L’Aquila, fine della diaspora degli alberghi: soluzione per gli ultimi 200 sfollati

L’Aquila, 2 apr 2012 – Sono andati via tutti o quasi. É finita la diaspora degli aquilani negli alberghi della costa. Gli ultimi 232 hanno riscoperto la gioia di avere una casa al posto di quei pochi metri quadrati in cui sono stati “prigionieri” per tre anni. É stato di parola l’assessore comunale Fabio Pelini con delega all’Assistenza alla Popolazione passata da qualche mese in toto nelle mani dell’amministrazione comunale. Aveva detto che entro la fine di marzo avrebbe liberato gli alberghi della costa dai 232 sfollati rimasti ed ha raggiunto l’obiettivo.
«Nelle strutture ricettive – ha spiegato – sono rimasti soltanto una trentina di anziani che erano ospiti di residenza sanitarie assistite e le cui sedi sono ora inagibili. Questi anziani rimangono negli hotel in convenzione con noi e con la Asl». Sono state cinque le soluzioni offerte alle persone uscite dagli hotel: il contributo di autonoma sistemazione, appartamenti di progetto Case e Map, fitto concordato, Scuola della Guardia di Finanza di Coppito (coloro che non avevano diritto alle altre forme di assistenza).
Pelini lo ammette: «qualcuno ha mostrato qualche malumore, ma abbiamo dato a tutti una soluzione. Nessuno è rimasto in mezzo alla strada. Con 16 dipendenti co contratti atipici siamo riusciti a fare ciò che la Sge faceva con 27 persone». In queste settimane l’ufficio dell’assistenza alla popolazione “targato” comune dell’Aquila ha messo mano anche ad altri problemi:
«Abbiamo razionalizzato gli alloggi – ha spiegato Pelini favorendo gli spostamenti dei single in case più grandi dando una soluzione più confacente ai cosiddetti nuclei compressi. C’è stato però anche un ex assessore comunale della giunta Cialente che ha rifiutato lo spostamento. Abbiamo dato un alloggio anche a quasi tutti coloro che erano risultati positivi alla commissione speciale. Abbiamo inoltre consentito ai nuclei aggregati di disaggregarsi offrendo un secondo alloggio». Soluzione alloggiativa offerta anche ai nuclei separati che in origine non potevano beneficiare dell’assistenza. Il prossimo obiettivo di Pelini è quello di abbattere il numero di assistiti in autonoma sistemazione. «A giorni daremo una risposta alloggiativa anche a tutti coloro che hanno presentato l’istanza per passare dal Cas al progetto case che sono nell’ordine di qualche centinaio, mi sembra massimo 200. Anche in questo caso partiremo dai nuclei più numerosi. In questo modo potremo dare una casa vera a tutti coloro che in questi tre anni si sono dovuti arrangiare. Il fatto è che fino a quando non partirà davvero la ricostruzione pesante il numero degli alloggi a disposizione resterà limitato». A.Cal.