Commercio, Cna: «Regione riapra confronto su settore»

L’Aquila, 24 apr 2012 – La Regione deve aprire al più presto un tavolo di confronto con le associazioni d’impresa e i sindacati sulle attività commerciali. E’ la richiesta emersa ieri pomeriggio, a Teramo, nel corso del convegno organizzato dalla Cna abruzzese su "Cosa cambia con la riforma Monti. Tasse, sviluppo e liberalizzazioni".
Secondo la confederazione artigiana, è proprio il settore commerciale quello che manifesta alcune delle conseguenze più preoccupanti legate ai nuovi indirizzi di politica governativa: nel primo trimestre del 2012, secondo Unioncamere, in Abruzzo il saldo tra aperture e chiusure, nel settore commerciale, ha fatto pendere pericolosamente il piatto della bilancia da questa parte, con ben 929 saracinesche abbassate in più. E tra le province è stata Pescara a segnare piu’ decisamente il passo, con un saldo negativo di ben 442 esercizi, seguita da Teramo (199), Chieti (149) e L’Aquila (139). A soffrire con il commercio, sempre secondo l’analisi della Cna, e’ stato anche il settore della ristorazione e dei pubblici esercizi, con una diminuzione tra gennaio e marzo di 191 unita’: in questo caso, il primato negativo e’ andato a Teramo (-79).
«Le imprese sono vittime di una concentrazione senza precedenti di imposte, tasse, minori entrate e difficolta’ di accesso al credito – osserva il responsabile regionale della Cna per il settore Commercio, Cristiano Tomei – e questo determina un cocktail micidiale sul settore».
Secondo i calcoli del Centro studi nazionale della Cna – un pacchetto che comprende nuova Imu sugli immobili produttivi, aumento dei contributi sociali, nuova tassa sui rifiuti, ritocco dell’Iva, maggiorazione delle aliquote pensionistiche per commercianti e artigiani, taglio di diverse detrazioni – costera’ ad un piccolo imprenditore commerciale, una cifra media compresa tra i 3mila e i 3mila e 500 euro. Senza contare che, dal 2014, l’aumento dell’Iva produrra’ un ulteriore aggravio fiscale per le tasche dei piccoli operatori regionali, con ricadute inevitabili su aumento dei prezzi e inflazione.
Da qui la richiesta all’assessore regionale alle Attivita’ produttive, Alfredo Castiglione, di rivedere le attuali norme che regolano il commercio in Abruzzo: a detta di Tomei, infatti, «liberalizzazioni incontrollate, e orari di apertura troppo permissivi della grande distribuzione, potrebbero determinare un ulteriore colpo al piccolo commercio, senza peraltro incrementare i consumi». Su quest’ultimo punto, attraverso il direttore regionale Graziano Di Costanzo, la Cna rinnova l’invito alla giunta regionale ad allentare la pressione fiscale: «L’annuncio del ritrovato pareggio nel settore sanitario – afferma – deve indurre ad abolire il prelievo effettuato, a danni di famiglie ed imprese, attraverso le addizionali applicate ad Irpef ed Irap, che insieme valgono oltre 130 milioni di euro».