Sisma, risarcimenti auto danneggiate: Comune attende risposte da Chiodi

L’Aquila, 18 apr 2012 – «Sono tardive le polemiche su una questione della quale non si conoscono la genesi e gli sviluppi e ancor di più lo sono se fatte in campagna elettorale.L’Ordinanza di Presidenza del Consiglio dei Ministri numero 3789, che disciplina gli indennizzi dei beni distrutti dal sisma, è del 9 luglio 2010».
Queste le parole dell’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, in risposta alle polemiche innescate ieri da Alfonso Magliocco, riguardo i ritardi nei risarcimenti per le auto danneggiate dal sisma.
«Già il 20 settembre 2010 il Comune dell’Aquila chiese al Consigliere Giuridico della struttura del Commissario un parere relativo alla possibilità che fosse riconosciuto l’indennizzo sull’automobile distrutta o danneggiata dal sisma – sottolinea Di Stefano – anche se la stessa non era "ubicata al momento del sisma nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale", ma anche di estendere il beneficio dell’indennizzo ai proprietari di abitazioni con esito di agibilità diverso dalla E che avessero comunque perso l’automobile sotto le macerie.
Il parere di risposta del Consigliere Giuridico fu ancora più restrittivo rispetto all’ordinanza poiché, non accogliendo affatto le proposte avanzate dal Comune, ha inserito, nella sua interpretazione, la parola "pertinenze": qualora cioè le auto non fossero state custodite all’interno dell’abitazione principale o delle sue pertinenze non erano in alcun modo indennizzabili».
«Si escludevano così non solo la maggioranza dei cittadini del centro storico che, di regola, non essendo dotati di autorimesse e usufruendo di permesso ZTL (Zone a traffico limitato), parcheggiavano nelle apposite aree di sosta, ma anche tutti quei cittadini che avevano affittato un posto auto coperto non di pertinenza della abitazione di residenza – spiega ancora Di Stefano – Peraltro, a causa dello sciame sismico che ha preceduto la notte del 6 aprile, in moltissimi avevano tirato fuori le auto dai garage per essere pronti a fuggire in caso di scosse.
Con una nota del 28 ottobre 2010 il Commissario ha manifestato la volontà di "predisporre una eventuale proposta di modifica dell’art. 3 dell’OPCM 3789/2009" e ha chiestoal Comune dell’Aquila di quantificare le richieste di indennizzo. Il Comune, da parte sua, ha provveduto in tal senso con nota del 2 febbraio 2010 ma, a oggi, le promesse del Commissario non sono state mantenute.Giova peraltro ricordare che, durante i tavoli istituzionali del 2011, il problema è stato riproposto dal Comune in più di un’occasione, senza sortire i risultati sperati. E a farne le spese sono soprattutto i cittadini del centro storico».