Santo Stefano: il pittore Bigioni dona “S.Isidoro agricoltore” alla comunità

L’Aquila, 1 mag 2012 – Il maestro da Leonessa Massimo Bigioni ha donato alla comunità di Santo Stefano di Sessanio il capolavoro pittorico "San Isidoro agricoltore". La cerimonia di consegna è avvenuta alla presenza di Don Kant Lakshimi, del sindaco Antonio D’Aloisio, e del vicesindaco ed assessore Anna Concetta di Matteo.
A suggellare questo momento anche Padre Carmine Ranieri, padre provinciale dei Frati Cappuccini dell’Aquila, amico e guida spirituale dell’artista.
Il quadro, in arte pittorica di scuola fiorentina del tardo ‘500, è realizzato nelle linee cromatiche e nei giochi di luce in una fattura tale che sembra ripercorrere il naturalismo e la monumentalità sacra del Caravaggio.
Pittura luminosa ed ornata oltre che narrativamente scorrevole, attenta all’integrazione fra architettura rigorosa e personaggi, quali, S.Isidoro, raccolto in preghiera con la sua famiglia accanto al fuoco, dove la fiamma, simbolo di fede, è viva ed alimentata dalla stressa famiglia intenta, in contemplazione del divino.
Gli storici si pronunciano su due tesi, inerenti alla vita del santo: alcuni lo citano come uomo sposato, altri come uomo osservante il celibato. L’artista lo raffigura come uomo unito alla sua donna, quindi, la famiglia, valore molto caro e sentito dal Bigioni, che ne fa il centro dell’opera, tale è l’intensità di luce e cromatismi che arricchiscono i volti dei personaggi.
Sullo sfondo, l’angelo che ara il campo e il paese di S.Stefano di Sessanio, con la sua torre medicea eretta, avvolto nel tepore del giorno che volge alla sera, in un vortice di luci e colori che sembrano fondersi l’uno all’altro, passando dai colori caldi dell’ocra a quelli più decisi e forti dei grigi e neri.Il vespro della sera, rappresenta per l’artista il momento culmine della giornata, per entrare in contatto con Dio e la propria spiritualità, per mettere a nudo l’anima ed entrare in contatto con il divino.
Il sindaco D’Aloisio ha commissionato all’artista sette tele ovali, le virtù Teologali e Cardinali, presenti già nella chiesa e trafugate in passato.