Case , Map e Fondo immobiliare: Lombardi all’attacco

2 maggio 2012 | 15:18
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Case , Map e Fondo immobiliare: Lombardi all’attacco

L’Aquila, 2 mag 2012 – Il presidente della Commissione Garanzia e controllo del Comune de L’Aquila, Enzo Lombardi, attacca il Comune e lo fa diffondendo una delle relazioni affidatagli proprio dal Consiglio comunale, in sede d’indagine, “sulla gestione delle assegnazione degli alloggi temporanei”.

La commissione d’indagine è nata nel 2010 per superare il muro di gomma dietro cui la Sge si era barricata negano la consegna dei documenti inerenti le assegnazione degli alloggi del Progetto Case, Map, Fondo immobiliare, affitti concordati e Cas. I veri nodi al pettine, secondo Lombardi, sono risultati gli alloggi del Fondo immobiliare e le assegnazioni curate dal Comune dove si evidenziano delle irregolarità.

Nel corso dell’ultimo Consiglio, inoltre, pur trattandosi di argomento di sicura urgenza ed indifferibilità, «l’argomento non è stato iscritto all’ordine del giorno al pari di tutti gli altri diversi argomenti di natura urbanistica iscritti, senza alcun dubbio, in carenza della caratteristica di urgenza e di indifferibilità voluta dalla legge, il sottoscritto ritiene giusto e conseguenziale divulgare al pubblico giudizio, per oggi, il testo della prima delle due relazioni d’indagine nella sua integrità».

COMUNE DI L’AQUILA

COMMISSIONE D’INDAGINE

In sede di attività di “Garanzia e Controllo”, questa Commissione ha ricevuto molteplici segnalazioni del verificarsi, nell’assegnazione degli alloggi provvisori, di anomalie tali da spingerla a richiedere alla struttura commissariale SGE la trasmissione di documenti volti a riscontrare la regolarità delle assegnazioni effettuate.

Inizialmente, la SGE negava la consegna dei documenti richiesti con insistenza dalla Commissione e, in genere, dal Comune adducendo immotivati ed incomprensibili motivi di privacy.

Tale atteggiamento ha determinato la Commissione di “Garanzia e Controllo” a formulare, a tutela dei cittadini, la richiesta di istituzione di apposita Commissione d’Indagine. Infatti, la Commissione d’Indagine, disponendo di poteri più incidenti, avrebbe potuto accedere a tutte le informazioni senza possibilità di alcun diniego e per le quali tali diniego era stato invece opposto, impropriamente, dalla SGE invocando il diritto alla tutela della privacy.

La proposta unanime della Commissione di “Garanzia e Controllo” di istituire la Commissione d’Indagine risale a novembre del 2010. E’ apparso davvero strano che, su argomenti così delicati, importanti ed incisivi sulla sfera sociale e su tutti i cittadini, proprio il Comune, e per esso il Presidente del Consiglio e la Conferenza dei Capigruppo, abbia ritardato di beni 13 mesi l’iscrizione all’ordine del giorno del Consiglio Comunale della delicata materia. Peraltro, il Consiglio Comunale ha approvato, anche esso all’unanimità, l’istituzione della Commissione d’Indagine solo a ridosso delle imminenti elezioni amministrative, assegnando solo 30 giorni di tempo per lo svolgimento di un così complesso e delicato compito.

Pur fra mille difficoltà, comunque e nonostante tutto, la Commissione ha immediatamente richiesto la necessaria documentazione alla SGE che, questa volta, è stata prontamente consegnata.

Duole dover rilevare che, da parte dei competenti uffici del Comune si sono dovuti riscontrare ambigue dimenticanze e conseguenziali forti ritardi nella trasmissione di documenti già, in tutta evidenza, posseduti e dei quali inizialmente aveva negato il possesso.

Le informazioni assunte e la complessità dei dati trasmessi hanno evidenziato come l’assegnazione degli alloggi del progetto CASE e MAP siano avvenute attraverso la rigida applicazione dei criteri previsti nelle OPCM con l’attribuzione dei punteggi e l’altrettanto rigida verifica dei requisiti degli aventi diritto.

Invero, le numerose criticità già emerse nelle riunioni della Commissione di “Garanzia e Controllo” per l’assegnazione degli alloggi attraverso le denunce dei cittadini, non riguardavano le assegnazioni degli alloggi dei progetti CASE a MAP, bensì altre forme di assistenza e, in particolare, l’assegnazione degli alloggi del Fondo Immobiliare, affitti concordati e CAS.

Le suddette criticità si desumono soprattutto per le assegnazioni degli alloggi del Fondo Immobiliare che sono state effettuate senza redigere nessuna graduatoria in quanto, si sosteneva, il numero degli alloggi disponibili era di gran lunga superiore alla richiesta. E’ stata ormai chiara ed accertata la non veritiera motivazione di tale sovrabbondanza di alloggi, in un contesto di così grave emergenza abitativa.

In realtà, erano ben pochi coloro a cui era stata rivelata l’opportunità di poter usufruire di una forma di assistenza alternativa al progetto CASE e MAP, non essendoci mai stata a riguardo alcuna forma di pubblicità tramite avvisi o altro sistema di informazione pubblica. Cosicché, in questo caso, il Fondo Immobiliare ha rappresentato una via parallela, rispetto a quella ufficiale di assegnazione di alloggi, del tutto svincolata dalla rigida verifica dei requisiti, fuori da ogni controllo e tale da consentire sistemazioni più immediate e sicuramente migliori ma solo per “determinati” cittadini.

D’altronde la presunta eccedenza di alloggi non regge davanti alla constatazione che, non solo ne sono stati acquisiti ancora moltissimi, ma, se così fosse stato, sarebbe stato sicuramente risolto il grave problema della sistemazione dei moltissimi cittadini soggiornanti in costose strutture alberghiere che ancora oggi non si riescono ad eliminare.

Comunque, in particolare per il Fondo Immobiliare, la Commissione ha evidenziato le seguenti criticità:

I single hanno avuto assegnata l’abitazione molto prima rispetto ai nuclei famigliari più numerosi collocati nelle graduatorie del progetto CASE e MAP; i nuclei famigliari composti da due o più componenti hanno beneficiato di metrature superiori a quelle necessarie e spettanti in base ai criteri di cui alle Ordinanze. Vi sono stati anche diversi assegnatari del fondo immobiliare che dopo aver occupato un alloggio del progetto CASE vi hanno rinunciato per un grande appartamento o addirittura per una villa del Fondo Immobiliare. Gli alloggi del fondo immobiliare sono stati assegnati anche a persone che non avevano né la residenza né il domicilio nel Comune dell’Aquila motivo per cui era stato loro sospeso anche il trattamento del CAS; Alcuni alloggi del Fondo sono stati assegnati a studenti universitari che hanno esibito un contratto di comodato d’uso per un presunto utilizzo di un’abitazione ante-sisma, non registrato e privo di scadenza e che, quindi, non risponde ai requisiti obbligatori da possedere al 06/04/2009. Alcuni alloggi sono stati assegnati a soggetti che prima del sisma vivevano, costituendone un unico nucleo, con la famiglia di origine e che dopo si sono divisi. Ciò che era impossibile per le abitazioni CASE e MAP, è stato reso possibile attraverso il Fondo Immobiliare che ha consentito a questi nuclei di beneficiare di diverse forme di assistenza senza alcun controllo e, addirittura, prima di coloro regolarmente collocati nelle graduatorie ufficiali. In linea generale moltissimi assegnatari delle abitazioni del Fondo risultano essere politici o loro familiari, dirigenti e impiegati di livello delle pubbliche amministrazioni o di importanti enti privati.

Dal 16 gennaio 2012 la SGE ha cessato le funzioni di assistenza alla popolazione per cui tutte le competenze, ad esclusione dei controlli, sono passate in capo al Comune.

La Commissione ha potuto riscontrare, grazie anche alle segnalazioni ricevute dalla SGE, irregolarità nelle assegnazioni curate dal Comune per le quali sarebbe obbligatorio adottare immediatamente adeguati provvedimenti correttivi. Si tratta di segnalazioni circa assegnazioni avvenute in violazione delle priorità di cui alla direttiva n. 1/2012 ovvero senza che gli assegnatari abbian
o mai sostenuto il colloquio di verifica dei requisiti, obbligatori per tutti gli assegnatari di alloggi CASE e MAP.

Incomprensibilmente e paradossalmente, passata la competenza dell’assistenza in capo al Comune, risulta verificato un aumento improprio, vista la situazione di disponibilità di alloggi vuoti nei complessi CASE e MAP, di assistiti nelle strutture alberghiere! Tutto ciò in palese violazione della direttiva n.1/2012 che fissa il criterio di un graduale passaggio dall’assistenza alberghiera, troppo costosa, a quella alloggiativa dei progetti CASE , MAP e Fondo Immobiliare.

Da ultimo, non per importanza, non risulta esercitata l’attività del Comune diretta a liberare gli alloggi occupati da coloro che non hanno, o non hanno più, i requisiti per rimanervi, nonostante le segnalazioni ricevute dalla SGE al termine dei procedimenti di verifica dalla stessa realizzati.

E’ da rilevare, infine, che la Dirigente del Servizio Assistenza alla Popolazione ha verbalmente giustificato, senza però negarli, tali stati di criticità con l’assoluta carenza del personale addetto.

Peraltro sostenendo che, rimanendo immutate tali condizioni, risulterebbe impossibile svolgere compiutamente l’attività necessaria per una corretta gestione dell’assistenza alla popolazione.