Un augurio per l’arte dell’Aquila: che possa “andare a… ramengo”

19 aprile 2012 | 19:44
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Un augurio per l’arte dell’Aquila: che possa “andare a… ramengo”

L’Aquila, 19 apr 2012 – Che le opere della nostra città possano ‘andare a… ramengo’, cioè al laboratorio di restauro dei Nicola ad Aramengo, borgo del Monferrato: la dicitura perde il suo originale valore negativo del fare una brutta fine e assume invece un nuovo valore: la rinascita, il restauro, per le nostre opere d’arte.

Una dinastia di artigiani, infatti, da Guido Nicola, il fondatore con la moglie ed i figli Gian Luigi ed Anna Rosa con i loro coniugi e figli ha dato vita ad una vera e propria bottega di restauro, “Nicola Restauri- Restauratori in Aramengo”, apprezzata in tutta Europa e che cerca genitori speciali che adottino le opere d’arte.

Già nel 2002 la bottega ha vinto il premio Rotondi ai Salvatori dell’Arte, concorso rivolto a tutte quelle figure che si sono adoperate per salvaguardare le opere d’arte.

Hanno rivolto il loro sguardo alla nostra città, alle sue opere che il sisma ha danneggiato: la bottega ha, infatti, incontrato i Vigili del Fuoco dell’Aquila, a Sassocorvaro, quei vigili che hanno avuto un ruolo importantissimo nella messa in sicurezza delle opere nell’immediata emergenza. Dall’incontro la volontà da parte dei Nicola di adottare, appunto, “Il ritrovamento della croce” un dipinto di Cesare Bedeschini del XVII sec., che si trovava nella chiesa di San Francesco di Paola.

Questa adozione vuole essere un primo passo per mettere in salvo tutte quelle opere che dovrebbero trovare una dimora temporanea ad Aramengo e tornare poi, una volta “curate” nelle loro originarie collocazioni.

Ci stanno provando con una sottoscrizione di certificati di adozione che ha bisogno di un impegno collaborativo, avviato con l’iniziativa ‘Un presepe per L’Aquila’ allestito dalla stessa Anna Rosa con un lavoro artigianale curato nei più piccoli dettagli.

E’ possibile trovare la lista delle opere d’arte che possono essere adottate per il restauro sul sito dell’Arcidiocesi dell’Aquila.

Che le opere vadano allora A ramengo, che possano essere salvate.

di Sara Cavallo