Comune L’Aquila: assessore Lisi indagato per abuso edilizio

L’Aquila, 6 apr 2012 – Ermanno Lisi, assessore del comune dell’Aquila alle Opere pubbliche è stato iscritto nel registro degli indagati per un presunto abuso edilizio, riguardante una casa di legno, che avrebbe comportato anche la distruzione di un bosco di roverella. Lo riferisce oggi "Il Messaggero" precisando che le indagini tecniche sono state portate avanti dagli agenti del corpo forestale dello Stato della stazione di Tornimparte, diretti dall’ispettore superiore Alfonso Paone, ma l’input è stato fornito dagli agenti della squadra mobile della questura nell’ambito di un filone d’inchiesta tenuto riservato.
Ascoltando delle utenze telefoniche di persone intercettate, gli investigatori si sono imbattuti in una telefonata dell’assessore Lisi, il quale avrebbe fornito delle indicazioni ad altri indagati su come realizzare il manufatto, secondo l’accusa abusivo. Per l’accusa Lisi avrebbe concorso moralmente al reato. Gli indagati, oltre a Ermanno Lisi, sono Alberto Catena di 35 anni di Tornimparte, proprietario e committente dell’opera; Riccardo Catena di 63 anni, anche lui di Tornimparte, legale rappresentante della società «Catena Srl», esecutrice dell’opera; infine Pino Ciccone di 57 anni dell’Aquila, progettista e direttore dei lavori. L’opera – secondo le indagini della stazione forestale di Tornimparte – sarebbe stata realizzata in assenza del permesso di costruire e in violazione della delibera del consiglio comunale numero 58 del 25 maggio 2009, quella sulle edificazioni temporanee legate all’emergenza terremoto. Gli agenti della Forestale di Tornimparte hanno anche scoperto che il committente dell’opera non poteva usufruire comunque della delibera perché il 6 aprile di tre anni fa era residente a Scoppito e non all’Aquila. L’opera sarebbe poi sorta in una zona agricola di rispetto ambientale nella frazione di Palombaia di Sassa e per realizzarla sarebbe stato tagliato un bosco di roverella per 2.600 metri quadrati ricadente in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico. Non è la prima volta che Lisi viene tirato in ballo da intercettazioni telefoniche. Era già accaduto nell’inchiesta sulla realizzazione di un manufatto in via Di Vincenzo, anche questo secondo l’accusa abusivo.