebbe rappresentare un chiaro segnale alla popolazione del riavvicinamento delle istituzioni al centro storico de L’Aquila. Per adesso, vedere una struttura recuperata a tempo di record, con solo 5 mesi di lavoro, ma abbandonata ai margini della città lascia l’amaro in bocca.

Di Sarah Porfirio