0
Non solo non si apparentano con alcuno, ma invitano i propri elettori a non recarsi alle urne. Questa l’indicazione di voto di Vincenzo Vittorini il cui ingresso in consiglio comunale sarebbe condizionato per ironia della sorte all’apparentamento di Angelo Mancini con Massimo Cialente.
«Siamo coerenti al 100% – ha detto Vittorini -. Gli abili politici parlano il politichese snobbano gli apparentamenti parlando di accordi politici. Questo è come volersi rifare la verginità. Sembra un quasi inciucio. Noi siamo stanchi degli inciuci. Ora siamo un movimento politico fortissimo e radicato sul territorio e che continuerà a radicarsi a prescindere dal nostro ingresso in consiglio comunale. Apriremo una campagna di ascolto dei giovani perché devono essere iniziati ad una politica nuova».
Vittorini ringrazia così il 6% degli elettori che hanno dimostrato votandolo di «essere stanchi di questo vecchio modo di fare politica e favorire gli amici degli a amici. Siamo oltre i partiti – aggiunge – Siamo una lista civica pura. Spero che la città non si morda le mani nel momento in cui si renderà conto di aver fatto una scelta sbagliata. Non siamo come il vento. Non ci si può vendere quello in cui si crede per una poltrona. Vice sindaco? Nel momento in cui uno diventa pedina in una macchina gestita da altri non va bene. Il giorno dopo le elezioni tutti dicono che hanno vinto. Noi abbiamo perso, volevamo essere forza di governo della città. In questa sconfitta però abbiamo avuto un ottimo risultato perché partivamo da zero. L’Aquila che vogliamo non vota, e non si apparenta perché i due candidati appartengono ad un vecchio modo di fare politica. Nessuno dei due ha un progetto vero per la città. Non è una posizione pilatesca la nostra perché la città aveva la possibilità di scegliere al primo turno. Io non sposo quei due. Scegliere uno dei due sarebbe un accanimento terapeutico».
[url”Torna alla Home della categoria”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=156&categoryId=204[/url]