Pedopornografia: teramano adesca minorenni on line, arrestato

Pescara, 29 mar 2012 – Fingendo di avere 15 anni contattava e adescava ragazzine, con la cosiddetta tecnica del "grooming", tramite Messenger, una diffusissima chat on line e, una volta stretto un rapporto di confidenza, si faceva inviare foto e filmati osé, minacciando le sue giovanissime vittime. Lui è un uomo di 33 anni della provincia di Teramo che nel giro di due anni, tra il 2009 e il 2010, ha "raccolto" circa 800 foto di una cinquantina di ragazzine tra gli 11 e i 17 anni che vivono in varie parti d’Italia. Ieri la polizia postale lo ha arrestato e rinchiuso nel carcere di "Castrogno", a Teramo, con le accuse di produzione di materiale pedopornografico, detenzione di materiale pedopornografico ed estorsione. A disporre l’arresto è stato il Gip del Tribunale dell’Aquila Marco Billi su richiesta del sostituto procuratore David Mancini.
Le indagini della Polizia postale hanno preso il via, spiega Pasquale Sorgonà, dirigente della Polizia postale, dalla denuncia presentata dalla mamma di una bambina che vive in Piemonte, rimasta vittima del 33enne. A seguito di questa denuncia, l’anno scorso, è stato sequestrato all’uomo il primo computer che è stato consegnato alla Polizia postale per effettuare gli accertamenti del caso e si è capito che «non si trattava di un caso sporadico ma sistematico». L’uomo, che aveva diversi profili, cioè era presente con diverse identità su Messenger, stringeva amicizia con le sue vittime on line, creando un rapporto di fiducia e confidenza, per poi cominciare a chiedere alle sue amiche virtuali non solo foto nude ma anche di mastrubarsi davanti alla webcam. Lui, dal canto suo, diceva di avere la telecamera rotta, per non farsi vedere, e inviava foto di alcuni giovanissimi come se fossero le sue. Per convincere le piccole amiche le ricattava, dicendo di essere un hacker e di essere pronto ad "entrare" nei computer delle giovanissime per carpire le foto e inviare virus. Questa tecnica, detta di ‘grooming’, arriva in genere fino ad una richiesta di incontro ma il 33enne non avrebbe mai visto le sue vittime di persona. Fino ad oggi la Polizia postale ne ha identificate 35, che sono state sentite alla presenza di genitori e psicologi e all’epoca dei fatti avevano tra gli 11 e i 17 anni. Solo alcune hanno sporto denuncia, mentre altre hanno negato tutto. Le giovani vivono in varie regioni: Veneto, Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia, Campania e Sicilia e in Abruzzo l’area interessata è quella dell’Aquila, dove è stato registrato un caso. Le indagini non sono terminate: complessivamente i computer sequestrati sono tre, oltre a un hard disk, ancora da esaminare. La polizia postale invita a segnalare eventuali altri casi, se qualche ragazzina è stata contattata da uno di questi nickname: Valeriux2010, Severe_winter, Lasabbiabrucia, Readyforsummer, Fruttoesotico. Al momento dell’arresto il 33enne, che viveva solo, ha infilato in un tritacarte un foglio con i suoi profili virtuali e le password, ma è servito a poco.
POLIZIA POSTALE: C’E’ SCARSA SENSIBILITA’– Per la Polizia postale c’è «scarsa sensibilità» al problema della pedopornografia on line e lo dimostra il fatto che «i bambini vengono spesso lasciati soli davanti al computer come se fosse solo una consolle per videogiochi» senza tenere conto degli effetti che l’utilizzo di internet può avere sulla vita reale. A dirlo è stato questa mattina Pasquale Sorgonà, dirigente della Polizia postale, commentando l’operazione che ha portato all’arresto di un 33enne della provincia di Teramo. «Noi teniamo degli incontri nelle scuole per informare e sensibilizzare i giovani – ha aggiunto – ma forse sarebbe più opportuno sensibilizzare gli adulti, su questi temi». Il caso del 33enne arrestato – ha aggiunto Gianluca De Donato vice dirigente della polpost – dimostra che «l’orco entra in casa, attraverso internet, sotto mentite spoglie. I genitori delle vittime non immaginavano neanche lontanamente che potesse essere accaduto qualcosa del genere alle proprie figlie quindi è bene prestare attenzione e controllare» cosa accade quando i bambini sono davanti al computer.
RISALIRÀ A VITTIME DA DNA FOTO ONLINE– Combattere lo sfruttamento sessuale dei minori identificando e prestando soccorso alla vittime in tempi sempre più rapidi. E’ quanto promette PhotoDNA, la nuova tecnologia di corrispondenza delle immagini sviluppata da Microsoft in collaborazione con il Dartmouth College e messa a disposizione della Polizia postale e delle comunicazioni impegnata quotidianamente nella lotta contro la pedopornografia online. «Ogni foto – hanno spiegato i papà del progetto, presentato nel corso di una conferenza stampa presso il dipartimento della pubblica sicurezza – ha una firma univoca, una sorta di "impronta digitale", che può essere confrontata con quelle di altre foto presenti in rete o trovate, ad esempio, nell’hard disk del pc di un indagato: i cyberinvestigatori potranno analizzare fino ad un milione di immagini in meno di una settimana. E questo consentirà di aumentare non solo le chance di trovare vittime e autori dell’abuso – ha sottolineato Carlo Solimene, direttore della divisione investigativa della Polizia postale – ma anche la possibilità di evitare pericoli in itinere». PhotoDNA è stato pensato per i provider di servizi online, ma sin dalla sua primissima introduzione ha catturato l’interesse delle forze dell’ordine specializzate in indagini sullo sfruttamento dei minori, fenomeno legato sempre più strettamente al web: «Qualsiasi immagine può essere ritoccata – ha ammesso Solimene – segmentata, alterata nei colori e nelle dimensioni: arrivare alla ‘foto madre’, scattata magari in un paese lontanissimo, attraverso una delle tante ‘foto figlia’ distribuite nel circuito dei pedofili promette di essere un aiuto prezioso in tante circostanze». «La lotta agli abusi sui minori e l’impegno per la sicurezza in rete sono i nostri obiettivi primari in un ambiente in cui le insidie possono essere numerose – ha ricordato Antonio Apruzzese, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni. Purtroppo la pedopornografia on line continua a crescere, in Italia e all’estero, un po’ perché aumenta il numero di chi ha accesso alla rete e un po’ per la diffusione sempre più larga di nuovi strumenti come i social network che, al di là dei tanti vantaggi, finiscono con il moltiplicare le tentazioni e le occasioni di produrre fatti negativi. Non è un caso – ha osservato Apruzzese – che sempre più minori figurino tra le vittime ma anche tra i responsabili di reati come il cyberstalking o il cyberbullismo». Ecco perché «la nostra attenzione resta costantemente alta: da oggi disponiamo di un nuovo strumento per migliorare ulteriormente la collaborazione con Microsoft che dal 2006 ad oggi ha prodotto ottimi risultati. Grazie anche al sistema Cets (Child exploitation tracking system) sono state coordinate infatti oltre 10mila indagini con 422 arresti, 7.584 denunce, 6.548 perquisizioni, 179 siti oscurati, 1.086 inseriti nella ‘black list’ di quelli pedopornografici e 361.787 monitorati». «Microsoft – ha concluso Pietro Scott Jovane presidente Microsoft Italia – è da sempre impegnata in iniziative volte a rendere la rete un luogo sicuro. La nostra azienda sente infatti la responsabilità di garantire soluzioni sicure e, grazie allo sviluppo di questa tecnologia innovativa, dispone di una nuova opportunità per aiutare le forze dell’ordine, che tutti i giorni svolgono un lavoro straordinario, a contrastare uno dei crimini più odiosi che esistano, la pedopornografia».