Province, Idv: “Enti inutili”

21 aprile 2012 | 15:37
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Province, Idv: “Enti inutili”

Pescara 21 apr 2012 – Le Province sono enti ”inutili" perché per sopravvivere spendono tutto quello che incassano. E’ questo il senso dello studio elaborato dall’Italia dei Valori Abruzzo e presentato stamani nell’ambito del convegno "La Provincia è utile o inutile? – Cosa cambia dopo il decreto ‘Salva Italia’", che si è svolto all’auditorium Petruzzi di Pescara.

Sottolineando che a livello nazionale la spesa media totale delle province è composta dal 74% di spese correnti e dal 26% di spese in conto capitale, lo studio dell’Idv illustra la situazione delle quattro abruzzesi. Nella Provincia di Pescara le spese sono pari alle entrate: 92.9 milioni di euro, di cui 36.3 per spese correnti, 38.3 in conto capitale, 10.8 per rimborso dei prestiti e 7.2 per servizi per conto terzi. Spese e entrate pari a 62.2 milioni di euro per la Provincia di Teramo: 41.6 per spese correnti, 8.4 in conto capitale, 6.2 per rimborso dei prestiti e 5.9 per servizi per conto terzi.

Anche la Provincia dell’Aquila spende tanto quanto riceve: 200.7 milioni di euro, di cui 56.6 per spese correnti, 129.9 per spese in conto capitale, 5 per rimborso dei prestiti e 9.150.500 per servizi per conto terzi. La Provincia di Chieti fa registrare un disavanzo di amministrazione pari a cinque milioni di euro. Dei 172 milioni di euro di spesa, 59.6 sono per spese correnti, 85.8 per spese in conto capitale, 13.5 per rimborso dei prestiti e 8 per servizi per conto terzi.

Del totale degli investimenti effettuati tra Comuni, Province e Regioni, quelli delle Province abruzzesi incidono per poco più del 10%, contro una media nazionale del 9,2%. Dei 305 Comuni abruzzesi, 108 sono in provincia dell’Aquila, su una superficie di 5.035 chilometri quadri e con 304.068 abitanti, 104 in quella di Chieti (2.588 km quadri, 391.167 abitanti), 47 in provincia di Teramo (1.951 km, 296.063 abitanti) e 46 in quella di Pescara (1.189 km, 307.974 abitanti). Dei complessivi 2.225 dipendenti, 736 lavorano nella Provincia dell’Aquila (i dirigenti sono 12), 585 in quella di Teramo (14 dirigenti), 510 in quella di Chieti (11 dirigenti) e 394 nella Provincia di Pescara (9 dirigenti).

IDV ABRUZZO, E’ EMERGENZA,PREOCCUPA SUPERFICIALITA’ – «Nelle prossime settimane saremo costretti a vivere la più grande riorganizzazione della macchina regionale: oltre duemila dipendenti delle Province dovranno essere ricollocati. Sono preoccupato dal fatto che la più grande emergenza politico-istituzionale venga gestita con tanta superficialità». Lo ha affermato il capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, Carlo Costantini, durante il convegno. Sottolineando che con il decreto "salva Italia" del Governo Monti cambieranno le funzioni, gli organi, il numero e il sistema elettivo delle Province, nel corso del convegno organizzato dal suo partito Costantini si è detto contrario alla «tentazione del decentramento a tutti i costi ed a favore di una redistribuzione dei compiti che tenga conto solo ed esclusivamente di ciò che i Comuni, da soli o associati, possono fare meglio, rispetto alla Regione».

Secondo il capogruppo, infatti, i Comuni dovrebbero occuparsi di questioni quali, ad esempio, l’edilizia scolastica, la viabilità, la difesa del suolo e la valorizzazione dei beni culturali, mentre le Regioni dovrebbero occuparsi, tra l’altro, di istruzione secondaria di secondo grado, formazione professionale e funzioni statistiche ed informative. «Siamo l’unico Paese al mondo con un sistema istituzionale a quattro livelli elettivi – ha aggiunto Costantini -.Se le stesse funzioni amministrative fossero erogate da altri livelli istituzionali, ad esempio le regioni o i comuni, in forma singola o associata, trasferendovi i relativi organici, utilizzando eventuali esuberi per settori pubblici storicamente scoperti e concentrando le spese per investimenti, oggi disperse in mille rivoli, in interventi strategici per lo sviluppo e la ripresa economica, i cittadini e le imprese perderebbero qualcosa?. I 2.225 dipendenti delle Province, più di tutti quelli della Regione, dove saranno messi? – ha proseguito -. E’ arrivato il momento di agire con raziocinio e con intelligenza. Ai cittadini non possiamo chiedere neppure un euro in più di pressione fiscale, perché – ha concluso – non siamo più nella condizione di sperperare il denaro delle famiglie».