L’Aquila: Consiglio comunale, ultimo atto con effetti speciali

21 marzo 2012 | 15:36
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L’Aquila: Consiglio comunale, ultimo atto con effetti speciali

L’Aquila, 21 mar 2012 – Consiglio comunale: ultimo atto con un’atmosfera da ultimo giorno di scuola. É caduto nel vuoto l’appello  della vigilia del consigliere Corrado Sciomenta a non votare le delibera sulle  aree  bianche,  in quanto atto inutile perché di mero indirizzo. Con la regìa frettolosa del presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti sono stati votati in circa mezz’ora più atti che in 6 mesi di amministrazione. Della delibera sulle aree bianche il consiglio comunale ha “preso atto” con 18 voti favorevoli. 

Si tratta, in particolare, delle aree che il Prg destinava a “verde pubblico”, “verde pubblico attrezzato” e “parcheggi” e che potranno divenire edificabili, su istanza dei proprietari, con un indice  dello 0,08 per cento. La proposta è stata approvata con 18 voti favorevoli, 3 contrari e due di astensione. É toccato poi alla delibera per la  realizzazione di una strada in località Acquasanta e al riconoscimento di debiti fuori bilancio, per complessivi 45mila euro, relativi a un contenzioso, risalente al 1978, per il mancato versamento, da parte dell’ente comunale, di risarcimenti per l’esproprio di un terreno.

L’assemblea ha deliberato anche l’approvazione dello schema di statuto, dell’atto costitutivo e della determinazione del conferimento patrimoniale della fondazione “Con noi e dopo”, con funzioni di assistenza, riabilitazione, istruzione e ricreazione per persone diversamente abili. Alla Fondazione hanno aderito, come soci fondatori, il Comune dell’Aquila e la Fondazione Caritas diocesana “Don Natale Chelli”. La struttura sorgerà su un’area edificabile che fu acquistata 25 anni fa dal comune per la realizzazione di un programma di edilizia residenziale. Via libera anche all’acquisizione al patrimonio comunale dell’ex Sercom dopo una lunga odissea giudiziaria. L’area si estende per circa 15 ettari. L’assessore Roberto Riga ha proposto che possa essere utilizzata per l’insediamento di attività artigianale.

Ha tenuto banco per circa due ora senza approdare ad alcun esito la relazione frutto del lavoro della  commissione di indagine per la mancata attuazione della delibera consiliare sulla riorganizzazione degli uffici comunali in un’unica sede. Dopo un lungo dibattito il presidente Carlo Benedetti ha deciso di mettere ai voti il documento nella parte relativa alla trasmissione degli atti alla Procura, ma il consiglio intero, sindaco Cialente in testa ha detto no. Eppure a giudicare dalla relazione di Lombardi in conti non  tornano. Il presidente della commissione Enzo Lombardi ha sottolineato come sia assurdo che il comune dell’Aquila paghi circa 2 milioni di euro l’anno in fitti per le dieci sedi comunali.

«Non è stato effettuato alcun tentativo di dotare il comune di un’unica sede – ha sottolineato Lombardi – fatta eccezione per  l’ immobile adiacente al Tar per il quale fummo bruciati dalla Regione. C’è  un vero e proprio sperpero di denaro pubblico. Invece  finanziamenti comunali e statali avrebbero consentito di realizzare una struttura adeguata. Sono stati buttati milioni di euro».

Nella top ten delle sedi comunali figurano: Villa Gioia, la scuola di santa Barbara, i container dell’autoparco, i locali di via Aldo Moro, il palazzo di via Rocco Carabba, i locali di viale della stazione, palazzo Gizzi, palazzo del Tosto, palazzo Palmerini, e dulcis in fundo palazzo Rotilio con fitti coperti fino al 31 marzo. Lombardi ha sottolineato il paradosso di palazzo Palmerini occupato in sostanza abusivamente dal comune visto che non c’è alla base né un contratto né una determina. Sono invece state messe nero su bianco le fatture inviate dalla proprietà al comune per un totale di circa 151 mila euro di fitti non pagati. Per il consigliere Enrico Perilli l’amministrazione non dovrebbe versare tali somme poiché l’imprenditore avrebbe dovuto trasferire opere al comune per convenzione pari a 15 mila metri quadrati circa.

«Non si comprende inoltre – ha aggiunto Perilli – per quale ragione l’amministrazione non ha accettato la proposta del dirigente Mario Di Gregorio tesa a costruire una nuova sede in leasing la cui rata sarebbe costata un milione e mezzo circa l’anno con la possibilità di diventare proprietari dell’immobile dopo dieci anni. Il sindaco ha detto no. Si preferisce  regalare soldi agli imprenditori per sedi di cui l’amministrazione non sarà mai proprietaria. Tutto ciò in barba al  principio del buon padre di famiglia». (A.Cal.)