
Licenziato, vende casa, apre un’azienda e assume gli ex colleghi disoccupati. Io non so bene quali siano i criteri per l’assegnazione delle più alte onorificenze della Repubblica, ma credo che Cristian Stangalini possa ben meritare il più prestigioso di questi riconoscimenti.
Accade tutto a Padova, dove la crisi ha fatto una strage di imprenditori, dove la Caritas si ritrova ad assistere, insieme, nuovi poveri e poveri imprenditori da strappare al cappio. Cristian, licenziato dall’azienda per "cessata attività", non ha mollato, ha venduto casa e ha messo sù una nuova aziienda per dare un futuro a se stesso e ai compagni di lavoro licenziati.
Fino al luglio del 2010 Cristian era il direttore di Metal Welding Wire di Correzzola, azienda che produceva trafilature d’acciaio. Quando è arrivata la notizia della chiusura, Cristian aveva altre offerte di lavoro, poteva trovare un impiego, ma aveva rabbia per lo spreco di competenza che si sarebbe fatto gettando la spugna.
E poi, pensava ai 42 amici, compagni di lavoro e non solo. E’ stato allora che Cristian si è confrontato con la moglie, ha fatto con lei il punto sul presente e sul futuro, ha parlato del suo progetto, dei sacrifici che avrebbe comportato, ha parlato con la moglie di come pensava il futuro dei due figli di 12 e 9 anni. E con la moglie ha preso la decisione, fondando la Omp Fili, ad Arzegrande.
«A fine 2010 -racconta Cristian- ho trovato i capannoni che facevano per me, dove sistemare i macchinari. L’anno successivo ho cominciato a lavorare. Poco per volta, ho preso con me 15 ex dipendenti della ditta che aveva chiuso i battenti e ci aveva lasciati per strada. Eravamo amici, passavamo il tempo libero assieme, come abbandonarli?!»
Cristian oggi sorride. Paga fornitori e stipendi e lavora. Un miracolo fai da te, senza l’aiuto delle istituzioni e delle banche. Cristian è duro: «Le istituzioni non dovrebbero presentarsi solo ai funerali degli imprenditori suicidi, o davanti alla tv per promettere aiuti. Dietro ogni gesto estremo ci sono decine di persone che rimangono senza lavoro. Puoi avere il più bel progetto, ma senza garanzie nessuno ti dà una mano. Le banche? Le dico solo questo: un istituto di credito mi ha chiesto un deposito di garanzia di 150mila euro per darmi un prestito di 150mila euro! Ha capito!? Volevano da me la cifra che io chiedevo loro in prestito». Viva l’Italia.