
Roma, 20 apr 2012 – A 10 mesi dal terremoto dell’Aquila, il 3% dei bambini di 8-13 anni residenti nella zona del cratere del sisma mostrava un disturbo post traumatico da stress e il 18% un disagio psicologico, prevalentemente nel sesso femminile. E’ quanto ha verificato la ricerca ‘Atab. Dalla gestione dell’emergenza, alla valutazione, cura e monitoraggio del disagio post traumatico nei minori aquilanì, promossa dal dipartimento della Protezione Civile insieme alla Clinica di Neuropsichiatria dell’infanzia dell’università dell’Aquila e all’associazione culturale ‘Via Caecilia’.
Tra i disturbi più frequenti accusati dai bambini ci sono stati problemi psicosomatici, di attenzione, di isolamento relazionale e ansioso-depressivi.
Obiettivo dello studio è stato quello di elaborare modelli di prevenzione e di cura del disturbo post traumatico da stress, focalizzandosi sui processi di adattamento al terremoto dei bambini e delle loro famiglie. Il mutamento del territorio provocato dal sisma a livello urbanistico, architettonico e sociale ha infatti provocato disagi di natura psicologica ai minori e alla popolazione generale.
Solo il 27% dei minori intervistati è risultato privo di disturbi psicopatologici, presentati dal 73%. Di questi però, ad avere un chiaro disturbo psichiatrico era circa 1/4, mentre i 3/4 aveva problemi ai limiti di un disturbo o un’area di rischio. La maggioranza dei problemi ansioso-depressivi, che potevano configurare un disturbo psico-patologico strutturato, é stata riscontrata in bambini il cui stile di vita è stato cambiato dal sisma ed a situazioni familiari disagiate (ad esempio con cambi ripetuti di abitazioni o perdita di lavoro di uno o entrambi i genitori).