Lavoro Cgil Abruzzo: Crisi drammatica, persi altri duemila posti di lavoro

L’Aquila, 30 apr 2012 – «Quest’anno la festa del 1° maggio ha portato una buona notizia: l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori dev’essere rispettato da tutti e anche la Fiom ha diritto alla sua rappresentanza nelle fabbriche, a cominciare dalla Sevel. Tuttavia anche in Abruzzo dobbiamo registrare una crisi drammatica, tale che nel primo trimestre dell’anno abbiamo perso altri 2000 posti di lavoro, facendo tornare il numero degli occupati a 507mila (erano 523mila prima della crisi). La cassa integrazione inoltre è quasi raddoppiata in un solo mese, da febbraio a marzo, superando i 6 milioni di ore».
Queste le parole del segretario regionale Cgil Gianni Di Cesare che spiega «Nel lavoro pubblico poi in cinque anni sono scomparsi oltre 13 mila addetti, mentre l’edilizia arretra in tutta la regione e persino all’Aquila, dove abbiamo contato soltanto 8 mila lavoratori e dove non si è guadagnata occupazione».
«E’ un 1° maggio quindi che porta grande preoccupazione e altri segnali di ulteriore peggioramento della situazione. D’altra parte questa crisi non si risolverà congenerici appelli alla fiducia ma facendo investimenti veri in tutti i settori – seguita Di Cesare – La Cgil abruzzese ritiene molto deludenti e gravi le affermazioni della Confindustria regionale, che si limita a registrare e di fatto accetta il blocco degli investimenti nella nostra regione. Noi al contrario siamo convinti che anche le aziende debbano aiutare la ripresa, anche investendo capitali propri e battendosi per avere maggiori agevolazioni dal sistema creditizio. Il lavoro pubblico inoltre va sostenuto: Chiodi deve finirla con il ritornello di aver risanato i conti della sanità e deve ricordarsi che gli accordi prevedevano nuovi investimenti, proprio a partire dal settore della sanità, un comparto che ha già perso 3200 posti di lavoro sui 13 mila totali scomparsi»
«La Cgil ha proposto – conclude il segretario – ed il Patto per lo sviluppo ha condiviso questa idea, di investire su istruzione e non autosufficienza, due scelte che vanno rese concrete e realizzatecon estrema urgenza. E neppure possiamo accettare il fatto che all’Aquila, nei prossimi mesi estivi, non ci saranno almeno 15.000 lavoratori impegnati nella ricostruzione. Per quanto ci riguarda tutte le risorse e tutti i progetti che saranno attivati in Abruzzo dovranno convergere sull’unico obiettivo di incrementare il lavoro, in particolareil lavoro “buono”, qualificato e non precario».