Università, inaugurato l’anno accademico. Il rettore: Più ricerca nell’ateneo aquilano

20 marzo 2012 | 16:05
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Università, inaugurato l’anno accademico. Il rettore: Più ricerca nell’ateneo aquilano

L’Aquila, 20 mar 2012 – Ripartire nel solco del rinnovamento e della ricerca, guardando al futuro con più fiducia e orgoglio. È con questo messaggio che il rettore Ferdinando di Orio ha aperto l’anno accademico 2011-2012 questa mattina all’auditorium della Reiss Romoli. Rimandato a causa del maltempo a febbraio, oggi si è finalmente tenuta l’apertura ufficiale dell’anno accademico.

Tanti i docenti, i presidi e i rappresentanti istituzionali seduti sul palco intorno al rettore. In platea, tra gli altri, anche l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, il direttore del Miur (Ministero dell’istruzione, università e ricerca), Daniele Livon, il sindaco Massimo Cialente, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, l’arcivescovo Giuseppe Molinari, l’assessore provinciale Guido Quintino Liris. Non ha partecipato all’inaugurazione il ministro Francesco Profumo, impegnato a Roma e sostituito da Livon.

Il rettore ha rivendicato tutte le scelte fatte nel post-sisma per difendere l’università aquilana dal pericolo di una dislocazione dei corsi di laurea o addirittura di alcune facoltà dal capoluogo ferito. Tra queste scelte, anche quella di avere deciso di ricollocare in ex fabbriche alcune facoltà, pagando un affitto. Una storia la cui ultima puntata è costituita da un’inchiesta della magistratura che vede indagato lo stesso rettore e l’ex direttore amministrativo, Filippo Del Vecchio. Il rettore, emozionato, ha salutato la platea ricordando che il suo mandato sta volgendo al termine. «Autenticità, spontaneità ed esclusività» sono le parole chiave del suo discorso. «Il mio coinvolgimento dopo il sisma è stato totalizzante, di un’intensità quasi viscerale», ha detto di Orio, «ho avuto come unico obiettivo la ricostruzione del nostro ateneo. Ricostruzione non solo fisica, ma soprattutto umana, sociale, culturale». Il rettore ha ricordato i «mille frammenti e le lacerazioni scaturite dal terremoto e che hanno insediato anche la vita accademica, i tentativi di fuga verso un altrove visti da altri come unica soluzione all’emergenza».

Di Orio ha anche ricordato che nonostante la durezza di questi anni di rettorato, sono stati anche «anni entusiasmanti, ricchi di soddisfazioni. Se questo sviluppo di cui siamo soddisfatti è stato possibile, lo dobbiamo anche alle scelte che sono state compiute e che hanno permesso di continuare a essere qui, nell’università dell’Aquila». Il rettore ha ricordato gli accordi che sono in atto con il Miur, in particolare con il dirigente Livon e quelli conclusi nei mesi scorsi con l’ex sottosegretario Gianni Letta. «Abbiamo elaborato l’accordo di programma voluto dal ministro Gelmini», un accordo vantaggioso per l’ateneo aquilano, «perché difficilmente, oggi, saremmo riusciti a firmare l’accordo di programma con l’attuale governo del Paese, data la grave crisi economica che stiamo vivendo». Tanti i temi affrontati da di Orio, anche la disoccupazione giovanile, il precariato, la legge 240 del 2010, il valore legale del titolo di studio. Il rettore ha ringraziato tutto il collegio dei docenti: «Senza di loro l’ateneo non sarebbe tornato coeso» e Gianni Letta, al quale ha consegnato il “Premio Vincenzo Rivera 2011” «per il ruolo svolto nella ricostruzione dell’ateneo».

Un ruolo ricordato dallo stesso Letta. «Un legame che risale a ben prima del terremoto, quando il rettore mi invitò a inaugurare l’anno accademico. Poi arrivò il sisma, e la mia presenza qui è stata dovuta ad altri scopi: far rinascere l’università dell’Aquila, non lasciare scappare i giovani». Letta ha ripreso più volte il discorso del rettore. «C’è una dimensione umana e affettiva che caratterizza l’ateneo aquilano», ha aggiunto, «un atteggiamento meno canonico». Letta si è rivolto più volte anche a Cialente, Chiodi e Chiara Carulli (presidente del consiglio studentesco), intervenuta dopo il rettore. «Spero che riuscirete ad avviare lo stesso metodo di lavoro che avevate avviato quando ero sottosegretario: incontrandovi tutti insieme almeno ogni 15 giorni». L’Aquila deve recuperare, ha esortato Letta, «la sua dimensione multietnica e di città a dimensione di studente, ma vedo che si sta lavorando nella giusta direzione». Il discorso di Letta si è concluso con l’augurio che «l’ateneo aquilano possa contare, nei prossimi anni, un  numero maggiore di studenti».

La prolusione è stata affidata al professore associato della facoltà di Psicologia, Michele Ferrara, che ha illustrato i risultato di una ricerca fatta su un campione di aquilani dopo il terremoto, incentrato sulla comprensione degli effetti del sisma sui disturbi del sonno. «Un evento traumatico come il terremoto può avere conseguenze a livello psicologico e può instaurare una sindrome chiamata disturbo post-traumatico da stress», ha spiegato, «sintomi rilevanti per gli studenti, perché potrebbero sfociare in problemi di apprendimento e memoria».

Chiara Carulli ha criticato l’approccio riservato ai giovani e agli studenti da esponenti del governo. «Definiti sfigati se a 28 anni non siamo laureati, attaccati al posto fisso, nella stessa città di mamma e papà». Carulli ha fatto notare che in Italia «la tassazione universitaria è altissima, ci sono pochi alloggi pubblici, la precarietà è massiccia. Di fronte a questa fotografia, la ricetta proposta dal governo di abolire il valore legale del titolo di studio ci sembra un senso».

Marianna Gianforte