
Pescara – Circa 1000 tra tifosi del Pescara e semplici cittadini sono assiepati sotto il Comune per una manifestazione di protesta contro i fatti dell’ultima settimana. Il fratello gemello di Domenico Rigante, l’ultrà pescarese ucciso presumibilmente da Massimo Ciarelli martedì scorso, ha detto che: «le forze dell’ordine ora devono prendere i complici, se no sono guai».
Quella di questa mattina è a tutti gli effetti una manifestazione contro la numerosa comunità rom a Pescara. Non mancano cori e insulti e inviti palesi alle autorità per una maggiore legalità nei confronti dei rom. «Pescara violenta? Da sindaco la cosa mi preoccupa – ha confermato Luigi Albore Massa, sindaco di Pescara – bene le forze dell’ordine ora bisogna arrestare gli altri del commando ma devo dire che questo fatto di sangue rappresenta una anomalia nella storia di Pescara, proprio per il modo crudele e violento con cui Rigante è stato assassinato».
Cori in ricordo dell’ultrà assassinato, ma anche la precisazione di uno dei partecipanti che «questa non è la lotta degli ultrà contro i rom, ma è la lotta dell’intera Pescara per la legalità, noi che siamo in una situazione difficile e che vogliamo rimanere onesti».
CONTESTATO SINDACO, MOMENTI DI TENSIONE – I toni della manifestazion sono piano piano aumentati. A farne le spese è stato il sindaco della città, Luigi Albore Mascia, che è stato più di una volta contestato come rappresentante delle istituzioni.
«Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?», hanno infatti urlato più volte i manifestanti. La manifestazione ultrà era ed è stata confermata come una manifestazione contro la comunità rom di Pescara, alla quale appartiene Massimo Ciarelli, il ventinovenne arrestato ieri per l’omicidio del tifoso biancoazzurro Domenico Rigante. «Gli zingari dovete emarginarli voi», si è sentito urlare. «E’ dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro», ha continuato la gente.
Un brutto clima si è istaurato quindi a Pescara anche perché al sindaco, apparso più di una volta in difficoltà, sono state ricordate tutte le ‘malefatte’ della comunità rom pescarese, a cui vengono imputate una serie di delitti insoluti, e criminalità diffusa. «Io la faccia ce l’ho messa», ha detto alla folla il sindaco, ma alla fine a portare un pò di calma è stato il padre di Domenico Rigante, Pasquale, che rivolto alla folla molto eccitata ha detto: «io vi ringrazio, ora torni la calma, scioglietevi perché quello che dovevate fare lo avete fatto».
foto Michele Raho
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BLOCCATO CORTEO ULTRA’ VERSO QUARTIERE ROM [/s] – E’ stato bloccato pochi minuti fa un corteo spontaneo da parte di alcune centinaia di ultrà che dopo lo scioglimento della manifestazione si erano diretti verso il quartiere di Rancitelli, dove risiede la maggior parte dei rom pescaresi. Secondo quanto si è appreso, le forze dell’ ordine avevano già preso precauzioni ma a fermare materialmente il minaccioso corteo sarebbero stati gli stessi capi ultrà del Pescara, fra i quali il fratello della vittima Antonio Rigante.
Nel quartiere di Rancitelli, dove risiede la maggior parte della comunità rom pescarese, c’é tensione e preoccupazione per la manifestazione degli ultrà. Al momento sono in arrivo le forze dell’ordine per presidiare la zona ma pare che molti della comunità si stiano allontanando da quartiere in tutta fretta.
POLIZIA A CACCIA COMPLICI, CHI SA PARLI – «Chi sa, parli». Lo dice senza mezzi termini il capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana. E si riferisce a coloro che erano presenti al raid della banda durante il quale è rimasto ucciso Domenico Rigante. Perché se persino il questore Passamonti – preoccupatissimo per l’ordine pubblico – ha spiegato che non ci sono dubbi che a sparare sia stato Massimo Ciarelli, ancora da chiarire chi facesse parte con lui del gruppo.
«Ma noi i nomi li sappiamo tutti – ha poi confermato Muriana – e sono sei persone: ora ci aspettiamo che chi era presente confermi anche a noi questi nomi, anche per un atto di giustizia nei confronti di Domenico Rigante». Per gli eventuali complici di Ciarelli l’accusa sarebbe concorso in omicidio: «Chi era presente nella casa racconti quello che ha visto», ha insistito Muriana, confermando che assieme alla vittima nella casa vicino a piazza Grue c’erano altre 4 persone. Non solo: alcune confidenze dicono che Ciarelli prima di sparare abbia detto a uno dei capi ultrà presente nell’appartamento «te scansati, non lo ammazzo solo perché ci sei te». Purtroppo però il colpo esploso con la calibro 38 si è rivelato fatale e ha perforato la aorta. Secondo una ulteriore ricostruzione dei fatti, Ciarelli sarebbe fuggito subito, anche se non si sarebbe reso conto di aver ucciso Rigante.
QUESTORE, IMPAURITI E DIVISI – «I rom? Sono spariti». Lo afferma il questore di Pescara Paolo Passamonti confermando le voci di una autentica ‘paura’ che ha preso la comunità di Pescara. «Ma vorrei ricordare che sono cittadini italiani a tutti gli effetti .- ha detto il questore – stanziali dagli anni ’40, e che non tutti sono dei delinquenti». Molti in queste ore se ne sono andati da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di comunità spaccata specie tra i due quartieri dove sono più insediati, Rancitelli e i Colli. Le forze dell’ordine hanno confermato che l’attenzione è alta e che aumenteranno i controlli nei quartieri a fini di ordine pubblico.