“Almeno ci provo”: secondo incontro domenica 6 maggio dal tema “destinazione legalità”

3 maggio 2012 | 11:10
Share0
“Almeno ci provo”: secondo incontro domenica 6 maggio dal tema “destinazione legalità”

L’Aquila, 3 mag 2012 – Secondo incontro “destinazione legalità” organizzato  del Centro Giovani di Marruci di Pizzoli, domenica 6 maggio, ore 16:00 presso la Casa del Volontariato, Campo di Pile.

 Un incontro dedicato al tema della legalità e dell’antimafia, viste dagli occhi dei cittadini che la mafia la combattono ogni giorno.  Due ospiti speciali: Pino Masciari, imprenditore edile calabrese, ha sfidato la malavita organizzata e per questo ha dovuto rinunciare alla propria vita e alla propria libertà. Da solo ha denunciato, combattuto, ricercato la verità fino a far condannare oltre quaranta persone, dalla piccola manovalanza della ‘ndrangheta fino ai massimi vertici dell’organizzazione e della cupola politica che spesso si lega alla delinquenza. Dal 1997 Masciari e la sua famiglia rientrano nel Programma speciale di protezione e devono abbandonare la loro casa e la loro terra. Niente più lavoro e affetti, niente più Calabria, ma una continua serie di spostamenti che sembrano un abbandono continuo e prolungato. Una famiglia che ha sofferto per la propria scelta di giustizia e per la voglia di uno Stato dove a governare siano le leggi e non il malaffare. Questo libro è la loro storia.  

Augusto Cavadi vive e opera a Palermo dove svolge sia attività professionale (docente di filosofia, storia ed educazione civica; pubblicista per “Repubblica- Palermo”) sia attività di volontariato culturale. Tale attività la realizza, principalmente, tramite la Scuola di formazione etico-politica ‘G. Falcone’ da lui fondata nel 1992. Questo secondo appuntamento è’ un’occasione per incontrare storie di persone, storie di realtà difficili, di violenze e di soprusi subiti, ma anche preziose testimonianze di denuncia e possibilità di riscatto contro le mafie.   I cambiamenti partono anche dalle piccole cose, dall’impegno quotidiano, dal rifiuto delle scorciatoie e delle semplificazioni, dalla coerenza e dalla fedeltà ai propri ideali, come ci ricorda un insegnamento, racchiuso nelle parole di Rosario Livatino, il giovane magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990:«alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili».

L’incontro fa parte del ciclo “.. almeno ci provo”. Incontri con testimoni del nostro tempo, organizzato dal  centro Giovani di Marruci di Pizzoli.