Ospedali Psichiatrici Giudiziari: comitato “Stop Opg” chiede incontro con Chiodi

L’Aquila, 28 mar 2012 – Il comitato “STOP OPG” è nato per sostenere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la presa in carico da parte delle regioni, tramite le Aziende Sanitarie con i Dipartimenti di Salute Mentale, dell’assistenza e cura delle persone internate, alternativa all’internamento in OPG.
Aderiscono al comitato “STOP OPG” Abruzzo ANPIS, ARCI , Associazione 180 amici L’ Aquila- onlus, Altri orizzonti, Cittadinanza attiva – Tribunale del malato, CGIL, Coordinamento Regionale Centri Diurni Psichiatrici, C.O.S.M.A, Forum Salute Mentale, Li.cia onlus, Psichiatria democratica, UNASAM.
«Siamo consapevoli – specifica il comitato in una nota – che la situazione è difficile da affrontare perché mette in gioco l’ organizzazione, le pratiche dei servizi di salute mentale, nonché lo stigma connesso alle persone internate negli OPG. Ma le condizioni inaccettabili cui sono costretti anche 32 nostri concittadini reclamano interventi forti, che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollecitato parlando di estremo orrore dei residui ospedali psichiatrici giudiziari, inconcepibile in qualsiasi paese appena, appena civile».
«Il comitato “STOP OPG” – prosegue la nota – ha inviato tempestivamente al Presidente della Regione Chiodi e al Commissario Baraldi richiesta di incontro per conoscere gli impegni che la nostra Regione intende assumere nel rispetto della nuova legge, che fissa in modo puntuale e con tempi obbligati i termini per l’applicazione delle norme relative alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
In mancanza di qualsiasi riscontro e considerata la scadenza del 31 marzo per l’emanazione delle linee guida regionali per i percorsi di dismissioni e di presa in carico da parte dei Servizi Pubblici di Salute Mentale, il comitato “STOP OPG” evidenzia l’assenza di attenzione su una questione così importante di diritti di cittadinanza e di salute, rinnovando ferma richiesta di confronto per addivenire ad una soluzione partecipata e condivisa».