Dramma nel pescarese: imprenditore si suicida, era in difficoltà economiche

Pescara, 23 mar 2012 – Non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti e all’incertezza sulla sua capacità di garantire un futuro al figlio e alla compagna; strozzato dai debiti, un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti, grosso centro del Pescarese, si è impiccato nell’azienda che era la sua seconda casa, nella quale aveva investito denaro e riposto tante aspettative.
A trovarlo, all’alba, sono stati i suoi dipendenti. Al suo fianco, da mesi combattevano una lotta impari contro una crisi che aveva messo in ginocchio l’attività, una piccola impresa specializzata nella costruzione di infissi di cui il quarantaquattrenne era titolare con un socio. Nonostante le difficoltà economiche, hanno raccontato gli operai ai Carabinieri di Pescara, i rapporti tra loro e i due titolari continuavano a essere come tra familiari. Da qualche tempo, però, il capo non era più lo stesso, hanno riferito. I crediti vantati, ma non riscossi, erano cresciuti smisuratamente, i soldi delle banche non bastavano a coprire le spese e a pagare gli stipendi. Da giorni l’uomo trascorreva le sue giornate spostandosi da una banca all’altra, nell’intento di recuperare somme per portare avanti l’attività. Il rischio del fallimento e il sentimento di impotenza lo avevano reso ombroso, sull’orlo della depressione. Gli operai più volte lo avevano invitato a reagire, confidando nel fatto che il momento difficile prima o poi sarebbe passato. Tutto inutile. In piena notte l’imprenditore è uscito di casa e ha raggiunto la fabbrica; qui si è impiccato con una corda, mettendo in atto un proposito suicida che covava forse da settimane. Nessun biglietto, nessun messaggio è stato trovato finora dai Carabinieri.
Un dramma che «è sintomo di una situazione gravissima – commenta Graziano Di Costanzo, direttore regionale della Cna (Confederazione nazionale artigianato e piccola e media impresa) -. In un momento come quello attuale ci dovrebbe essere un po’ più di umanità e solidarietà nei confronti di persone e imprenditori. Le istituzioni – aggiunge – mettano in campo le misure di cui parliamo da tempo. Non si può più aspettare. Il 2012 sarà ancora più duro del 2011. Nel Nord del Paese si sono già registrati diversi episodi simili. In ogni caso, nulla vale il prezzo che quest’uomo ha pagato».