L’Aquila: Opcm 4013 lo sguardo del presidente associazione Consorzi

L’Aquila, 30 mar 2012 – Il presidente dell’associazione “Centri Storici Aquilani”, Roberto Marotta, a pochi giorni dall’Opcm 4013 che ridisegna la ricostruzione pubblica e privata de L’Aquila propone l’istituzione di un tavolo tecnico permanente di confronto tra gli Enti preposti, che «dovrà riunirsi con cadenza quantomeno mensile al fine di analizzare e risolvere tutte le problematiche connesse alla ricostruzione dei centri storici. L’associazione si offre di collaborare a tale tavolo tecnico con la presenza di un proprio rappresentante, che si renderà latore delle esigenze degli associati, nello spirito di una massima collaborazione tra i partecipanti»
«Si rappresenta l’esigenza di iniziare i lavori nei centri storici con la massima urgenza, al fine di evitare ulteriori “danni da ritardo” ai fabbricati, specie quelli storici – prosegue -, nonché di scongiurare lo spopolamento dei territori ed il collasso dell’economia, non solo locale, legata alla ricostruzione post sisma. I progetti già presentati devono essere approvati nel più breve tempo possibile, anche a mezzo della istituzione di una conferenza di servizi permanente tra gli organi competenti e, in attesa dell’approvazione dei pdr, è necessario far partire dei cantieri “pilota”, finalizzati anche ad individuare le migliori soluzioni logistiche da adottare in vista della fase successiva, in cui centinaia di cantieri dovranno coesistere in aree ristrette».
«Una quota proporzionale dei fondi destinati alla ricostruzione dovranno essere vincolati al recupero dei centri storici, altrimenti tutti i fondi disponibili saranno utilizzati per le periferie e L’Aquila rimarrà una città senz’anima, destinata allo spopolamento. I centri storici – aggiunge – dovranno essere adeguatamente riqualificati, anche con la eliminazione di fabbricati fatiscenti e/o non coerenti con il contesto storico-urbano. Per quanto riguarda i singoli fabbricati bisognerà superare l’ottica del mero ripristino e consentire le migliorie e gli adeguamenti necessari alla riqualificazione ed al risparmio energetico, anche con la integrazione da parte dei privati proprietari degli indennizzi pubblici. Appare inoltre prioritaria l’esigenza del ripristino dei sottoservizi, in modo da consentire l’immediato utilizzo dei fabbricati recuperati»
L’associazione plaude, comunque, lo sforzo del Governo profuso nell’Opcm tuttavia «alcune norme, come quella relativa ai ritardi (art. 6), che configura una sorta di “responsabilità oggettiva” da parte di soggetti che, in realtà, non avrebbero alcuna responsabilità nei ritardi che si vanno a sanzionare, senza fare salve cause di forza maggiore o ritardi adeguatamente motivati, il punto 4) della stessa norma, che riduce in compensi degli amministratori di condominio, senza fare salvi i diritti quesiti anteriori all’entrata in vigore della norma, la norma (art. 7) sulle non meglio specificate “offerte” di imprese e progettisti, da allegare alle domande di contributo e, infine, la norma (art. 8) finalizzata alla istituzione di un “elenco” di imprese, forse dovrebbero essere oggetto di una valutazione più attenta, al fine di evitare blocchi del sistema e eventuali contenziosi da parte di soggetti, non solo locali, che potrebbero ritenersi lesi nei loro diritti».