
Pescara, 29 mar 2012- Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, si comporta «esattamente come fece l’ex governatore Ottaviano Del Turco» – finito in carcere nel luglio 2008 nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella sanità privata abruzzese e attualmente sotto processo – facendo scattare il «meccanismo del vittimismo e del presunto attacco ai suoi danni da parte dei poteri forti».
A sostenerlo è il capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, Carlo Costantini. Nel corso di una conferenza stampa indetta per replicare alle dichiarazioni del presidente di Regione in merito ad una presunta «campagna stampa denigratoria» nei suoi confronti, Costantini afferma infatti che «quando qualcuno, stimolato dalla sua ormai nota allergia alla trasparenza, decide di metterlo con le spalle al muro, immediatamente, come fece Del Turco, Chiodi fa scattare il meccanismo del vittimismo e del presunto attacco ai suoi danni dei poteri forti. Come se a fare il presidente della Regione – aggiunge il capogruppo Idv -, quando il centrosinistra era scomparso dalla scena ed il centrodestra era in vantaggio del 25% sui sondaggi, ce lo avessero messo i poteri deboli».
« C’é però una differenza, in termini di presupposti, tra l’autodifesa di Del Turco e quella di Chiodi. Anche se solo sul piano teorico – evidenzia Costantini -, Del Turco avrebbe avuto la possibilità di allargare i cordoni della borsa ed i poteri forti avrebbero avuto, di conseguenza, la possibilità di pretenderlo; diversamente, invece, se anche avesse voluto, Chiodi, vincolato dal Piano di rientro, non avrebbe potuto allargare in modo significativo i cordoni della borsa e i poteri forti non avrebbero avuto, di conseguenza, la possibilità di pretenderlo". Dunque – conclude il capogruppo dell’Idv – Chiodi sarebbe vittima dell’attacco di chi non avrebbe ottenuto da lui ciò che, pur volendo, lui non avrebbe mai potuto dargli».
CRAC MILIONARIO: IDV SMONTA RISPOSTE CHIODI ALLE 10 DOMANDE – Carlo Costantini, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, ha ‘smontato’ le risposte date ieri dal presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, alle dieci domande presentate dal consigliere Cesare D’Alessandro (Idv), in relazione al caso giudiziario legato al fallimento di un imprenditore abruzzese il cui commercialista, Carmine Tancredi, é il socio di studio del governatore. «Chiodi non smentisce la sua fama di mistificatore della verità – afferma Costantini -, una fama che lo rende sempre meno credibile per l’opinione pubblica e che legittima l’esercizio di un diritto-dovere di critica sempre più stringente da parte dell’informazione libera. In particolare – aggiunge – tolti i ‘non so nulla’, su cui siamo costretti a credergli sulla parola, chi ha letto le risposte non ha potuto non rilevare una serie di elementi. Non è vero che Cipro non è più un paradiso fiscale dal 2009 – osserva Costantini – è stato tolto dalla black list con decreto ministeriale del 27 luglio 2010, quando tutte le operazioni che hanno dato origine all’inchiesta erano già abbondantemente perfezionate. Non è vero che il suo studio professionale non è stato perquisito – ha aggiunto il capogruppo Idv -, in quanto lo ha rilevato il pm, citando esplicitamente perquisizione e sequestro delle carte delle due società presso lo studio Tancredi. Non è vero – ha proseguito – che Tancredi è solo un collega di studio, dato che è un socio del presidente ed è anche un politico ed una persona investita di rilevantissime responsabilità pubbliche dallo stesso Chiodi, che lo ha scelto spiegando di averlo fatto perché si fida totalmente di quello che fa».
«Non è vero – ha osservato ancora Costantini – che la campagna è durata tanto a lungo per denigrarlo e per colpire la sua immagine. Questo è un fatto oggettivo incontestabile: la durata è stata proporzionale al suo atteggiamento omertoso. Non è vero – ha detto il capogruppo – che Chiodi è riuscito a non contrarre altri debiti. Semplicemente non poteva contrarne altri perché i vincoli operativi e legislativi del piano di rientro glielo hanno impedito. E’ incredibile la sua presunzione di poter ingannare gli abruzzesi». Secondo Costantini, inoltre, «non è vero che Chiodi ha ridotto il debito della sanità, perché a ridurlo sono stati gli abruzzesi, versando ‘lacrime e sangue ed essendo costretti a pagare maggiori tasse, con cui la Regione sta pagando le rate dei mutui»’. Il capogruppo dell’Idv, infine, si è detto convinto che «per mettere la parola fine alla vicenda, Chiodi potrebbe chiedere al suo socio di studio di rendere pubbliche le parcelle emesse nel corso degli anni per tutte le complesse attività di consulenza che avrebbe prestato in favore dei soggetti coinvolti e delle relative società. Grazie a questa documentazione – ha concluso il capogruppo – non aprirei più bocca su questo caso».