L’Aquila tre anni dopo: anime e case ancora in macerie

5 aprile 2012 | 10:13
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L’Aquila tre anni dopo: anime e case ancora in macerie

L’Aquila, 5 apr 2012- Alla vigilia del terzo anniversario del terremoto che il 6 aprile devastò L’Aquila e altri 56 comuni del circondario, causando 309 morti, circa 2.000 feriti e la distruzione di un ingente patrimonio architettonico, la ricostruzione procede ancora a rilento, con 21.731 persone (dei 72 mila residenti) ancora assistite (16 mila in meno rispetto al 2011). Di queste oltre 7 mila abitano nei Map (Moduli abitativi provvisori, ossia le casette di legno, nate subito dopo la tragedia per opera del Dipartimento della protezione civile nazionale), 573 nelle case in affitto concordato con la Protezione Civile, 630 attraverso il fondo immobiliare. Altre 314 persone risiedono in albergo o nella Scuola sottufficiali delle Fiamme gialle di Coppito (L’Aquila). Il numero più consistente della popolazione (13 mila cittadini circa) risiedono nelle 19 new town, in quello che è stato denominato Progetto "Case", realizzati a tempo record, lavorando giorno e notte. Abitazioni provvisorie che hanno avuto un costo di 2.700 euro a metro quadrato e che a distanza di tre anni, molte sono le lagnanze della popolazione per difetti non calcolati o peggio ancora interventi di manutenzione non fatti.

Nel frattempo numerose le piccole e medie aziende che sono state costrette a chiudere a causa della mancata ripartenza. Confartigianato parla di circa 500 micro imprese artigianali che non sono riuscite a ricollocarsi e altre 1.500 a rischio chiusura. La ricostruzione infatti è ferma.

Soltanto nell’immediata periferia sono cominciati a macchia di leopardo i lavori di ristrutturazione o ricostruzione. Circa 11 mila i cantieri aperti nei 56 comuni del "cratere", 23 mila gli edifici che hanno subito i danni gravi dal terremoto. Nel solo capoluogo sono state presentate 8.881 richieste di indennizzo e solo in 2.712 casi sono stati concessi contributi definitivi per le abitazioni classificate "E". Fermi ancora alla messa in sicurezza i cantieri nel centro storico (circondati da tonnellate di macerie, altre 211 mila sono state portate via su un totale di 4 milioni) in cui da ricostruire sono circa 177 ettari oltre ai 403 delle frazioni.

Sul fronte delle risorse finanziarie per gli interventi post-sisma, la somma che è stata stanziata è pari a 10,6 miliardi, di cui 2,9 relativi all’emergenza e 7,7 per la ricostruzione. Risultano ancora da utilizzare 5,7 miliardi. Per quanto riguarda le risorse a disposizione della Sge, dal febbraio 2010 ad oggi sono state trasferite risorse per 2,344 miliardi di euro, mentre sono ancora disponibili 1,367 miliardi. Per quanto riguarda la messa in sicurezza delle scuole, sono stati stanziati 226 milioni di euro, per un totale di 269 istituti scolastici (166 nell’Aquilano, 43 nel Teramano, 40 nel Pescarese e 15 nel Chietino). Per quanto riguarda l’aspetto dei monumenti, i beni artistici rilevati sono circa 1.842 distribuiti su 150 Comuni nelle 4 province della Regione. Si tratta in particolare di 1.053 chiese e 730 palazzi, oltre 60 beni di altra tipologia (mura, porte, fontane), per le quali si è proceduto alla elaborazione di una relazione sintetica di rilievo del danno, delle condizioni di agibilità o della necessità di messa in sicurezza. Dei 1842 beni rilevati soltanto il 27% sono risultati agibili. In particolare, circa il 36% delle chiese risulta inagibile; mentre nel caso dei palazzi, il cui campione comprende prevalentemente i fabbricati del centro storico aquilano, la percentuale di quelli inagibili risulta significativamente più elevata (circa il 73%). Nei palazzi del centro storico dell’Aquila il livello di danno medio riscontrato con più frequenza è grave, con una consistente percentuale di edifici con danni molto gravi, mentre è  prevalentemente medio o lieve nei palazzi rilevati negli altri territori. Al 30 giugno 2010 erano state recuperate e poste in sicurezza 5.000 opere d’arte mobili e 247.532 volumi provenienti da archivi storici e dalla Biblioteca Provinciale dell’Aquila. Per gli edifici pubblici e privati di interesse storico artistico, tutelati e non, i Comuni del "cratere" hanno provveduto ad affidare i lavori per la messa in sicurezza a ditte selezionate, sulla base di un progetto redatto dalle stesse imprese esecutrici. In totale sono stati autorizzati 430 progetti nel Comune capoluogo e 91 negli altri Comuni. Per la messa in sicurezza sono stati spesi circa 5 milioni di euro. Circa 600 mila i beni librari recuperati.

Infine studi di settore hanno messo in luce come il 70 per cento degli aquilani è affetto da depressione silente che provoca sensazione di insoddisfazione e tristezza.

COMMISSARIO: ENTRO L’AUTUNNO 9MILA CANTIERI DELLA RICOSTRUZIONE PESANTE –  «La sfida dei prossimi mesi è quella della ricostruzione dei centri storici, tenendo presente che la stessa sarà possibile perché la popolazione, per la stragrande maggioranza, è al sicuro nel progetto CASE e che la responsabilità di tale processo è nelle mani esclusive dei sindaci e, per la parte più rilevante, del sindaco del Capoluogo». A sottolinearlo è il Commissario delegato per la Ricostruzione.

«Molti dicono la loro opinione sullo stato della ricostruzione – aggiunge – Spesso citando erroneamente esempi di altre tragiche esperienze. Molti altri traguardano la situazione attraverso lenti deformate dalla strumentalizzazione, giustificata da ogni sorta di intenzione. Tutti gli attori istituzionali, da quelli locali a quelli nazionali, hanno avuto come principale obiettivo quello della ricostruzione del centro storico della città, simbolo della cultura e della storia di questa terra. Così, gli alloggi del progetto CASE, sono state solo un mezzo per arrivare al fine di riavere ricostruito il centro storico. Sperimentare questo nuovo modello di gestione abitativa ha significato venire incontro alle difficoltà che la città si è trovata ad affrontare con una seria emergenza abitativa dopo gli ingenti danni provocati dal sisma, con abitazioni costruite secondo standard qualitativi elevati e norme antisismiche, a costi relativamente contenuti. A tutti, anche a chi oggi la critica, era sembrata allora la soluzione più adatta e rispondente alle effettive necessità post terremoto, coscienti che il recupero delle abitazioni private avrebbe richiesto tempi medio lunghi».

«In tale processo – prosegue il commissario – giustamente, i sindaci, con in prima fila il primo cittadino aquilano, sono stati tra i sostenitori della scelta di consegnare la responsabilità della ricostruzione dei centri storici ai sindaci, quindi ai cittadini di ogni paese e città del cratere.  Ciò è avvenuto per il terremoto del Friuli, difficilmente paragonabile alla situazione abruzzese, dove i sindaci hanno predisposto tutti i piani di ricostruzione tra la fine del 1979 e i primi mesi del 1980: oltre tre anni dopo il terremoto del 1976. Mi auguro che i nostri sindaci, ma ne sono sicuro, sappiano fare meglio di quanto si sia fatto in qualsiasi altra parte del mondo in circostanze simili e utilizzare il formidabile strumento dei piani per restituire ai cittadini territori pronti a cogliere la sfida del prossimo decennio».

«A tre anni dal sisma – prosegue il Commissario – oggi si vede l’avvio della ricostruzione pesante. Molti cantieri per gli edifici "E" stanno partendo. La ricostruzione privata fuori dai centri storici e relativa agli edifici lievemente e mediamente danneggiati (classificazioni A, B e C), ad oggi, può dirsi sostanzialmente conclusa, ed ha permesso il rientro a casa di oltre 34.000 persone. In queste settimane si stanno aprendo, in modo significativo, i cantieri per la riparazione degli edifici gravemente danneggiati fuori dai centri storici (classificazione E). Entro il 30 aprile prossimo tutte le pratiche “E”, presentate entro il 31 agosto 2011, pari a circa
7.500,  saranno esaminate dai tecnici della cosiddetta “filiera”, mentre entro il 31 agosto prossimo saranno esaminate le restanti circa 1.500, per un totale complessivo di circa 9.000 richieste. Da oggi al mese di settembre prossimo saranno attivati, pertanto, oltre 9.000 cantieri della ricostruzione privata pesante, consentendo entro il 31 dicembre 2012 il rientro di altre migliaia di persone nelle loro abitazioni. Riteniamo, inoltre, che entro l’estate sarà approvata la maggior parte dei Piani di Ricostruzione».

«Il lavoro ancora da fare è molto – conclude – ma dobbiamo lavorare tutti verso un comune obiettivo per la rinascita dell’Aquila che può e deve rappresentare un formidabile volano per l’intero Abruzzo. Quello che mi auguro è che presto, archiviata la fase prossima delle consultazioni amministrative, si recuperi serenità e senso delle istituzioni».