Annamaria Bonanni: ecco «gli effetti distorti di un’apparente democrazia»

L’Aquila, 30 apr 2012 – «Come si può cambiare questo paese, se non si cambiano le regole e la gente non ne è consapevole? Qualcuno mi ha detto: non si può cambiare un sistema dall’esterno, devi entrarci dentro per cambiarlo. Ho deciso di farlo: per capire come funziona il sistema, per capire da dove si deve iniziare. Ho analizzato il sistema elettorale partendo dal basso con le elezioni comunali». A sottolinearlo, attraverso una nota è Anna Maria Bonanni.
«Ogni lista, della coalizione che vincerà – continua la nota – deve raccogliere almeno 1300-1400 voti per esprimere un consigliere comunale. E quindi, all’interno della lista, entreranno i candidati che avranno ottenuto il maggior numero di preferenze, tanti quanti la lista complessivamente ne può esprimere. Questo il cittadino comune non lo sa, nessuno lo dice, perché non fa comodo al sistema. Che succede di solito? Il "politico storico" ha il suo pacchetto di voti consolidato, su cui può contare, e che gli consentirà comunque di rientrare in consiglio comunale. "L’aspirante novello" ha veramente pochissime possibilità di riuscita, e comunque su 32 consiglieri di nuovi ce ne potranno essere al massimo 4 o 5, considerato che i candidati sindaco entrano di diritto, troppo pochi per poter portare un cambiamento. Di fatto quindi cosa succede: se ogni consigliere consolidato è portato mediamente da 400 elettori (tanti sono i voti necessari per riuscire) significa che il governo della città è deciso da circa 8.000 persone, tutti gli altri voti non servono a nulla, ai fini della scelta dei consiglieri. Considerato che gli elettori sono circa 40.000 il consiglio comunale rappresenta appena il 20% dei cittadini».
«E questo sarebbe un sistema democratico? – conclude Anna Maria Bonanni – E’ la storia di sempre: sotto l’apparente democrazia di dare a tutti la possibilità di candidarsi, si cela la realtà per cui poi si rischia che gli eletti saranno sempre i soliti!»