Mario Fratti: i frigoriferi e il sogno americano

26 marzo 2012 | 13:39
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Mario Fratti: i frigoriferi e il sogno americano

di Emanuela Medoro – “Frigoriferi, una storia vera“, una commedia scritta da Mario Fratti nel 1964 è andata in scena il 24 marzo 2012 al Ridotto del Teatro Comunale, il 25 marzo al Teatro Marrucino di Chieti. La produzione a cura dell’Associazione Culturale Mamò è stata realizzata con il Fondo Europeo di Sviluppo Culturale POR. Giovani professionisti del teatro, Federica Ferrauto, Miriam Foresti, Marco Rotilio, Augusto Marra hanno ideato lo spettacolo, adattato il testo e composto le liriche. Le musiche del Maestro Luciano di Giandomenico, orecchiabili e vivaci, arricchiscono ed intensificano il ritmo della  la storia.

Divertente lo spettacolo, si sorride per le esperienze del giovane emigrante italiano Nicola Stampi. Appena sbarcato a New York con la valigetta di cartone, con entusiasmo persegue il suo sogno di felicità americana con la forza proveniente da mai conclusi studi italiani di medicina, ingegneria e giurisprudenza. Allegramente esibisce questa cultura, spesso mnemonica e ripetitiva, quando può. Lo spettacolo inizia con un coro eseguito con lo sfondo di grattacieli e teste dei presidenti di Mount Rushmore,  che tanto richiama alla memoria l’esplosione di gioia dei nostri emigrati all’apparire  della Statua della Libertà e dei grattacieli fra le nebbie dell’oceano. Immediato corre il pensiero al nostro drammaturgo, tutto aquilano, residente a New York dal 1963. Si legge nelle sue biografie che una volta disse: “Sono nato due volte, la prima volta quando sono venuto al mondo, la seconda quando mi sono definitivamente trasferito a New York”.

Seguono le esperienze di lavoro del nostro eroe, assunto come maggiordomo tuttofare in una villa nel Connecticut i cui proprietari hanno una fabbrica di frigoriferi ed elettrodomestici. Nicola, diventato Nick, entra a contatto con una serie di stravaganze americane che pazientemente accetta sorridendo, perfetto nel suo ruolo di servitore cerca di accontentare in tutti i modi i padroni che lo pagano e pian piano scopre i segreti della famiglia. Scopre travestimenti, falsità, ipocrisie e delitti: le sorelle gemelle non tanto uguali come dichiarano di essere,  la storia della famiglia non del tutto edificante, le complicità di un medico venduto e di un poliziotto cialtrone e credulone. Infine scopre il contenuto dei tre frigoriferi che gli era proibito aprire,  trasformati in una specie di bara per ibernati, per due persone ed un gorilla. E’ il gorilla che nel finale compie la vendetta, imprigionando nei frigoriferi padroni e servo.

“Una storia vera”, dice il titolo. Che significa vera? Reale? Vissuta? Ricordata? E’ una storia che  rielabora con fantasia, arguzia ed ironia qualche esperienza vissuta. Credibili i personaggi descritti con ilare ironia, resta la curiosità di sapere che tipo di americano può aver ispirato il personaggio del gorilla. I giovani artisti del palcoscenico si rivolgono a Mario Fratti chiamandolo Maestro, evidentemente lui riesce proprio bene a narrare “storie vere”.  Se pensiamo che questo spettacolo è la rielaborazione di un testo scritto nel 1964, ci rendiamo conto della validità di una scrittura teatrale che ha attraversato il tempo, ed è giunta fino a noi dopo quasi mezzo secolo, mantenendo intatte freschezza ed allegria.

Bravissimi gli attori ed il regista, un cast di professionisti della musica e dello spettacolo con dei curriculum ricchi di esperienze internazionali. Lunghissimo l’applauso finale. Mario Fratti, sul palcoscenico del ridotto del teatro comunale de L’Aquila, ringrazia gli attori ed il  pubblico. Auguriamo allo spettacolo tante repliche in teatri affollati.