L’Aquila, bimbo morto in ospedale: 6 medici nel registro degli indagati

10 aprile 2012 | 07:17
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L’Aquila, bimbo morto in ospedale: 6 medici nel registro degli indagati

L’Aquila, 10 apr 2012 – Nell’estate dello scorso anno al San Salvatore morì un bambino di 5 anni, dopo aver accusato un improvviso malore mentre si trovava con i genitori a passare alcuni giorni di vacanza nel comune di Montereale. Ricoverato nel reparto di Pediatria e le sue condizioni erano apparse serie sin da subito tanto da non essere riuscito a superare la mattinata del giorno successivo. Ora, a seguito di quella morte, il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Antonietta Picardi, dopo aver concluso le indagini preliminari, ha iscritto nel registro degli indagati sei medici, che, a vario titolo, hanno avuto in cura il minore, lo riferisce oggi "Il Messaggero". Con l’accusa di omicidio colposo sono finiti nei guai Maria Laura Iezzi, 40 anni; Massimo De Benedictis, 53 anni; Giovanni Farello, 53 anni, tutti dell’Aquila; Michele De Simone, 61 anni, di Cagnano Amiterno; Giovanni Nigro, 67 anni, di Roma, e, infine, Maria Rosa Della Penna, 61 anni, dell’Aquila.

Secondo il pm, ai medici va imputata la morte del minore per «incapacità di diagnosticare una forma occlusiva intestinale, dovuta al volvolo da mal rotazione» che avrebbe portato alla morte del bimbo, ognuno nella sua specifica qualità: Nigro, quale direttore dell’unità operativa di clinica pediatrica; Farello, quale dirigente medico della stessa unità; De Benedictis, in qualità di dirigente medico all’unità operativa di chirurgia ospedaliera, «cagionavano la morte del bimbo, non diagnosticando la forma occlusiva intestinale, malgrado i sintomi dovessero per forza richiamarla e non davano peso a quanto detto dal radiologo, il dottor Carducci che diagnosticava un versamento addominale, non prevedendo, come da prassi, una semplice radiografia che avrebbe evidenziato la mal rotazione». Per la Picardi, un immediato intervento chirurgico avrebbe salvato la vita al minore. Contro i medici, oltre alle indagini di polizia giudiziaria (le indagini sono state portate avanti dagli agenti della squadra mobile della questura), ci sarebbero la cartella clinica del paziente, le testimonianze rese in qualità di persona informate dei fatti e infine la consulenza medico legale. I medici, inizialmente, propendevano quale causa della tragedia, per una pancreatite. Dopo un primo esame autoptico disposto dalla direzione sanitaria dell’ospedale San Salvatore di intesa con i familiari, come si usa fare in simili circostanze, questa ipotesi sembra assai meno verosimile. A quel punto si è resa inevitabile una inchiesta della procura della Repubblica con l’apertura di un fascicolo contro ignoti. Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Vincenzo Calderoni, Luca Bruno, Enrico Marinucci e Amedeo Ciuffetelli.