
L’Aquila, 3 apr 2012 – Sul caso dell’inchiesta sui lavori per la messa in sicurezza di dieci scuole, sette ad Avezzano e tre a Sulmona, per un appalto quantificato in 54 milioni di euro, la Procura della Repubblica fa un passo avanti. Questo scrive oggi "Il Messaggero" specificando che i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale (Ros), su delega del pubblico ministero Stefano Gallo, hanno fatto visita nei giorni scorsi negli uffici della Provincia per portare via la documentazione relativa alla messa in sicurezza di plessi scolastici (istituti superiori) di competenza dell’ente. Si tratta di una inchiesta bis, visto che a lavorare sul caso giudiziario, oltre a Gallo, c’è anche il sostituto procuratore Fabio Picuti, che ha delegato ai militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle dell’Aquila ulteriori accertamenti che non sono sovrapponibili. Dunque nessun duplicato, nessuna perdita di tempo, affermano fonti della Procura. Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. L’indagine ha avuto il via dopo le segnalazioni di alcune ditte escluse dalle gare e anche dopo la trasmissione d’inchiesta Report, che aveva fatto emergere una importante circostanza, quella che a beneficiare di tali opere vi fossero istituti che non sarebbero stati minimamente scalfiti dal terremoto. E così sotto la lente di ingrandimento è finita la delibera Cipe, numero 47, del 2009 che riguarda la messa in sicurezza degli edifici scolastici nei Comuni del cratere e, dunque, anche dei Comuni di Sulmona e Avezzano. Interventi che il Governo ha voluto dopo il sisma del 6 aprile del 2009 e suggellati con tanto di ordinanza della presidenza del consiglio dei ministri. Ordinanza che dà la possibilità al governatore Chiodi di avvalersi del presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, quale soggetto attuatore. Le opere sono state affidate a fine agosto del 2011 e ha riguardato nove dei dieci plessi scolastici, dopo l’indizione di gare pubbliche a procedura aperta. Ma per qualcuno si sarebbero verificate delle irregolarità sulle quali due magistrati e due corpi di polizia stanno ora indagando.