Auditorium di Piano, Centi: troppi spazi culturali, chi li gestirà?

24 marzo 2012 | 17:08
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Auditorium di Piano, Centi: troppi spazi culturali, chi li gestirà?

L’Aquila, 24 mar 2012 – Se la Società aquilana dei concerti Barattelli sostiene il progetto dell’auditorium di Renzo Piano progettato per la musica classica nel parco del Castello, il presidente dell’Istituzione sinfonica abruzzese, Antonio Centi, ne mette in risalto i limiti; il principale è che anche quest’opera avrà solo 250 posti, come la gran parte degli spazi culturali presenti in città. Ben venga un’opera firmata dal grande architetto. Ben venga nella città terremotata, dice Centi. Ma forse ci sono troppi luoghi deputati alla musica che non rientrano in un disegno preciso e hanno spazi limitati.
«Avere all’Aquila un’opera di Renzo Piano è motivo di orgoglio e di soddisfazione», spiega il presidente dell’Isa, «l’auditorium sarà sicuramente un elemento attrattivo e un valore aggiunto per la città. I problemi nascono da un punto di vista della gestione sia economica che organizzativa di tutte le strutture dedicate alla cultura e alla musica, che stanno nascendo o sono in via di ristrutturazione».
«In città abbiamo, oltre all’imminente auditorium di Piano (che Cialente ha detto sarà pronto a luglio, ndr), la struttura del conservatorio donata dai giapponesi, che è però attualmente inagibile, il ridotto del teatro comunale, il teatro comunale stesso – sul quale si stanno facendo i lavori di recupero – ci sono poi ipotesi in campo per L’Uovo e per il Tsa. Tutto questo complesso di strutture sarà difficile da gestire», aggiunge il presidente dell’Isa, «chi le gestirà? Con quali fondi? Il rischio è che questi spazi finiscano nella decadenza».

Centi avrebbe, in sostanza, proposto un tipo diverso di opera targata Renzo Piano. «Dovevamo sfruttare il vantaggio di immagine che un’opera firmata dal grande architetto avrebbe portato all’Aquila, osando di più. Nella nostra città storicamente mancano strutture con oltre 250 posti. L’unico auditorium da un migliaio circa di posti è quello della Guardia di finanza». Insomma, qualcuno, prima di progettare, si sarebbe dovuto chiedere che tipo di caratteristiche dare all’opera, cosa serviva davvero per rendere più efficiente la vita culturale della città. «All’Aquila manca una struttura che abbia tra i 250 e i 1.200 posti», chiarisce Centi. «Ci sono troppi spazi da 250, ad esempio, e nessuno dai 600 ai 1.200, di cui c’è realmente bisogno. Pongo una domanda agli amministratori locali: siamo veramente in grado di gestirle  tutti questi spazi? Non era forse il caso di concentrare tutte queste strutture in un unico luogo?».
M.Gianf.

STEFANIA PEZZOPANE. NON VEDO L’ORA! – Riguardo al dibattito sugli spazi per la cultura e sull’Auditorium di Renzo Piano, l’assessore alla cultura, Stefania Pezzopane esprime il suo entusiasmo per l’inizio dei lavori dello stesso.

«Non vedo l’ora! – ha commentato l’assessore Stefania Pezzopane – Quando finalmente lo apriremo, saranno in tanti a ricredersi e, passate le elezioni, molti degli attuali oppositori saranno lì sicuramente ad ascoltare concerti. Sarà uno spazio bellissimo ed innovativo, riqualificherà un luogo che necessitava un ammodernamento, avrà ogni tecnologia a favore della musica e ci consentirà di riportare attività sociali e culturali nel centro storico».

«L’Auditorium progettato da Renzo Piano per L’Aquila – ha dichiarato la Pezzopane – è una di quelle cose che in qualsiasi altra città avrebbe scatenato attenzioni e curiosità ed invece, nonostante se ne parli dal 2009, in prossimità della campagna elettorale emergono polemiche ed ostilità. La struttura, dal punto di vista logistico, andrà a sostituire l’Auditorium intitolato a Nino Carloni che era all’interno del Castello Spagnolo».

«È evidente che le gloriose attività musicali e culturali, – ha continuato l’assessore – che avevano luogo nel magnifico Castello, in questi tre anni sono state costrette a riciclarsi faticosamente in spazi spesso inadeguati, con evidenti sacrifici sia per la programmazione culturale, sia per gli spettatori. Si torna insomma a far musica in prossimità di uno spazio che ha ospitato concerti per decenni e la cui mancanza, anche simbolica, si sente senza dubbio. Nel centro della città in troppi dimenticano che avevamo più di 15 spazi culturali e di questi oggi uno solo, il Ridotto del Teatro Comunale, è stato riaperto. Li ricordiamo soprattutto a coloro i quali dicono, con estrema superficialità e anche una grande dose di strumentalità, che in centro storico c’è già ‘Il Ridotto’.

Prima del 6 aprile gli aquilani e non solo, godevano nel centro storico dell’Aquila contemporeanamente e pressoché ogni giorno di occasioni culturali al Teatro Comunale (600 posti), al Ridotto (350 posti), all’Auditorium Nino Carloni (250 posti), al teatro San Filippo (250 posti), al Teatro Sant Agostino (250 posti), al cinema Massimo (350 posti), all’Auditorium San Giuseppe Minimi (100 posti), al Palazzetto dei Nobili (50 posti), alla sala Eden (50 posti) , alla sala Giovanni Paolo II (200 posti), nell’aula magna dell’Università (200 posti), all’ex Accademia delle Belle Arti (150 posti), al salone della Carispaq (100 posti), al Draghetto (50 posti) ecc. È evidente che doverci ‘accontentare’ del Teatro Ridotto nel centro storico appare una forzatura strumentale e mortificante per le aspettative culturali di tanti cittadini ed in particolare di tanti giovani».

«L’Auditorium di Renzo Piano ricade, tra l’altro, in un’area scelta da tanti giovani come luogo di incontro, di scambio, di confronto e di cultura. – ha concluso la Pezzopane – Non sarà solo la casa della musica e nell’area antistante saranno anche allestiti una platea da 500 posti e un bar. Individuare lì uno spazio per la musica ma non solo, esattamente come è accaduto per l’Auditorium Nino Carloni, è una scelta particolarmente felice e animata da grande intuito. Quell’area sarà uno spazio per i giovani soprattutto se consideriamo le scuole che riapriranno sul Viale, l’Università che riaprirà le sue facoltà nell’ex Ospedale San Salvatore, i locali e i pub che già oggi, nonostante la Città non riprenda ancora la sua vita ‘normale’, sono molto frequentati in particolare il giovedì e il sabato sera. Penso che in una città dove in tanti reclamano interventi nuovi, che si collocano nell’antico, poter realizzare, grazie alla provincia di Trento, un Auditorium progettato da un archistar di fama internazionale dovrebbe soltanto farci onore». 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA UGO CENTI – La città, per ri-aversi, dovrà aspettare anni, nel frattempo, però, potrebbe avere un sacco di teatri ed auditorium! Uno nel parco del Castello. L’altro, quando sarà riparato, dentro il Castello. Altri due a pochi passi (il Comunale ed il Ridotto). Uno incompiuto da 15 anni a Paganica. Un altro ancora nelle intenzioni a Piazza d’Armi… Uno spettacolo, non c’è che dire! Ma per chi, se non c’è – come non c’è – un "sistema città" dietro?