
Vittima di un pirata della strada. Questa la conclusione delle investigazioni in merito alla tragica morte di Mariana Marku, trovata cadavere vicino alla carreggiata che congiunge la frazione di Cappelle a quella di Cese. In base ai rilievi ed alle analisi medico legali effettuate sulla salma della giovane barista, sarebbe stata investita da un’auto il cui conducente si è dato alla fuga. Compatibili le lesioni riportate dalla vittima che presenta esclusivamente tracce evidenti e riconducibili all’impatto su di un veicolo che procedeva a forte velocità. Nessun’altra lesione è presente, che possa fare ipotizzare un diverso scenario ovvero una concausa.
Sempre dall’analisi del corpo si è potuto appurare, con precisione, che la vittima è deceduta la sera della sua scomparsa e che, solo per una tragica coincidenza, il cadavere, pur rimasto in prossimità della strada, non è stato notato da alcun passante per quasi due giorni. Anche le tracce rilevate sulla strada indicano in maniera evidente la presenza di un veicolo che, proveniente a velocità elevata da Cappelle, ha sbandato lungo la curva sfregando la fiancata contro il guardrail.
Ricostruiti con precisione gli ultimi momenti della vittima, che non presentano nessun lato oscuro e che indicano nella tragica casualità la spiegazione dei fatti. La ragazza, che camminava certamente a bordo strada per rincasare poco distante, percorrendo un tratto non illuminato, non ha avuto il tempo materiale di rendersi conto dell’accaduto, in un punto in cui i veicoli tendono a viaggiare, specialmente di notte, a forte velocità raggiungendo ad andatura sostenuta una curva che, se non è adeguatamente conosciuta, rischia di far perdere aderenza al veicolo. Un impatto violentissimo che ha sbalzato il corpo oltre il ciglio della strada.
I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di L’Aquila stanno ancora verificando la possibilità che il veicolo coinvolto sia proprio quello rinvenuto bruciato la mattina della scomparsa. Il fatto che la vettura fosse rubata, potrebbe in parte spiegare il perché l’occupante o gli occupanti si siano dati alla fuga negando qualunque tipo di soccorso alla vittima e tentando di cancellare con il fuoco le proprie tracce, che avrebbero condotto la persona, o le persone coinvolte a rispondere oltre che della morte di Mariana Marku, anche del furto della vettura. Sul fatto non esistono al momento, tuttavia, elementi certi e si attendono le analisi sui campioni di vernice repertati sul guardrail.
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