
Pescara – Centinaia di persone hanno partecipato stamani al Comitato centrale della Uil Abruzzo, che si è svolto all’aperto, in piazza Unione a Pescara, per approvare la piattaforma regionale sul fisco – un documento contenente 22 proposte – e per dare inizio alla mobilitazione che porti alla realizzazione degli obiettivi.
L’elenco delle priorità è stato anche consegnato al vicepresidente del Consiglio regionale, Giovanni D’Amico.
In particolare, secondo la Uil, è necessario reagire alla recessione e alla perdita di occupazione con un «pacchetto di misure di immediata attuazione: rendere progressiva l’addizionale regionale Irpef riducendo le tasse a lavoratori e pensionati; far partire entro l’estate la ricostruzione all’Aquila e nell’area del cratere; rimodulare i fondi Fas, dando risorse ai piani di rilancio delle aree di crisi e ad un intervento regionale per il credito alle piccole e medie imprese».
La piattaforma elaborata dalla Uil, che riguarda Regione, Province e Comuni, si concentra, tra l’altro, sull’Isee, con lo scopo di «costruire un modello più equo», sull’imposta Rc auto, sulla proposta relativa all’imposta di soggiorno nei comuni ad alto impatto turistico, sull’Imu, che «va corretta e migliorata», sulla Tarsu e sull’abbandono del Piano triennale delle opere pubbliche, “finanziando le opere prioritarie».
«L’aliquota unica – ha affermato il responsabile politiche territoriali della Uil nazionale, Luigi Veltro – è la più grande ingiustizia sociale perché addirittura vengono privilegiati i redditi alti rispetto a quelli bassi. I decreti attuativo del federalismo, tra l’altro, ormai assegnano un potere sempre più centrale alle amministrazioni locali per determinare le politiche fiscali del Paese».
«Siamo qui perché non ce la facciamo più – ha detto il segretario regionale della Uil, Roberto Campo – e perché siamo consapevoli che in questo modo dalla crisi non usciremo mai. Chiediamo equità, l’unico modo per tornare a crescere».
Sottolineando la necessità di «far partire immediatamente i lavori di ricostruzione dell’Aquila», Campo ha definito «vergognoso e scandaloso» il fatto che «in quello che doveva essere il cantiere più grande d’Europa sono andati persi 3.500 posti di lavoro nell’edilizia».