
L’Aquila, 19 mar 2012 – Martedì 20 Marzo e Mercoledì 21 Marzo, presso il Teatro Comunale di Atri, andrà in scena in prima Nazionale la nuova produzione della compagnia TeatroZeta di L’Aquila, La Locandiera di C. Goldoni, sotto la regia di Manuele Morgese, per la rassegna di Teatro di Prosa Volo Libero. Il cast si varrà della presenza di 7 giovanissimi attori, tutti residenti in Abruzzo.
Un grande classico della letteratura italiana e non solo, un testo che ha rappresentato una svolta nella tradizione teatrale internazionale, un momento di passaggio verso la nascita del teatro di prosa come ancor oggi lo conosciamo.
Teatrozeta si appresta a realizzare questo spettacolo come una sfida, visto il grande numero di personaggi in scena e la grande forza universale del messaggio storico, ma anche letterario del testo.
Come sempre Teatrozeta affronta drammaturgie classiche insieme a esperimenti di nuova drammaturgia; in questo caso si appresta a mettere in scena infatti un grande classico guardandolo in faccia senza timore di cambiarne in parte la natura.
La Locandiera nasce in un periodo di acceso dibattito, in Italia ma anche nel resto d’Europa, sulle modalità sugli intenti del teatro. Stava prendendo sempre più piede il cosiddetto dramma borghese, un tipo di teatro che si ispirava alla società contemporanea e aveva fini educativi e di denuncia.
In Italia, in particolare, Goldoni si trovò a dover fare i conti con l’ingombrante eredità ella Commedia dell’Arte: il successo che continuavano ad avere le maschere di questa tradizione teatrale rendeva più difficile qualsiasi innovazione, sia per l’opposizione del pubblico che degli attori, abituati a recitare sempre solo la stessa parte, ad indossare la stessa maschera – Arlecchino, Pantalone, Colombina – , quindi riluttanti a doversi calare ogni volta in un nuovo personaggio a seconda della commedia.
In questo contesto la "riforma" goldoniana dovette procedere gradualmente, tenendo conto sia dei gusti del pubblico che delle necessità degli attori e degli impresari. Furono sostanzialmente due i punti fermi di questa riforma: innanzitutto l’introduzione di un testo scritto fisso, non modificabile dagli attori, in sostituzione dei canovacci della Commedia dell’Arte, che lasciavano ampio spazio all’improvvisazione degli attori; e poi l’eliminazione delle maschere, vale a dire il passaggio dai tipi ai caratteri, a degli individui ben precisi. Tutto ciò per rendere il suo teatro realistico, raffigurazione sulla scena di un mondo vero. Nella Locandiera e` visibile la trasformazione e il superamento della Commedia dell’Arte.