Lavoro: in Abruzzo primo maggio amaro, 6 mila posti a rischio

30 aprile 2012 | 21:10
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Lavoro: in Abruzzo primo maggio amaro, 6 mila posti a rischio

Pescara, 30  apr 2012 – Arriva anche quest’anno il primo maggio, ma sono sempre meno gli abruzzesi che hanno voglia di festeggiare. Proprio alla vigilia della festa dei lavoratori la Uil Abruzzo lancia infatti l’allarme su 97 casi di aziende che il sindacato ha monitorato e all’interno delle quali ci sono più di 6.000 posti a rischio, di cui 1.350 già perduti. In totale la forza lavoro di queste realtà è di ventimila occupati.

La parte preponderante delle situazioni di crisi si registra nel settore metalmeccanico (51 aziende) e la causa principale è il calo/crollo del mercato, sostiene la Uil, e in alcuni casi ne derivano problemi finanziari. Pochissime aziende, poi, stanno facendo investimenti.

Gli epicentri della crisi secondo la Uil sono la mancata ricostruzione dell’Aquila, la crisi dell’indotto dell’edilizia, la crisi dell’auto e quella della Honda, la ritirata delle aziende del tessile abbigliamento.

11 MILA OCCUPATI IN MENO RISPETTO A 2008 – Rispetto al 2008, l’Abruzzo ha registrato, nel 2011, 11.127 occupati in meno, 10.826 disoccupati in più e 13.879 inattivi in più. Da notare anche, però, che la regione ha conseguito, nel corso del 2011, rispetto al 2010, un incremento degli occupati di 13.284 unità e un decremento dei disoccupati e degli inattivi rispettivamente di 499 e 10.056 unità. I dati emergono da uno studio effettuato da Aldo Ronci dal quale si evince che «nonostante i dati positivi del 2011 sul 2010, la dinamica dell’occupazione tra il 2008 e il 2011 è ancora pesantemente negativa». Proprio Ronci, che ha partecipato ad un incontro organizzata dalla Uil per parlare della situazione del lavoro in Abruzzo, ha commentato che che «siamo in una fase recessiva e da locomotiva del Mezzogiorno siamo diventati fanalini di coda dell’Italia».

UIL: ABBATTERE TASSE PER LAVORATORI– Il segretario della Uil Abruzzo, Roberto Campo, ha chiesto che anche a livello regionale e comunale, e non solo nazionale, si affronti il problema del fisco «abbattendo le tasse per i lavoratori, modulando le aliquote per superare il sistema dell’aliquota unica, che contraddice il principio costituzionale della progressività del prelievo». «Sono poi da rilanciare i consumi interni – ha aggiunto –  non ci si può accontentare dell’export». Su questi temi la Uil dà appuntamento al 9 maggio, quando terrà una sessione straordinaria del suo comitato centrale in piazza, per varare la piattaforma regionale, provinciale e comunale sul fisco.

«In Abruzzo – ha concluso Campo – le leve su cui agire sono il fisco, il taglio della spesa improduttiva (a cominicare dagli eccessi dei costi della politica) e l’accelerazione della ricostruzione dell’Aquila e del cratere del sisma. L’Aquila doveva essere il piu’ grande cantiere d’Europa e invece sono stati persi 3.500 posti nell’edilizia, li’, dal 2010 ad oggi». 

CRISI KILLER, IN ITALIA CONTINUANO I SUICIDI

Prosciuga i portafogli, ma ruba anche il futuro e la vita; la crisi economica persiste con uno strascico di vittime e colpisce trasversalmente: imprenditori, artigiani, disoccupati, pensionati.

Oggi ha ceduto alla disperazione un portiere di Napoli: l’uomo, 55 anni, si è ucciso impiccandosi nella sua abitazione dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento e la notizia che avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva. Ieri nel nuorese un imprenditore, costretto a licenziare i suoi due figli, si è ucciso con un colpo di pistola.

Sono soltanto gli ultimi casi di un lungo elenco. Il 13 aprile si è suicidato gettandosi sotto un treno nei pressi della stazione, a Sesto Fiorentino, un 42enne che aveva perso il lavoro da alcuni mesi. Il 10 aprile si è impiccata a un’altalena, in provincia di Vicenza, una donna di 51 anni probabilmente anche a causa delle difficoltà economiche della ditta del marito. Il 4 aprile è toccato al titolare, di 59 anni, di un’azienda romana specializzata in costruzioni in alluminio in fallimento, a un trentino 39enne, e a un uomo di 51 anni che aveva perso il lavoro a Milano. Andando a ritroso, il 3 aprile a Gela un’anziana 78/enne si è uccisa lanciandosi dal terrazzo di casa: l’Inps le aveva ulteriormente ridotto la pensione di 200 euro (da 800 a 600) e tre giorni prima un artigiano di 57 anni si è impiccato all’interno della sua bottega di cornici a Roma a causa di guai economici.

Anche a marzo bollettino di morte: il 27 un imbianchino di Trani, Giuseppe Pignataro, a causa delle difficoltà nel trovare un’occupazione stabile, si è ucciso dopo essersi lanciato dal balcone della sua abitazione; il 23 marzo un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti (Pescara) si è impiccato nella sua azienda, non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti; il 21 marzo un uomo di 47 anni che gestiva un’attività commerciale ma da due anni era senza lavoro si è ucciso con un colpo di pistola nella sua automobile nel cosentino; sempre il 21 un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si è tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa nel bellunese; il 20 marzo un giovane artigiano di 29 anni, disoccupato, si è impiccato a Scorano (Lecce); il 9 marzo Vincenzo Di Tinco, titolare 6/enne di un negozio di abbigliamento di è impiccato a un albero a Ginosa Marina (Taranto): in pochi giorni si era visto addebitare, forse per errore, 4.500 euro di commissioni bancarie e rifiutare un prestito di poco più di mille euro.

Secondo l’ultimo rapporto Eures soltanto nel 2010 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati e secondo la Cgia dall’inizio dell’anno e fino a metà aprile a causa della crisi economica ci sono stati in Italia 23 suicidi di imprenditori, di cui 9 in Veneto.