L’Aquila, Verini: «Piano regolatore a volume 0 e Smart City»

L’Aquila, 27 apr 2012 – «E’ necessario un nuovo piano regolatore, e non solo perché quello vigente ha oramai esaurito la sua spinta, ma soprattutto perché la nuova situazione post-sima, compresi gli interventi emergenziali che ne sono conseguiti, merita un atto programmatorio che provi a riallacciare le tante estemporaneità aquilane, l’una completamente slegata dall’altra, attraverso un disegno unico di città che non c’è. Il tutto, seguendo il princpio del volume zero».
Queste le parole di Enrico Verini che spiega il suo concetto di Smart City «volume zero, in parole povere vuol dire che non sono necessari nuovi insediamenti abitativi, considerando che a ricostruzione ultimata avremo più abitazioni che abitanti».
«Vuol dire permettere nuovo volume e nuove costruzioni – prosegue Verini – solo in sostituzione di volumi e costruzioni esistenti. Uno demolisci, uno realizzi, seguendo però le linee guida di un piano regolatore, di concezione moderna, che tracci dove e come fare. Sono stato il primo a parlarne di Smart City, ed oggi ne parlano tutti. Già questo è un obiettivo raggiunto! L’aver introdotto un argomento che prima sembrava lontanissimo dai ragionamenti aquilani, è motivo di vanto e qualifica la nostra azione di arricchimento del dibattito cittadino. Tanti interventi finalizzati a creare città capaci di coniugare sostenibilità e competitività».
«L’obiettivo è di creare comunità intelligenti – seguita Verini – incidendo positivamente sulla qualità urbana secondo una valutazione basata sui parametri economico, sociale, culturale, ambientale, abitativo e gestionale. Il tutto è finalizzato a garantire uno sviluppo urbano equilibrato e al passo con la domanda di benessere a cui, un amministratore al passo con i tempi, deve saper rispondere. A fare una smart city, non bastano tutte le migliori tecnologie esistenti; una città nuova e smart ha bisogno di una popolazione che la veda in maniera diversa, che pensi giovane e che agisca giovane. Accanto l’innovazione, noi vogliamo salvaguardare la tradizione».
«Noi immaginiamo la ricostruzione del nostro centro – puntualizza – dotandolo si di ogni innovazione tecnologica, ma ricostruendolo secondo un modello tradizionale: ogni cittadino non deve esser a più di 500 metri da quelli che noi pensiamo 5 presidi della nostra tradizione di vita e del nostro benessere: una piazza con parco giochi per i più piccoli, un negozio di alimentari, un asilo, un presidio di forza pubblica, un accesso internet gratuito».