
Zlatan Ibrahimovic coltiva la virtù della sincerità e si fa apprezzare anche per questo. Leader assoluto del Milan, in questa stagione ha segnato più di Van Basten e Shevchenko (28 gol in campionato, 5 in Champions League, 1 in Supercoppa e 1 in Coppa Italia), ma è rimasto con un pugno di mosche in mano dopo avere vinto 8 titoli nazionali negli ultimi 8 anni giocati sotto le bandiere di Ajax, Juve, Inter, Barcellona e Milan. E in Via Turati non le ha mandate a dire.
L’intervista rilasciata dal fuoriclasse alla tv svedese ha mandato in fibrillazione la società e i tifosi rossoneri: «C’era un grande progetto Milan, vediamo se lo porteranno avanti. Sono molto deluso, non sono abituato a non vincere niente. E’ stato un grande fallimento». Parole pesanti come macigni dietro le quali c’è una verità.
Ibrahimovic è furioso con i metodi di preparazione atletica del Milan: troppi i carichi di lavoro, troppi gli sforzi richiesti ai giocatori dalle tabelle di Millan Lab. Tant’è vero che anche i muri di Milanello raccontano dei durissimi confronti fra l’attaccante e Daniele Tognaccini, capo dello staff di preparatori di Allegri.
Radio Milan gracchia che è un piacere e racconta dell’ultimo, acceso diverbi,o con Zlatan da una parte e Tognaccini dall’altra, dopo la faticosissima vittoria ottenuta sul Genoa, grazie alla zampata in extremis di Boateng.
Ibrahimovic non dimentica che in occasione della trasferta di Verona, il Milan fu costretto a presentarsi contando 14 indisponibili per non dire di quando Allegri azzardò Thiago Silva contro la Roma, perdendolo sino a fine stagione o della manciata di minuti di Pato al Camp Nou dove il brasiliano ha accusato il quattordicesimo infortunio muscolare in due anni.
Ibrahimovic conta su un alleato eccellente: Silvio Berlusconi che, dicono nel suo entourage, per la questione infortuni sia più imbufalito del suo cannoniere. Tant’è vero che, se un anno fa, vennero silurati due medici, due fisioterapisti e un chiropratico, stavolta, a pagare sarà lo staff dei preparatori e i metodi di allenamento verranno radicalmente cambiati.
Il Milan sa che deve dare ascolto a Zlatan, sennò lo perde. E che il gol di Muntari non può essere la foglia di fico dietro la quale nascondere l’impressionante montagna di infortuni contro la quale si è schiantato il sogno scudetto.