Santo Stefano: una cartolina senza la torre

6 aprile 2012 | 16:23
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Santo Stefano: una cartolina senza la torre

Santo Stefano di Sessanio (Aq), 6 apr 2012 –  Alla “cartolina” di Santo Stefano di Sessanio a tre anni dal sisma manca ancora la torre.  La vita nel borgo non  si è mai fermata. Già  il 10 aprile del 2009 il critico d’arte, Vittorio Sgarbi trascorse la prima notte post sisma in una delle camere dell’esclusivo albergo diffuso per dimostrare che il comune medievale era ancora vivo.

Certo, il 2009 è stato un anno duro per Santo Stefano, ma i piccoli artigiani, con tenacia hanno resistito e a poco a poco sono tornate a “sbocciare” le botteghe che erano il fiore all’occhiello del posto. L’amministrazione  è alle prese con i problemi di tutti  i comuni del cratere con  il 30% dell’edilizia privata inagibile e un Piano di ricostruzione da 60 milioni di euro che attende l’Intesa; ma nonostante tutto c’è tanta voglia di andare avanti.

La “Sexantio”, la società che gestisce l’albergo diffuso, realizzato grazie alla lungimiranza dell’intraprendete milanese Daniele Kilghren, continua a promuovere il borgo catalizzando un turismo di élite da tutta Europa compreso quello congressuale.  L’albergo diffuso offre un tuffo nel passato, con le sue  32 camere,  ricavate da vecchie abitazioni mantenute intatte con una delle più belle opere di restauro conservativo mai realizzate (persino il fumo sulle pareti è originale). Carla, addetta alla reception, spiega che i turisti facoltosi arrivano dal Nord Europa, perfino dalla Russia e dagli Usa, per provare l’ebbrezza dell'”esotismo” medievale.

Molte coppie scelgono un’esclusiva stanza medievale, per celebrare anniversari e altre occasioni speciali. Il posto è anche nido per coppie celebri che cercano un rifugio lontano dai paparazzi. «La clientela continua a essere medio alta  – spiega Vincenzo Cocco dipendente della Sexantio  – anche per il ristorante che offre pietanze preparate con i prodotti del territorio su stoviglie fatte con le ceramiche di Castelli». La serata continua poi al “Cantinone”, altro locale riportato, con un sapiente restauro, all’atmosfera del XIII secolo. «Abbiamo ospitato i reali del Belgio, George Clooney ed Elisabetta Canalis. Lucio Dalla trascorreva qui molte serate – continua Vincenzo Cocco – si sentiva a casa sua. Anzi, era in trattativa per acquistare un’abitazione  a Santo Stefano».

«Aveva molto a cuore il destino del nostro comune e soprattutto della torre medicea – ha aggiunto il sindaco di Santo Stefano, Antonio D’Aloisio – tanto che poco prima della sua morte stava programmando di tenere un concerto per raccogliere fondi da devolvere alla ricostruzione della torre». Quella torre di guardia  che da sempre è stata il simbolo di Santo Stefano di Sessanio, e che rischia ora l’abbandono. I soldi non ci sono, servono 6 milioni di euro, una somma di difficile da mettere insieme. «Lo scorso anno dalla mostra “Condivisione di Affetti” sono stati ricavati circa 74 mila euro –  ha spiegato il sindaco –  Anche per la prossima estate si replicherà con una seconda edizione della esposizione di opere provenienti dalla galleria degli Uffizi di Firenze. «Saranno esposte altre tele di grandi maestri fra cui, speriamo, anche l’Adorazione dei Magi di Botticelli. La mostra dovrebbe essere inaugurata il 14 luglio prossimo per durare tutta l’estate».

La torre continua ad essere il cruccio del primo cittadino di Santo Stefano «Abbiamo lanciato un concorso di idee per la sua ricostruzione – ha spiegato – .  é quasi una provocazione perchè sarebbe semplice dire: si rifà com’era. Il nostro scopo è quello di attirare l’attenzione internazionale sul nostro simbolo. C’è stato perfino un architetto che ci ha proposto di lasciare i ruderi così come sono per ricreare la sagoma della torre in vetro con un ascensore a vista». Una sorta di “ground zero”, insomma. Nonostante tutto D’Aloisio è convinto che il borgo avrà un futuro roseo. Dopo l’anno horribilis, i turisti continuano a prendere d’assalto il borgo come nell’ante-sisma.

I proprietari che avevano scelto Santo Stefano come meta delle loro vacanze estive, continuano a trascorrere lì la bella stagione, magari ospiti degli amici che hanno la fortuna di avere l’abitazione agibile. C’è una bella catena di solidarietà che si è messa in moto da subito. Entro l’estate, promette il sindaco,  dovrebbero partire i primi aggregati dell’ex zona rossa. A breve dovrebbe essere ristrutturata la Casa del Capitano, sala polivalente e luogo di aggregazione. Ancora: Santo Stefano insieme agli quattro  comuni della vallata che costituivano la baronia di Carapelle potrebbero  essere dichiarati a breve patrimonio dell’Umanità sotto la protezione dell’Unesco. 

A.Cal.