L’Aquila Rugby fa i conti: bilanci e cifre delle ultime stagioni

L’Aquila, 26 apr 2012 – Dopo le polemiche dell’ultimo anno, L’Aquila Rugby esce allo scoperto e si toglie qualche sassolino dalla scarpa, scegliendo di rispondere punto per punto agli attacchi più svariati su dubbie gestioni societarie e presunti conti in rosso, rendicontando le ultime tre stagioni, cifre e dati alla mano.
«Facciamo questo per rendere partecipe la cittadinanza e dare evidenza di ciò che è stato fatto finora e ciò che si sta facendo – ha esordito Massimiliano Placidi, direttore generale neroverde – per tracciare finalmente una linea di demarcazione tra quello che è stato e si spera possa essere in futuro. La società neroverde è oggi in grado di ripianare autonomamente i bilanci del 2008/2009 e 2009/2010 le cui passività ammontano a 800 mila euro circa e, con l’operazione di azionariato che si intraprenderà a breve, di coprire anche il passivo della stagione 2010/2011 che è di 250 mila euro».
Un milione di euro, quindi, il passivo dell’Aquila Rugby (270 mila euro di debiti del 2008, 530 mila euro circa nel 2009 e 250 mila del 2010), un vero e proprio fardello sulle spalle della società neroverde che nel 2010 ha scelto di cambiare strada e di tirare la cinghia con una gestione più razionale delle risorse. Basta guardare ai costi di gestione: il campionato 2009/2010 ebbe un costo di 2.3 milioni di euro a fronte di 1.2 milioni di quello del 2010/2011 e 800 mila euro della stagione in corso.
«E’ chiaro che gli obiettivi e le ambizioni a livello agonistico fossero diversi, e quindi anche le spese, ma la scelta di puntare ad una razionalizzazione è stata necessaria» ha proseguito Placidi. La società ha per ora saldato 570 mila euro, ma il Direttore generale si dice fiducioso e ottimista: «Anche il bilancio 2010/2011, con un passivo di 250 mila euro dovuto al saldo dei lodi arbitrali, verrà interamente risanato grazie al nuovo progetto di cessione delle quote. Un azionariato popolare dal costo di 5 mila euro a quota che darà sicuramente respiro alla società». Per quanto riguarda il bilancio della stagione ancora in corso, che si chiuderà il prossimo 30 giugno, Placidi è certo «sarà chiuso in pareggio, o forse anche in attivo».
Il Direttore generale ha poi illustrato il progetto marketing seguito da Marco Molina che ha avuto molto successo, grazie anche alle ultime collaborazioni con la Sinfonica Abruzzese l’Asm che hanno voluto inviare un messaggio «non catastrofistico, ma propositivo» ha spiegato ancora Placidi «che ci ha dato visibilità a livello nazionale e ci ha portato ad essere tra i primi quattro progetti innovativi a livello comunitario, insieme a Microsoft, Mecedes e Acer. Una bella soddisfazione per noi, ma anche per tutta la città che ha avuto anche grazie a L’Aquila Rugby una grande visibilità a livello nazionale».
Per quanto riguarda il futuro Placidi ha sottolineato l’importanza del progetto posto essere grazie alla collaborazione con le Polisportive dell’Aquila Rugby e del Paganica Rugby, per far crescere il vivaio di giovani promesse aquilane: «Vogliamo dare all’Aquila Rugby un connotato di aquilanità. Ad oggi ci sono 21 giocatori del capoluogo in squadra, tra cui 13 ragazzi che militavano nell’under 20 che stanno crescendo moltissimo e faranno ancora meglio l’anno prossimo. Il progetto è di portare questi giovani aquilani ad alti livelli per potergli permettere di disputare il campionato della massima serie».
«I risultati iniziano a vedersi, semplicemente facendo un parallelo tra la stagione appena trascorsa e quella di quest’anno: abbiamo chiuso al settimo posto, con una vittoria in più e 24 punti. L’anno scorso finimmo penultimi con 21 punti e solo 4 vittorie. Questo a dimostrazione del fatto che la squadra sta crescendo e può solo migliorare».
Nota dolente a fine conferenza stampa la questione dei campi d’allenamento. Da dopo il sisma, infatti, i neroverdi non hanno più un campo su cui allenarsi e chiedono a gran voce al Comune una risoluzione del problema. «Lo stadio Tommaso Fattori che il comune vuole assegnare al rugby è uno stadio monumentale – che non dispone di un campo in sintetico per gli allenamenti come quello di Acquasanta. Ci auguriamo che l’amministrazione possa fare qualcosa per noi. Sappiamo che non ci è dovuto, ma speriamo comunque che possa esserci assegnato quello di Piazza D’Armi quando verrà ultimato».
Marianna Galeota