L’Aquila, scuole dell’obbligo: dal 2010/2011 aumento di studenti del 5%

L’Aquila, 30 mar 2012 – «Nell’anno scolastico in corso 2011-2012 sono 8.871 gli alunni che frequentano le scuole dell’obbligo del comune dell’Aquila, composti per il 50% da studenti delle scuole secondarie superiori, per il 28,5% da iscritti alle scuole primarie e per il restante 21% da iscritti alle scuole secondarie di I grado (percentuali in linea con la media nazionale)».
E’ quanto emerge dai dati forniti dal Cresa che rilevano, rispetto all’anno 2010/2011, un incremento complessivo del 5%, «originato da una notevole crescita delle frequenze nella scuola primaria e, in parte, anche nella media parzialmente compensate da una leggera flessione delle iscrizioni negli istituti superiori».
«Nonostante questi positivi risultati, attribuibili ad un certo numero di “rientri” – spiega la nota del Cresa – la popolazione scolastica comunale non è ancora riuscita a recuperare i livelli pre sisma, rispetto ai quali si sconta ancora una differenza negativa di circa 800 unità in termini assoluti, concentrata per lo più nelle scuole secondarie. Si tratta di segnali di recupero che vanno colti e sostenuti nella definizione degli interventi futuri. Il periodo che intercorre dal sisma fino ad oggi è interessante anche alla luce di diversi altri fenomeni.
Il primo di essi è una sorta di effetto di autocontenimento che conferma la natura centroide del capoluogo in grado ancora di mantenere legami e relazioni con il territorio circostante. All’indomani del terremoto del 2009 il calo degli iscritti a L’Aquila è stato piuttosto pesante avendo superato le 1.200 unità con riferimento a tutti gli ordini scolastici (-13% rispetto al 2008). Anche a livello provinciale si è registrato un calo ma la sua intensità è stata molto minore di quella del capoluogo. Ciò significa che il flusso in uscita da quest’ultimo, in particolare alunni delle scuole primarie, si è in parte fermato all’interno dei confini provinciali. Come si è redistribuita sul territorio provinciale la popolazione scolastica fuoriuscita dal capoluogo? Gli studenti aquilani non sono andati molto lontano. In effetti, da informazioni desunte dallo stesso Osservatorio della Provincia, si ha evidenza di una forte crescita di iscrizioni presso comuni contermini al capoluogo, come Scoppito e Tornimparte, in cui molte famiglie aquilane si sono domiciliate nel periodo successivo al sisma e che in questo momento stanno affrontando piuttosto problemi di sovraffollamento. Dopo un anno di sostanziale stallo la popolazione scolastica dell’Aquila nel 2011 ha invece ripreso a crescere con una certa vivacità, come rilevato nei paragrafi precedenti».
«Altre interessanti informazioni si desumono dall’osservazione del tasso di scolarità (che indica peso degli iscritti ad un certo ordine scolastico sulla classe di popolazione avente le stesse caratteristiche di età) – prosegue il rapporto – Normalmente, si attendono valori prossimi al 100 per cento per le scuole dell’obbligo, soprattutto se questo tasso viene calcolato su un’area di un paese sviluppato. In questa sede, avendo come oggetto di indagine un singolo comune, ci si è limitati all’analisi di questo indicatore con riferimento alle sole scuole primarie, che hanno un elevato grado di diffusione sul territorio, mentre la concentrazione di istituti secondari nel capoluogo ne renderebbe distorsivo l’uso a livello comunale»
«Al 2008, la quota degli iscritti alle scuole primarie rispetto alla popolazione in età corrispondente era di circa il 93%, una percentuale apparentemente piuttosto bassa soprattutto se confrontata con la media provinciale (98%) allineata a quella italiana – rilevano ancora i dati – Per spiegare questa percentuale lievemente inferiore a 100 non sembra sensato ipotizzare un’evasione dall’obbligo, non coerente con i dati complessivi disponibili sul fenomeno dell’abbandono scolastico. Si potrebbero invece supporre diverse ipotesi. Innanzitutto, i motivi di questo risultato potrebbero essere legati al fatto che i tassi sono calcolati sui residenti e non sui domiciliati; può quindi darsi il caso di studenti che risultino residenti in un comune, ma siano in realtà domiciliati in un altro, dove poi frequentano le scuole. Ciò produce un denominatore maggiore di quello reale, con conseguente sottostima dei tassi. Un’altra ipotesi per spiegare il fenomeno è legata ai flussi migratori: può darsi il caso di studenti che per motivi logistici (soprattutto nel caso di un comune come l’Aquila che si estende su un territorio vastissimo) preferiscano frequentare scuole di aree confinanti, e anche in questo caso si verificherebbe una sottostima dei tassi».
I dati sulla mobilità degli studenti del comune dell’Aquila «possono offrire un ragionevole contributo come indicatore indiretto dei flussi che riguardano o riguarderanno la popolazione nel suo complesso» specifica ancora il Cresa «consentendo di stimare il numero degli studenti che annualmente, pur mantenendo la residenza in un determinato comune, risultano frequentare istituti localizzati in una provincia diversa da quella di appartenenza».
«In base alle informazioni disponibili negli anni precedenti il sisma gli studenti aquilani frequentanti in “altra provincia” risultavano compresi tra le 400 e le 500 unità. Nel 2009 questo numero ha subito una forte impennata, passando ad oltre 1000 studenti, e si è attestato intorno ai 1.200 l’anno successivo – concludono dal Cresa – Al momento non si dispone di dati riferiti all’a.s. 2011-2012 tuttavia la crescita delle iscrizioni registrata in questo periodo ha probabilmente comportato un suo ridimensionamento. Da informazioni messe a disposizione da parte dello stesso Osservatorio è possibile stimare che la quota preponderante degli spostamenti abbia interessato la provincia di Pescara e in misura residuale Teramo. Questo fenomeno non è integralmente ascrivibile agli effetti del terremoto del 2009. Esso è stemperato dalla presenza di una quota di “frequentanti fuori provincia” storicamente piuttosto elevata (tra 400 e 500 unità per anno). Ne deriva un effetto netto che induce a stimare in circa 6-700 gli studenti interessati dalla mobilità e, trattandosi di minori, un numero compreso tra 400 e 500 le famiglie che, pur mantenendo la residenza a L’aquila, hanno trasferito fuori provincia il centro dei propri interessi»