Pescara, oggi autopsia dell’ultrà ucciso: proseguono ricerche dell’omicida

3 maggio 2012 | 10:56
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Pescara, oggi autopsia dell’ultrà ucciso: proseguono ricerche dell’omicida

L’Aquila, 3 mag 2012 – Si svolgerà probabilmente questo pomeriggio l’autopsia sul corpo di Domenico Rigante, il 24enne tifoso biancazzurro morto la sera del primo maggio in seguito ad una sparatoria verificatasi in via Polacchi a Pescara.

Il Pm Salvatore Campochiaro, che conduce le indagini, ha affidato all’anatomopatologo Giuseppe Sciarra l’incarico per effettuare l’autopsia. E’ stato nominato anche un perito balistico, Gaetano Rizza, del gabinetto interregionale di polizia scientifica di Ancona che dovrà analizzare la traiettoria dei due proiettili che hanno poi causato la morte di Rigante. La squadra mobile della Questura di Pescara continua nel frattempo a ricercare in tutta Italia il presunto assassino, Massimo Ciarelli, 29enne, pescarese, appartenente ad una nota famiglia Rom del capoluogo adriatico. I funerali di Domenico Rigante dovrebbero tenersi domani pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Villaggio Alcyone di Pescara. 

TIFOSI AL COMUNE: «AVETE 5 GIORNI PER CACCIARE I NOMADI» – Gli ultras della tifoseria di Pescara si sono presentati questa mattina davanti al Comune, in piazza Italia, e hanno sistemato uno striscione nel piazzale del municipio con su scritto "Avete cinque giorni per cacciarli dalla citta’". Ce l’hanno con i nomadi, dopo l’omicidio di Domenico Rigante, ultras 24enne ucciso al posto del fratello gemello Antonio ad opera di un rom, e chiedono che i nomadi se ne vadano da Pescara perche’ non vivono rispettando la legge. Tra poco incontreranno il sindaco Luigi Albore Mascia e il presidente della Provincia Guerino Testa che stamani hanno partecipato alla riunione del comitato dell’Ordine pubblico presieduta dal prefetto. Gli ultras intedono organizzare una manifestazione pubblica per domenica mattina.

Parlando a nome degli ultras Mimmo Nobile ha detto che l’obiettivo e’ quello di «portare tutta la citta’ in piazza» ed e’ per questo che e’ stato scelto come giorno domenica. All’appuntamento dovrebbero partecipare anche i rappresentanti delle forze dell’ordine e il prefetto Vincenzo D’Antuono, ha detto sempre Nobile.

Mascia e Testa hanno assicurato la propria presenza ma Mascia ha anche chiesto alla tifoseria e alla citta’ intera di mantenere «la calma e la tranquillità» dicendo nello stesso tempo che certo le istituzioni devono affrontare la situazione con «fermezza e determinazione». «Oggi – ha detto Mascia – per scelte politiche scellerate del passato ci ritroviamo i nomadi nel tessuto sociale della citta’ (non certo economico perche’ non producono reddito), sono stati ammessi nella comunita’. Oggi, dopo l’omicidio, non possiamo far diventare Pescara un far west e generare delle faide ma bisogna essere fermi nei confronti di chi viola le regole, chiunque sia, e punirlo nella giusta misura. Ma io non mi iscrivo nel registro di chi e’ per l’intolleranza e il razzismo, anzi lancio un appello alla ragionevolezza». 

«Domani pomeriggio saremo presenti io e il presidente Guerino Testa ai funerali del ragazzo per manifestare il cordoglio della città. Vogliamo dire ai tifosi che in occasione del Comitato di Sicurezza e Ordine Pubblico di questa mattina abbiamo constatato come le forze dell’ordine stiano lavorando 24 ore su 24 per assicurare alla giustizia l’autore dell’omicidio. C’é preoccupazione in città, ma ci auguriamo che non accada nulla di grave. Pescara non è la città da far west che molti vogliono dipingere» ha concluso il sindaco.

FUNERALE TIFOSO RINVIATO A SABATO – Si terranno sabato 5 maggio alle 15 e non domani i funerali del ventiquattrenne tifoso biancoazzurro morto la sera del primo maggio nel corso di una sparatoria. La decisione è stata presa pochi minuti fa dai famigliari del giovane, in considerazione del fatto di voler consentire nella giornata di domani l’esposizione della salma e l’ultimo saluto delle centinaia e centinaia di tifosi biancazzurri. Prosegue intanto presso l’ospedale civile di Pescara l’autopsia sul corpo del giovane da parte dell’anatomopatologo Giuseppe Sciarra e del consulente balistico Rizza. La conclusione dell’autopsia è prevista per la serata. Nel pomeriggio è cresciuto sensibilmente il numero di tifosi che si é radunato nel piazzale antistante l’obitorio dell’ospedale civile Santo Spirito di Pescara.

AUTOPSIA, PROIETTILE HA LESO AORTA – Si è conclusa l’autopsia sul corpo di Domenico Rigante, morto la sera del primo maggio nel corso di una sparatoria. Secondo le prime indiscrezioni, a causare il decesso sarebbe stato un proiettile calibro 38 che ha attraversato in più parti l’intestino tenue, determinando una lesione del diaframma e dell’aorta. Il proiettile si è poi fermato sottopelle all’altezza del braccio. Rigante sarebbe morto a seguito di emorragia interna. L’autopsia, durata quasi tre ore, é stata effettuata dall’anatomopatologo Giuseppe Sciarra, alla presenza del consulente balistico Gaetano Rizza. Prima dell’ orario di chiusura sono arrivati all’obitorio, come accaduto ieri, alcuni calciatori del Pescara.

ASSOCIAZIONE ROM, POLITICA MANDANTE MORALE – «Il tentativo della politica e dei media di generalizzare la violenza a tutta la minoranza rom presente a Pescara è gravissimo ed è la dimostrazione che sono i mandanti morali di questo omicidio, per aver troppo a lungo ignorato i propri doveri istituzionali e costituzionali». E’ la durissima presa di posizione del presidente della Fondazione nazionale Romanì e dell’associazione regionale Ciliclò, Nazzareno Guarnieri, nel commentare l’omicidio di Domenico Rigante, il 24enne ucciso il primo maggio in casa, a Pescara, dopo l’irruzione di alcuni rom. «Addebitare all’intera popolazione romanì le responsabilità del singolo – aggiunge Guarnieri – è il gioco meschino degli opportunisti senza scrupoli. Il grave fatto luttuoso pone questioni da troppo tempo irrisolte e troppo spesso strumentalizzate dalla politica e dai media. Nei mesi scorsi la nostra associazione ha denunciato pubblicamente il pericolo che potessero verificarsi gravissimi fatti. Ci dispiace rivendicare oggi di essere stati profeti, ma nessuno ha voluto ascoltarci. Più volte abbiamo manifestato alla politica e alle istituzioni la disponibilità della nostra organizzazione, delle nostre professionalità e di una grande parte di famiglie rom ad affrontare con condivisione, competenza e chiarezza la questione dell’integrazione culturale dei rom – ribadisce il presidente della Fondazione Romanì -, ma nessuno ha voluto ascoltarci. E’ vergognoso che anche questo grave fatto venga strumentalizzato con false verità, con la propaganda politica, con la generalizzazione. Stiamo lavorando all’interno della comunità – sottolinea Guarnieri – per cercare di calmare gli animi e ci siamo messi a disposizione delle forze dell’ordine, della Prefettura e del Comune. Sono certo che i nostri associati non sappiano dove si trova il presunto assassino, altrimenti, anche in forma anonima, lo comunicherebbero agli investigatori. In ogni caso – conclude -, una volta trovato, sarà giusto punirlo in modo esemplare, ma in base alla giustizia costituzionale».