Chiodi: «Sono vittima di una strategia mediatica persecutoria»

28 marzo 2012 | 17:00
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Chiodi: «Sono vittima di una strategia mediatica persecutoria»

Pescara, 28 mar 2012 – «I poteri forti da che mondo è mondo esistono, ma non possono essere dissimulati attraverso la terzietà di una testata giornalistica. Sia chiaro a tutti: non ci fermeremo e non ci faremo condizionare, sapendo di dover affrontare tali poteri forti». Lo ha affermato, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, intervenendo in merito a quella che lui stesso ha definito una «campagna denigratoria» portata avanti dalla stampa locale negli ultimi mesi.

«Io ho in mente un concetto etico di giornalismo – ha detto Chiodi – in una società democratica libera è funzionale. Quando è fatto di verità, il giornalismo frena la criminalità, tiene all’erta le forze dell’ordine e, in sostanza, impone ai politici di governare bene. E’ giusto che la stampa sia anche battaglia, critica, inchiesta, ma tutto questo ha due limiti oggettivi: la verità dei fatti e il rispetto della dignità delle persone».

«Da diverse settimane – ha aggiunto – io sono vittima di una strategia mediatica persecutoria che strumentalizza vicende che nulla hanno a che fare con la mia persona. E’ stata diffusa l’immagine di un governatore truffaldino che fa gli interessi propri e non degli abruzzesi. E’ stato fatto un danno enorme non solo a me, ma anche all’autorevolezza dell’informazione stessa».

«Da anni – ha sottolineato il governatore – in Abruzzo esiste un sistema informativo rappresentativo di poteri occulti, nel senso che non si palesano. Poteri che hanno tentato di condizionare le scelte politiche e amministrative. Quello che non accetto e che non capisco è quando si sconfina in un’azione di denigrazione e di diffamazione».

«Mi sono chiesto il perché di tutto questo – ha aggiunto il presidente di Regione – Perché un governatore che non è mai stato indagato, nonostante sia commissario per la sanità e per la ricostruzione, con le cifre notevoli che vi girano attorno, deve essere fatto passare come un malfattore? Abbiamo lavorato molto nel campo della sanità e la sanità muove interessi economici enormi: per raggiungere il pareggio di bilancio ho dovuto toccare interessi molto forti, ma non voglio pensare che sia quella la ragione di quanto accaduto».

Il presidente ha tenuto a precisare che le sue critiche non riguardano i giornalisti abruzzesi, «di alto livello e a cui va la mia massima considerazione, quanto piuttosto – ha concluso – le linee editoriali imposte».

CHIODI RISPONDE ALLE 10 DOMANDE DELL’IDV – Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, nel corso di una conferenza stampa indetta per fare chiarezza sulla «campagna denigratoria» portata avanti nei suoi confronti dalla stampa locale negli ultimi mesi, ha risposto alle dieci domande che gli sono state rivolte dal consigliere regionale Cesare D’Alessandro (Idv) in relazione al caso giudiziario legato al fallimento di un imprenditore abruzzese il cui commercialista, Carmine Tancredi, é il socio di studio del governatore.

Chiodi è partito da una premessa: «Io non ho il tempo di occuparmi dello studio commercialistico. Questo – ha spiegato – per ovvi motivi: sono presidente della Regione, sono commissario per la ricostruzione e per la sanità, partecipo all’ufficio di presidenza nazionale del partito, faccio parte della conferenza delle Regioni, sono il vicepresidente dell’assemblea delle Regioni d’Europa. Non mi bastano le 24 ore e di conseguenza non mi occupo, ovviamente, della gestione dello studio».
Ecco le risposte fornite da Chiodi.

1) Lei, presidente Chiodi, è a conoscenza che Cipro è sulla lista nera dei paradisi fiscali stilata dall’Ocse?

«Lo sapete che Cipro è entrata nell’Unione Europea nel 2004 e ha adottato l’euro nel 2007? Lo sapete che l’Ocse l’ha tolta dalla lista nera nel 2009? Cipro – ha detto il governatore – non è un paradiso fiscale».

2) Il suo studio professionale ha mai costituito società nell’isola di Cipro? E in particolare, per conto di Nicolino e Maurizio Di Pietro?

«Vale sempre la premessa che io non mi occupo della gestione dello studio – ha affermato il presidente -, ma ho chiesto: no, mai».

3) Il suo studio professionale era a conoscenza dei trasferimenti di capitali, peraltro illegalmente acquisiti, in varie banche inglesi con filiali in Svizzera?

«Non mi occupo della gestione dello studio – ha ribadito Chiodi -, ma ho chiesto: assolutamente no; ignora la circostanza, ignora i tempi ed ignora come, se e quando i capitali sono stati ‘illegalmente’ acquisiti e come, se e quando i capitali sono stati trasferiti in banche inglesi».

4) I soldi che successivamente rientravano in Italia dalla Svizzera non hanno mai fatto sorgere in Lei e nel suo socio il minimo dubbio?

«Ripeto, io non mi occupo della gestione dello studio da diversi anni, ma ho chiesto: questi movimenti – ha spiegato il presidente -, di modica entità rispetto a quella riportata dai giornali (circa 400mila euro), sono coerenti con le dimensioni delle aziende in questione».

5) E’ in grado, signor Governatore, oltre alla bancarotta di cui i fratelli Di Pietro dovranno rispondere in sede penale, di quantificare l’evasione fiscale determinata dal vorticoso giro di capitali nel ‘paradiso’ cipriota?

«Qui posso rispondere io – ha affermato Chiodi -: Cipro non è un paradiso fiscale, non c’é nessuna questione che riguarda l’evasione».

6) Da quasi un mese, pressoché quotidianamente, il suo studio viene chiamato in causa da articoli di stampa sui quali Lei tace; ritiene, caro Governatore, che la questione non la riguardi?

«E’ una vicenda di sciacallaggio, sterile e vergognoso – ha sottolineato Chiodi -, che riguarda peraltro in via esclusiva semmai il mio collega di studio e dalla quale io sono completamente estraneo. Per questo mi sono rivolto all’autorità giudiziaria per porre al suo vaglio la diffamatoria campagna di stampa».

7) Perché, quando il suo studio professionale è stato perquisito dall’Autorità Giudiziaria, Lei non lo ha mai reso pubblico?

«Perché lo studio – ha risposto il presidente della Regione – non è stato mai perquisito; è un falso la perquisizione dello studio. Nel verbale, e chi ce l’ha lo sa, c’é scritto che lo studio non è mai stato perquisito».

8) Perché non dà all’opinione pubblica abruzzese la sua versione dei fatti?

«Perché è stata già data: la mia versione dei fatti è che io di tali questioni ignoro tutto, ovviamente, facendo il presidente della Regione, occupandomi di tutte le questioni che riguardano la Regione».

9) Ritiene che la vicenda del crack dei fratelli Di Pietro, impresari edili di movimento terra da sempre, improvvisamente impresari di movimento di capitali illegali, costituisca un complotto contro di Lei?

«Non credo che esista alcun complotto contro di me – ha risposto Chiodi -, ma solo il vergognoso e sterile tentativo di attaccarmi su temi a me completamente estranei, attraverso una campagna di stampa diffamatoria e denigratoria scientificamente orchestrata a tavolino».

10) Non ritiene forse giusto che gli abruzzesi, i quali da quattro anni pagano ogni sorta di tasse per ripianare i debiti contratti, debbano sapere da chi sono guidati e in che maniera?

«Gli abruzzesi da quattro anni pagano tasse più alte a causa di tutto quello che è stato combinato anche da coloro che hanno fatto questa domanda. Gli abruzzesi – ha concluso Chiodi – sanno che oggi non ci sono più le condizioni di disavanzo strutturale e che probabilmente grazie all’azione di questa Giunta le tasse saranno abbassate».